Dalle Storie apocrife della marchesa de Sablé. Avrete notato anche voi che in giro ci sono giovani donne con gambe lunghe e lisce, fianchi rotondi, vita sottile, seni prorompenti e occhi scuri che turbano. Queste giovani donne hanno un’immaginazione che si mette a galoppare, se sposano gentiluomini semplici e gioviali che fra le lenzuola sono una delusione: tipi come Emile Charles-Roux, un signorotto che viveva in Normandia. Quando questi era in salotto con gli amici fracassoni, a sua moglie, l’annoiata Margot, piaceva origliare da dietro la porta. E una volta ascoltò il marito che raccontava di un certo Salacrou, locandiere sull’isola di Mont Saint-Michel: si diceva possedesse l’ariete più vigoroso di tutta la Francia. “Nessuno saprebbe contare i cancelli meravigliosi abbattuti dalle sue cornate, ah ah ah!” Un altro gentiluomo concordò: Salacrou poteva fare in una notte quello che molti uomini fanno in un mese. Le storie indecenti su Salacrou proseguirono per tutta la serata. La mattina dopo, entrato nella stanza della moglie, Emile la vide che preparava i bagagli. “Dove vai?” “Marito mio, parto in pellegrinaggio per l’abbazia di Saint-Michel, dove offrirò preghiere e rinnoverò la mia fede.” “Capisco”, disse il marito, collegando tre cose: la follia di parlare troppo liberamente a voce alta, la curiosità femminile, e la sfortuna delle porte che non chiudono bene. Alla fine, conciliante, disse: “Bene. Accendi pure la tua candela. Ma spero che non pregherai per un miracolo: sono molto rari di questi tempi.” La moglie ebbe un vago movimento di stupore, gli porse, apatica, la tempia, e partì con la cameriera. Appena si furono allontanate, Emile sellò il cavallo più veloce e attraverso un’altra strada arrivò a Mont Saint-Michel con la bassa marea del mattino. Si recò subito alla locanda di Salacrou, e gli disse: “Ho una bella moglie che ha origliato dei pettegolezzi sulla tua virilità eccezionale, e quelle storie hanno eccitato Dio solo sa quale follia nella sua mente, temo. Quando arriverà, mi piacerebbe che tu le dessi il benvenuto, fingendo di assecondare le sue voglie eventuali. Ma niente scherzi. Sarebbe un peccato lordare di sangue questi pavimenti puliti.” Salacrou, che non voleva guai, gli promise che avrebbe fatto la sua parte e sparì. Madame e cameriera arrivarono con l’alta marea, esauste dal viaggio. Il locandiere diede alla signora una stanza confortevole, accese il fuoco nel caminetto e le fece arrivare una bottiglia di buon vino, del formaggio, e una coppa piena di ciliegie. Prima di cena, madame chiamò l’oste nella sua stanza con un pretesto (“Il caminetto non tira bene”) e si mise a chiacchierare con lui. Salacrou, per entrare nelle sue simpatie dalla porta principale, le raccontò un episodio licenzioso accaduto sotto quel tetto; lei, illuminandosi, lo incoraggiò a raccontargliene altri; e dopo un po’ se la intendevano così bene che Margot poté sussurrargli all’orecchio un’idea sconveniente. Salacrou sorrise, annuì, e si ritirò a parlare con Charles-Roux. Naturalmente, la porta di madame era aperta quando, a mezzanotte, Emile entrò nella stanza buia e si infilò a letto, ricevendo dalla moglie ignara un benvenuto entusiasmante. Cercò di fare del suo meglio, e se ne andò. La mattina, madame si svegliò tutta allegra. Pagò il conto, offrendo a Salacrou mille moine, visitò l’abbazia, dove fece penitenza, e tornò a casa con la cameriera. Se solo tutti gli uomini fossero prudenti abbastanza da governare le loro lingue e censurare le parole che sgorgano dagli umori invece che dal cervello; e se solo tutte le donne fossero giudiziose abbastanza da ignorare le curiosità che ascoltano; la vita sarebbe di gran lunga più ordinata. E molto più noiosa.