“Se, come pare, la variante Delta ha un R0 tra 8 e 10 bisogna che la politica prenda seriamente e velocemente in considerazione l’obbligo vaccinale per tutti o si rischia grosso. Il virus non è più quello che abbiamo conosciuto, è diventato molto più pericoloso”. Così ieri su Twitter Roberto Burioni, virologo dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, prende posizione sul terrore estivo della pandemia: l’ormai famigerata variante Delta di SarsCov2.
Ma prima degli scontri della politica, ancora una volta, è proprio la comunità scientifica a dividersi. Se perfino Massimo Galli del “Sacco” di Milano, noto per la sua intransigenza, sul Fatto di ieri sosteneva che grazie ai vaccini non avremo un’altra ondata drammatica come lo scorso anno, è il direttore dell’Istituto Malattie infettive “Lazzaro Spallanzani” di Roma Francesco Vaia a bocciare la proposta di Burioni. “Il nostro problema non sono i no-vax – sostiene Vaia – ma i nostri errori di comunicazione che hanno generato una fascia di popolazione confusa e disorientata. Più che obbligare abbiamo bisogno di rendere consapevoli le persone. I cittadini sono più avanti di noi. E siamo rigorosi come sistema Paese sui controlli. Il Green pass come strumento di consapevolezza è premiale e non burocratico: chi è vaccinato in doppia dose o chi negativo al tampone può accedere a stadi, concerti, discoteche, luoghi di ritrovo collettivo. Altrimenti non si accede. Bisogna in questo caso essere rigidamente rigorosi. Sereni ma rigorosi”. Per Vaia, anzi, “il nemico è alle corde, manca solo il colpo del ko, ma presto lo assesteremo”.
Il direttore dello Spallanzani tira fuori anche dei numeri: “Non bisogna fare terrorismo. Il virus muta e sta mutando ancora una volta. È probabile che anche la variante Delta diventi dominante, così come lo sono state in passato la variante iberica e brasiliana. Dobbiamo mettere in campo tutte le misure protettive e la prima, come si evince dai nostri studi, è la vaccinazione. I vaccinati con doppia dose sono, infatti, solo il 5% dei contagiati. Le percentuali vanno rapportate al numero dei positivi. Quindi parliamo di 37 casi nel Lazio di variante Delta su 106 sequenziamenti di tamponi positivi. Riscontriamo un’efficacia dei vaccini pari al 95% dopo la seconda dose”. E ancora: “Anche laddove ci sono già molti contagi come nel Regno Unito i vaccinati non manifestano la malattia grave e non muoiono, hanno al massimo pochissimi sintomi: quindi non serve scoraggiarsi ma serve vaccinarsi”.
Dalla politica interviene il deputato del Pd Francesco Boccia: “Il tema della vaccinazione obbligatoria è molto delicato, spero che si apra almeno la discussione in Parlamento. Ci sono ancora molti over 60, che rappresentano la fascia più a rischio, che non sono ancora vaccinati e la discussione sul raggiungere tutti va affrontata prima del prossimo autunno, anche guardando a ciò che accade negli altri Paesi a causa della variante Delta e delle altre varianti. La ripartenza dipenderà dalla vaccinazione di massa”.
Mentre proprio in Lombardia, la regione che è stata l’epicentro dell’epidemia in Italia, quasi 500 tra medici e operatori sanitari firmano un ricorso al Tar contro l’obbligo vaccinale per la loro categoria: “L’Italia – scrivono i ricorrenti – è l’unico Paese dell’Unione europea a prevedere l’obbligatorietà per determinate categorie”, il ricorso “si fonda sulla illegittimità costituzionale, sotto plurimi profili, di diritto interno e diritto europeo, di un obbligo riferito a un vaccino di cui non è garantita né la sicurezza né l’efficacia, essendo la comunità scientifica unanime nel ritenere insufficiente, sia dal punto di vista oggettivo sia dal punto di vista temporale, la sperimentazione eseguita”. Eppure i dati dimostrano che l’unico modo per scampare alla variante Delta del SarsCov2 sarebbero le due dosi di vaccino e il ministro Roberto Speranza avverte: “Abbiamo bisogno di proseguire ancora con attenzione, cautela, gradualità, soprattutto alla luce delle tante varianti che stanno rendendo più difficile questa sfida e rispetto a cui abbiamo bisogno di tenere alto il livello di attenzione, di controllo, di verifica”.