Continuiamo coi cenni storici per capire meglio, oppure peggio, il casino combinato in Afghanistan dalla ventennale guerra Usa cui abbiamo partecipato in barba alla Costituzione. 1998: Gli Usa bombardano la regione di Khost, facendo strage di civili. I talebani, la cui flotta aerea si riduce a qualche tappeto volante armato di noci di cocco, fanno una proposta a Clinton: indicheranno dove si trova Bin Laden; oppure lo faranno fuori loro, ma gli Usa dovranno attribuirsene l’omicidio, non come fecero con Oswald. Clinton, distratto dai pompini di Monica Lewinsky, lascia cadere la proposta e le sborra in faccia. 1999: la Strategic Review scrive: “La regione Asia centrale-Medio Oriente contiene la più grande concentrazione mondiale di riserve di idrocarburi e merita l’attenzione statunitense”. Gennaio 2001: Bush figlio diventa Presidente: va al potere un’amministrazione guerrafondaia legata agli interessi delle lobby petrolifere. Marzo 2001: primo ultimatum Usa ai talebani: “Consegnateci Bin Laden o vi seppelliamo di petrolio. No, cioè, di bombe, volevamo dire”. Agosto 2001: contro Bin Laden, gli Usa appoggiano Massud, il comandante mujaheddin simbolo della resistenza anti-sovietica e anti-talebana. Ottobre 2001: gli Stati Uniti attaccano l’Afghanistan e in due mesi rovesciano il regime talebano. Il portavoce dei talebani, il mullah Abdul Salam Zaeef, dice: “Domani i talebani cominceranno a consegnare le loro armi. Credo che dovremo tornare a casa”. Ma gli Usa rifiutano la resa: vogliono continuare la guerra per cancellare i talebani dal Paese. Intanto insediano Karzai (che in afghano significa “pupazzo della Cia”) e impongono uno Stato centralizzato di tipo occidentale. Karzai si mette subito al lavoro: amplia il divario fra ricchi e poveri, estende la corruzione a giudici e polizia, coinvolge ministri in scandali immobiliari, e cede l’economia al narcotraffico (suo fratello diventerà uno dei maggiori narcotrafficanti afghani. Nel 2006, l’Afghanistan batterà ogni record nella raccolta di oppio – 6.100 tonnellate, ovvero il 92% della fornitura mondiale – nonostante l’Amministrazione Bush, con l’Europa, avesse fatto piovere in Afghanistan miliardi di dollari per un programma di eradicazione delle piantagioni di oppio. Un funzionario Onu, Anton Maria Costa, attribuisce la colpa ai talebani, anche se i talebani erano sempre stati contro la coltivazione di oppio, in quanto contraria ai princìpi dell’Islam: sotto i talebani, il raccolto dell’oppio era calato del 95%. La guerra alla droga e al terrore, insomma, ha avuto come risultato l’incremento della guerra, della droga e del terrore. L’aspetto positivo è che tutto questo oppio, adesso, sarà molto utile ai reduci Usa). Nelle città un tempo sotto il controllo talebano, dove vigeva la sharia più rigorosa, per la prima volta dopo anni le donne afghane possono togliersi il velo e camminare tranquille per le strade. Zoccole. Qualche anno dopo, Bush dichiarerà: “L’Afghanistan ha oggi una nuova Costituzione, che garantisce elezioni libere e voto alle donne. Si intraprendono nuove attività commerciali, si aprono nuovi ospedali e centri di assistenza, e i bambini sono tornati a scuola. Oh, e come se non bastasse: eroina, eroina, eroina. Ci sono enormi possibilità occupazionali nel ramo eroina”. Cheney propone di adottare la sharia negli Usa. Rumsfeld annuncia una taglia da 25 milioni di dollari a chi cattura Bin Laden, Bin Laden ne annuncia una di 100 milioni a chi non lo fa. Viene preso in Afghanistan John Walker Lynn, un americano ventenne che studiava in Pakistan e stava combattendo insieme coi talebani. L’Fbi definisce il caso il peggior progetto Erasmus di tutti i tempi. (4. Continua)