La quarantena dovuta a una sospetta infezione da Covid fa slittare di sei mesi un processo di secondo grado per fatture false conclusosi in primo grado con la condanna degli imputati. Sei mesi di rinvio per un tampone. Non per una malattia, ma per un timore di malattia. Sarebbe una notizia già così, sulla lentezza della giustizia quando persegue i reati dei colletti bianchi. Fa ancora più notizia appresi i nomi degli imputati: Tiziano Renzi e Laura Bovoli. Ovvero il padre e la madre dell’ex premier.
È successo a Firenze, in Corte d’Appello, dove i genitori di Matteo Renzi proveranno a ribaltare le condanne collegate alle società di famiglia Party ed Eventi 6, e alle fatture degli studi di fattibilità per lavori all’outlet The Mall dell’imprenditore Luigi D’Agostino. Renzi sr. ha presentato attraverso l’avvocato Federico Bagattini un’istanza di legittimo impedimento col certificato medico che gli impone di rimanere a casa in attesa dell’esito del tampone. In quarantena anche la signora Bovoli.
Fin qui tutto ok, doveroso il rinvio e offenderemmo l’intelligenza dei lettori se spiegassimo il perché. Quel che convince meno è la durata: udienza al 16 dicembre. Tutti mesi guadagnati verso la prescrizione? No. Nei casi di legittimo impedimento dell’imputato, come questo, la prescrizione viene sospesa, concetto rafforzato dai uno dei decreti Ristori scritti per affrontare l’emergenza coronavirus, Tribunali compresi. A un’attenta lettura dell’articolo 159 del codice di procedura penale, però, l’avvocato dell’imputato – parliamo in generale – potrebbe produrre in futuro un documento che attesti, come tutti ci auguriamo, che il cliente sia risultato negativo al test, o con prognosi breve. E così avanzare una nuova istanza che riduca a 60 giorni, quelli previsti dal codice, la sospensione.
I fatti sotto processo risalgono al 2015 e la prescrizione è ancora lontana. D’Agostino era amministratore delegato della Tramor, società di gestione dell’outlet The Mall di Leccio di Reggello (Firenze), e avrebbe incaricato le società Party ed Eventi 6, entrambe facenti capo ai Renzi, di studi di fattibilità per lavori all’outlet. Due le fatture ritenute false dall’accusa: una da 20.000 euro e l’altra da 140.000 euro. In primo grado, il 7 ottobre 2019, il Tribunale di Firenze ha condannato Tiziano Renzi e Laura Bovoli a 1 anno e 9 mesi, mentre Dagostino, riconosciuto colpevole anche di truffa aggravata, a 2 anni.