“Con quella Coppa possono fare quello che vogliono”. Una battuta da tifoso, magari della squadra sbagliata ma nessuno è perfetto, non proprio una disposizione. Così Mario Draghi, lunedì pomeriggio, avrebbe risposto a chi gli spiegava che gli azzurri, attesi a Palazzo Chigi dopo il Quirinale, minacciavano di disertare l’appuntamento aprendo un clamoroso incidente se non avessero concesso loro di sfilare per le vie di Roma con il torpedone a due piani scoperto e la scritta “campioni d’Europa”, affittato fin da venerdì 9 dalla Federcalcio e parcheggiato alla chetichella in pieno centro. Lo raccontano fonti qualificate ma una conferma non c’è, anzi Palazzo Chigi smentisce la frase e smentisce che il presidente del Consiglio abbia avuto qualsiasi ruolo nella gestione dell’ordine pubblico e nella decisione di far partire il mezzo scoperto, che ricade tutta sul Viminale dalla ministra Luciana Lamorgese al prefetto Matteo Piantedosi e alla Questura.
Prefettura e Questura avevano detto di no. E il prefetto ieri ha detto al Corriere che nessuno ha mai autorizzato il bus scoperto: “Avevamo negato il permesso a festeggiare la vittoria dell’Italia agli Europei sull’autobus scoperto, ma i patti non sono stati rispettati”. Insomma, un colpo di mano di cui le autorità hanno solo “preso atto” come riferito dal Viminale. Mentre la Figc in un comunicato afferma che la decisione “è stata condivisa dalle istituzioni”. Contraddizione insanabile, ma forse no. “Il pullman era lì, c’erano migliaia di persone, non c’è stata un’autorizzazione ma nemmeno era possibile impedirne la partenza senza rischiare guai maggiori. È accaduto mille volte con manifestazioni di altro genere”, spiega un dirigente della polizia, un veterano dell’ordine pubblico. Resta il rammarico per le immagini della folla incontrollata, tutti senza mascherine attorno al pullman. Restano i dubbi sulla “trattativa vinta” di cui ha parlato, all’arrivo a Palazzo Chigi, Leonardo Bonucci, il difensore della Nazionale e della Juventus che 45 minuti prima, davanti al Quirinale, era stato ripreso mentre discuteva animatamente con alcune persone, tra cui un funzionario di polizia. Sono stati i calciatori ad impuntarsi, Bonucci e il capitano Giorgio Chiellini.
Al Quirinale Bonucci ne aveva discusso con la sottosegretaria allo Sport Valentina Vezzali, olimpionica di scherma delle Fiamme Oro. “Lei è un’atleta, ci aiuti. Ci tengono in gabbia come animali”, le ha detto il calciatore, un po’ aggressivo come spesso gli capita in campo e fuori. E la Vezzali ha chiamato in diretta la ministra Lamorgese, poi ha detto a Bonucci: “No, non si può fare, lo dicono Questura e Prefettura”. Pochi minuti dopo erano tutti sul pullman scoperto per il bagno di folla che ha imbarazzato il governo e irritato i virologi. Nella speranza che i contagi non aumentino troppo e soprattutto che non aumentino i malati gravi.