La foto è una scena, quasi in dissolvenza. Quella del Garante, Beppe Grillo, che giovedì pomeriggio dopo aver inveito contro Giuseppe Conte davanti ai deputati nella pancia della Camera saluta alcuni deputati. E passando sorride e dà una pacca sulle spalle a Luigi Di Maio. L’ex capo, che esce dalla sala con un volto che gronda preoccupazione. Perché intravede un orizzonte di macerie possibili, ossia le conseguenze delle frasi di Grillo.
Lo stesso Garante che pochi attimi prima di fronte agli eletti lo aveva definito “uno dei migliori ministri degli Esteri della storia”, un elogio che ad alcuni che è parsa l’indicazione del possibile piano b, ossia il ritorno all’ex capo. Ma Di Maio non cercava certo investiture. E se è vero che con Conte ha spesso avuto rapporti difficili, non si augurava affatto che Grillo provasse ad affondarlo. Anzi. “Luigi è preoccupatissimo”, lo dicono tutti nel M5S.
In queste ore sta provando a rimettere assieme i cocci, e in tanti gli hanno chiesto di intercedere. Compresi alcuni di quei deputati che giovedì, a botta calda, avevano riso e battuto le mani al Grillo che faceva l’imitazione di Conte. Alcuni veterani, come Carla Ruocco, già membro del Direttorio su diretta indicazione di Grillo, o l’ex sottosegretario Angelo Tofalo, sono corsi a farsi la foto con il fondatore, come a ribadire da che parte stanno. Mentre un senatore al secondo mandato, Gianni Girotto, ha diffuso un video per dire che non era successo nulla e “che l’accordo si farà, ce lo hanno assicurato Beppe e Giuseppe”. Ma anche diversi deputati al primo mandato a discorso appena finito sorridevano e minimizzavano: “Ma no, Beppe ha solo ribadito alcuni punti, e poi ha detto che chiuderanno l’accordo”. Soprattutto alla Camera, il corpaccione del M5S pendeva soprattutto per Grillo. Una curvatura che con il passare delle ore si è fatta un po’ meno pronunciata. Mentre il Senato è a chiara maggioranza contiana. Non è un caso che, sempre giovedì, Grillo abbia usato toni meno duri davanti ai senatori. Difficile anche per lui adoperare lo stesso spartito di fronte a big vicini a Conte come Stefano Patuanelli o Paola Taverna, o ad altri eletti come l’ex capogruppo Gianluca Perilli. Ma a temere il peggio ci sono altri maggiorenti come Alfonso Bonafede, l’uomo che ha portato Conte nel M5S, o l’ex ministra dell’istruzione Lucia Azzolina: contiani, ma anche in ottimi rapporti con Di Maio. In tutto questo, lì fuori a bussare è già tornato Davide Casaleggio, o almeno così sospettano diversi parlamentari. “Mi sembra che Beppe abbia ribadito il suo punto di vista sul vincolo dei due mandati, crede fortemente che siano alla base”, dichiara il patron di Rousseau a Radio Capital, come a ricordare che lui a Grillo è ancora affezionato.
Mentre con l’avvocato è tutta un’altra storia: “Le idee sul M5S di Conte non mi sono ancora chiare e non capisco perché questo fantomatico Statuto sia stato tenuto segreto in questi mesi”.
Così tra i contiani già monta il sospetto che Casaleggio speri di ricucire con il Garante, per provare a riscrivere gli accordi appena chiusi con l’ex premier. Fantasmi, magari. Ma al M5S attuale fanno paura anche le ombre.