Cingolani cancella i fondi per le aree protette
Mentre ci diamo il “buongiorno”, scorriamo gli articoli sui giornali e leggiamo gli ultimi rapporti ufficiali: le notizie son a dir poco sconfortanti. Il lapsus freudiano di un quotidiano, qualche giorno fa, è rappresentativo di questa “transformazione ecologica” (transizione ndr) . Un passaggio sventagliato come vessillo, come redenzione di un intero passato italico fatto di cemento e terre del fuoco, che intende redimersi in una mera trasformazione da illusionista. La cornice è quella del Pnrr, cui il governo ha destinato un misero 0,04% dei fondi per le aree protette e la biodiversità, disattendendo apertamente alle indicazioni dell’Ue, dove si chiede tra l’altro, la protezione di almeno il 30% di zone marino-costiere entro il 2030.
Il Piano Nazionale riserva un’attenzione del tutto marginale al mare, per l’Italia fondamentale, con i suoi quasi 8000 kmk di costa e una vasta zona che comprende anche gli spazi rientranti nella nuova Zona Economica Esclusiva, che può estendersi fino a 200 mn, quindi parecchio a largo. Il Mite, dal canto suo, ha appena cancellato uno stanziamento di 80 milioni destinato alle aree protette per il contenimento delle emissioni per favorire l’utilizzo di fonti fossili. Dovremmo almeno avere il coraggio di ribattezzare il Green Deal europeo in Grey Deal italiano, con buona pace di chi ancora crede in una transazione economica positiva.
Daniela Addis (Associazione Donne di Mare)
Un nuovo soprannome per “l’innominabile”
Premesso che non seguo i social (non sono su Facebook, Instagram, Twitter, ecc…) devo però dire che la risposta di Fedez a Renzi è veramente calzante: “Continua a fare la pipì sugli italiani e digli che piove”… invece di apostrofarlo come “l’Innominabile”, da oggi in poi potremmo nominarlo “il Pisciatore”.
Prezioso Correale
Libia e ddl Zan: diritti per tutti e ovunque
Gentile direttore, sono da sempre favorevole a tutelare i diritti umani senza discriminazioni di alcun genere. Anche quest’anno ho partecipato al pride della comunità Lgbt+ e mi ha accompagnato mio figlio Francesco di 13 anni, che seguiva ogni cosa incuriosito. Francesco mi ha detto: “è una grande festa!” e io ho aggiunto “per la dignità e libertà di tutti”. Oggi la rabbia è incontenibile. Negli stessi giorni, in Parlamento i deputati e senatori del Pd e di Leu da un lato tenteranno di approvare il ddl Zan e, al contempo, turandosi il naso approveranno la conversione in legge del dl che rifinanzia le missioni militari all’estero e tra queste, la più oscena ed incostituzionale: la missione in Libia. Si tratta di collaborare a respingere i migranti nel deserto libico, dove si muore senza lasciare traccia, i lager che abbiamo esternalizzato e la sedicente Guardia costiera libica che ha il compito di riacciuffare chi fortunosamente riuscisse a scappare da quell’inferno. Il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, ha dichiarato che il finanziamento della Gcl è “funzionale alla formazione del personale (libico) nella gestione delle situazioni di emergenza, nel rispetto dei diritti umani e di genere”. No ministro, non si gioca con i diritti umani! Se difendete i diritti umani, approvate la legge Zan e, allo stesso tempo, bloccate i finanziamenti alla Guardia costiera libica, o comunque quelli finalizzati al respingimento di donne e uomini che cercano salvezza in Italia. I diritti sono tali se valgono per tutti e se valgono ovunque.
Mauro Carlo Zanella
Emilio Zecca
Il “Fatto” mi crea dipendenza positiva
Stamattina non sono riuscito ad aprire l’app di Mia per la quotidiana lettura del giornale (spero non vi siano problemi). Dopo diversi tentativi, sono entrato nella fase di astinenza, come quella del fumo, ne so qualcosa come ex fumatore: il malessere generale ti pervade e fa crescere sempre più la frenesia, ti manca qualcosa. Ebbene, alla fine son saltato in auto per andare in edicola e, finalmente, ho avuto tra le mani l’agognata “droga” mattutina. Questa è una “droga” buona, terapeutica, fa bene alla mente e la consiglio a tanti, anche se molti sono fusi da “droghe” pericolose ormai, persi per sempre.
Ermes Zilli
Stato, religione e i tabù usati come ricatto
Tutte le religioni sono accomunate da un odio verso il corpo e i suoi bisogni. Tra i bisogni il più odiato è quello sessuale. Anche il rapporto con il cibo viene vissuto come problematico. Infatti, in molte religioni ci sono giorni di digiuno. Ma da cosa nasce questo disprezzo per il corpo?
Tutte le volte che reprimiamo un bisogno sviluppiamo un disagio. E le religioni sono organizzazioni che nascono per risolvere il disagio. L’energia che dovremo esprimere nel sesso crea una tensione fisica: tutto ciò è la premessa della malattia.
Non solo, il disagio fisico disturba la mente che perde di lucidità. Così diventiamo facili prede di chi vuole approfittarsi della nostra debolezza. In prima linea ci sono le organizzazioni religiose, seguite da quelle statali. Stato e Chiesa sono alleati nello sfruttare il disagio umano per estorce soldi e lavoro gratuito. Ai vertici di Stati e religioni ci sono persone che vivono il disagio della repressione, ma lo compensano sfruttando sudditi e adepti, innescando un circolo che non finisce mai.
Paolo Mario Buttiglieri