E per la serie “Lettere luterane”, la posta della settimana.
Caro Daniele, il Vaticano ha chiesto al governo italiano di modificare il ddl Zan, in modo che le scuole cattoliche siano esentate dall’organizzare attività per una futura Giornata contro l’omotransfobia. Sostengono che altrimenti si violerebbe il Concordato, che garantisce libertà di pensiero ai cattolici. (Luisa Zaffi, Udine)
Il ddl Zan non vieta alcuna libertà di pensiero, dunque il Vaticano vuole solo impicciarsi, contando sul ricatto elettorale con cui addomestica da sempre i politici nostrani, per molti dei quali un seggio val bene un rosario. (Salvini ha ringraziato il Vaticano per il suo “buon senso”, casomai fosse necessaria una prova che elogiare il “buon senso” è sempre di destra.) Il Vaticano questa richiesta non potrebbe farla alla Francia, perché la loro Costituzione, giustamente, vieta di stipulare concordati, che come vediamo consentono ingerenze incongrue: questa è solo l’ennesima di una lunga serie (eutanasia, staminali, fecondazione assistita, matrimoni omosessuali, pillola, aborto, divorzio…). Inoltre la Chiesa, che si atteggia a rappresentante di Dio sulla Terra, lucra sul meccanismo truffaldino dell’8 per mille: col 40% di preferenze espresse dai contribuenti, riceve l’85% del gettito d’imposta (dati del 2007). Questo andazzo va sanato subito, Stato italiano che dormi: poi entra finalmente nel 21° secolo, e annulla il Concordato. Il Vaticano potrà consolarsi con la rappresentanza – che so – della Vorwerk Folletto: vendere Dio non è diverso dal vendere aspirapolveri. Con la differenza che gli aspirapolveri esistono. Bertone che ti spiccia casa: quale miglior testimonianza del Vangelo?
Si celebrano i 20 anni di La7 e di te non c’è traccia nelle commemorazioni. (Sergio Ghermandi, Modena)
Sono il loro convitato di pietra. Nel 2007 chiusero il mio Decameron dopo la quinta puntata con un pretesto (la battuta su Giuliano Ferrara che apriva la puntata sulla guerra coloniale, criminale e illegale di Bush, Blair e Berlusconi in Iraq). Nella sesta, mai trasmessa, aprivo con un monologo di 20 minuti dedicato alla Spe Salvi di Ratzinger e alle ingerenze del Vaticano nelle questioni dello Stato italiano (diritti civili, eutanasia, staminali, Cus, fecondazione assistita). Alla chiusura, il Cdr di La7 denunciò una censura nella censura: “Con un incomprensibile e arrogante atto censorio, il vicedirettore Pina Debbi ha deciso di non inserire nell’edizione notturna del tg dell’8 dicembre la notizia, un fatto gravissimo che ostacola il dovere di completa e libera informazione del telegiornale di La7” danneggiando “l’immagine di imparzialità e professionalità della redazione” e alimentando “sospetti sui reali motivi della sospensione del programma”. Adalberto Baldini, del Cdr, disse: “Ogni volta che La7 fa un programma di successo, e Decameron, con punte di 2,7 milioni di spettatori, lo è, viene stoppato. Per la pubblicità le aziende, anche Rai e Mediaset, si contendono pure lo 0,1% di ascolti. E se un programma scompagina gli ascolti è meglio chiuderlo. La7 deve chiarirci che posizione vuole avere sul duopolio Rai-Mediaset”. Venduto ai pubblicitari per uno share stimato del 2,3%, Decameron aveva punte del 9% (al sabato notte, dove prima La7 faceva lo 0,9). La7 mi fece causa, accusandomi pure di plagio: perse e dovette risarcirmi. Secondo la sentenza, La7 aveva chiuso Decameron in modo arbitrario e illegittimo; la battuta su Ferrara non era insulto, ma satira; la battuta su Ferrara non era plagio. Peccato che tu non abbia potuto vedere le altre 5 puntate, Sergio: erano splendide e piene di risate. Per approfondire, c’è questa rassegna stampa curata da aficionados del vecchio blog: bit.ly/3gOPLgx