Dall’Upanishad apocrifa del sultano Bayezid II. C’era una volta un erudito che stava scrivendo un libro sugli stratagemmi delle donne. Aveva raccolto in 49 capitoli tutti i trucchi che usano per ingannare gli uomini, ma non riusciva a completare il 50º: c’era qualcosa che gli sfuggiva. Poco distante da lui, viveva una donna di grande bellezza e sagacia che, saputo del libro, si mise in testa di diventarne il capitolo mancante. Un giorno che suo marito, un mercante, era fuori città, invitò a pranzo l’erudito, preparando un desco di delizie, ma accertandosi, con il suo abito più provocante e qualche goccia del più raro dei profumi, di essere la delizia più prelibata di tutte. L’erudito arrivò portando un grosso sacco. “È qualcosa su cui sto lavorando. Parliamone dopo”, le disse. La donna accennò al fatto che il marito era via per affari, e meno male, poiché era molto geloso e molto violento. Di bicchiere in bicchiere, il gioco stava arrivando al dunque, quando sentirono aprirsi la porta d’ingresso. La donna sbiancò: “È tornato mio marito!” Chiuso a chiave l’erudito nello sgabuzzino, diede voce al consorte, che notò subito la tavola imbandita. “Per chi hai preparato tutte queste prelibatezze?” Con malizia sopraffina, la donna disse: “Per il mio amante, che è lì dentro”. E indicò lo sgabuzzino. Porse quindi la chiave al marito, e comincio a ridere di gusto appena quello la infilò nella serratura. Il marito si voltò: “Perché ridi?” “Per la tua dabbenaggine, amore. Credi davvero che se avessi un amante, e fosse in questa stanza, ti avrei detto dove è nascosto? Stupido. Ho preparato questo pranzetto per il tuo ritorno. Godiamocelo, e facciamo l’amore”. Bene: secondo voi è possibile che uno studioso possa aver scritto 49 capitoli sui trucchi delle donne senza aver mai sentito la storia del marito inaspettato e dell’amante nascosto nello sgabuzzino? Certamente no: per questo l’erudito si era portato quel grosso sacco. Ne estrasse un costume da orso, lo indossò, e ringhiando balzò fuori dal rifugio, davanti agli occhi sbalorditi della coppia che stava facendo l’amore sul tavolo. “Per la barba del profeta!” urlò il marito. “Tu hai davvero un amante! È un orso!”. Era così terrorizzato che non riusciva a muoversi. Scomparsa la bestia dalla porta, però, il mercante tornò in sé e, inveendo contro la moglie, le mise le mani al collo. In quell’istante, qualcuno bussò. Era l’erudito, nei suoi abiti consueti. “Sono un vicino, stavo passando di qua e ho sentito delle urla.” Il mercante gli spiegò tutto: sua moglie se la faceva con un orso e lui li aveva scoperti in flagrante. “Be’, si tratterebbe di qualcosa di immondo, se fosse vero”, disse l’erudito. “Se invece non è vero, buon uomo, lei avrebbe dei grossi guai con la giustizia. Le consiglio di non uccidere sua moglie, e di portare il caso al cadì. Se questa donna è davvero colpevole del crimine contro natura di cui l’accusa, morirà comunque”. Il marito si calmò e seguì il consiglio: sua moglie finì in carcere, in attesa di giudizio. L’erudito, intanto, grazie alla nuova ispirazione riuscì a scrivere l’ultimo capitolo del suo libro, che fu pubblicato proprio prima della sentenza. Ne inviò una copia al cadì, che lo lesse, capì lo scherzo, si fece una risata, e liberò la donna. Bene: secondo voi è possibile che una donna bellissima e sagace non avesse mai sentito la storia dell’erudito che deve scrivere il capitolo mancante di un libro sugli inganni delle donne e, invitato, si porta in un sacco il costume di un orso? Certamente no: e fu così che quella donna riuscì a diventare il 50° capitolo di quel libro. Questo.