E per la serie “Chiudi gli occhi e apri la bocca”, eccovi i migliori programmi tv della settimana:
Sky Cinema Uno, 21.15: Alfredino, una storia italiana, miniserie. Giugno 1981: i soccorritori cercano di salvare Alfredino, caduto in un pozzo artesiano, mentre la Rai trasmette in diretta le operazioni improvvisate di salvataggio. La diretta tv attira attorno al pozzo una folla di diecimila curiosi, e venditori ambulanti di bibite e panini, che intralciano i soccorsi. Alfredino è a 36 metri di profondità, l’imboccatura è stretta 28 cm: viene calata una tavoletta di legno legata a una corda perché il bambino ci si aggrappi, ma la corda si spezza e la tavoletta resta lì, a ostruire il budello roccioso. Due giovani speleologi si calano nel pozzo a testa in giù, ma non riescono a rimuovere la tavoletta. Con una elettrosonda a filo si riesce a parlare con Alfredino, con una flebo gli si fa bere acqua e zucchero, con un cannello si insuffla ossigeno per farlo respirare. Si procede a scavare un pozzo parallelo. Alfredino si lamenta del frastuono, gli dicono che è Jeeg Robot d’Acciaio che sta arrivando a salvarlo. 26 ore dopo, arrivati a 34 metri, si procede a scavare il tunnel di connessione, ma la perforatrice si blocca. Tre vigili del fuoco scavano a mano. Si apprende che Alfredino è affetto da una cardiopatia congenita, l’intervento chirurgico è previsto a settembre. Arriva Pertini, che si fa dare il microfono per parlare con Alfredino. Tre ore dopo, i due tunnel sono comunicanti, ma Alfredino non c’è: le vibrazioni della perforatrice l’hanno fatto scivolare a 55 metri di profondità. Diversi volontari, piccoli e magri, s’infilano nel budello principale: due arrivano ad afferrare Alfredino, ma non riescono a imbracarlo. Tre giorni dopo l’inizio del dramma, Alfredino muore. Il pm ordina l’immissione di gas congelanti: giorni dopo, viene estratta la grossa formazione di terreno congelato, con dentro il corpo di Alfredino, che è seduto, il braccio sinistro dietro la schiena, quello destro verso l’alto. E ha un’imbracatura robusta e ben sistemata, che passa anche sotto il braccio incastrato: due segmenti di una larga fettuccia da zaino, uniti da un grosso anello metallico. Nessuno dei soccorritori l’aveva portata giù, quindi Alfredino ce l’aveva già addosso quando è finito nel budello. Inoltre, Alfredino non sapeva dove si trovava. Al vigile Nando che gli diceva quanto fosse difficile raggiungerlo, Alfredino replicò piccato: “Ma quale difficoltà! Sfondate la porta e entrate nella stanza buia”. I dettagli sull’ipotesi dolosa in questo articolo di Repubblica, ibernato nel Web Archive: bit.ly/2SHCRrv. Anche se Repubblica è un giornale le cui conclusioni debbono essere sempre accolte rifacendo l’addizione, vale la pena ricordare che, due settimane dopo il dramma, Forlani si dimetteva dalla carica di presidente del Consiglio, poiché ritenuto responsabile del ritardo (due mesi) nel rendere pubblico il ritrovamento dell’elenco degli aderenti alla loggia massonica P2, elenco a cui gli italiani stavano cominciando a dar peso, quando furono distratti da un bambino caduto in un pozzo.
Rete 4, 14.35: La guerra di Troia, film avventura. La guerra di Troia durò dieci anni perché Elena, la donna più bella del mondo, si era incapricciata di un giovanotto, e suo marito non aveva saputo accogliere sportivamente l’infortunio. Fregando anche milioni di studenti che da allora debbono studiare l’Iliade.
Rai 1, 10.15: La Santa Messa, fiction. Ogni religione, a ben vedere, è religione per bambini.