Imposta di successione, tutti difendono quell’1%
Dopo 40 anni di esperienza bancaria su redditi e patrimoni della clientela e commentando a tal proposito il sociologo De Masi, avevo scritto la mia idea di patrimoniale. Oggi constato che qualcosa si sta muovendo dopo la mini proposta di successione di Letta, ma guardando la Gruber l’altra sera (unico programma che ascolto per via della presenza a turno dei giornalisti del Fatto), non potevo che sorridere amaramente nel constatare che, mentre nessuno si è preoccupato di gridare allo scandalo col blocco della rivalutazione delle pensioni edito da Monti e che riguardava una percentuale vicino al 70%, oggi si elevano tutti a fiscalisti ed economisti per difendere quell’1% che sarebbero destinatari di tale tassa. Povera patria, canterebbe Francuzzo.
Anna Lanciotti
Conte recuperi lo spirito originale del Movimento
Io non so che storia abbia visto la ministra Fabiana Dadone quando afferma sul Fatto di ieri che “noi dovevamo entrare in questo governo per monitorare e imporre i nostri temi… così hanno deciso i nostri iscritti”. A parte che il quesito a me è parso una presa in giro così come è stato proposto, ma monitorare e imporre i propri temi non mi sembra un obiettivo esattamente raggiunto, anzi… al contrario. Perciò penso che Conte tra le altre cose dovrà recuperare almeno in parte il ruolo originario che ha permesso ai 5 Stelle di arrivare ad oltre il 30% dei consensi. Per fare questo sarà fondamentale far rientrare nei ranghi Di Battista. Il tempo per recuperare posizioni nei sondaggi c’è.
Delfino Biscotti
Riaperture di Draghi, affrettate o “ragionate”?
Provo un certo disgusto nell’assistere agli sciacallanti attacchi rivolti al prof. Galli e al Fatto, colpevoli di essere stati prudentemente contrari ad aperture premature, ergo al governo. Mi domando e ti chiedo: siamo davvero sicuri che le aperture anticipate siano state il grande successo di un azzardo ragionato descritto? Draghi, nei suoi “calcoli”, ha preso in considerazione un aspetto che, quantomeno, andava ponderato. E cioè: quanti contagi, quante terapie intensive e quanti decessi si sarebbero evitati mantenendo le chiusure più a lungo? Se mai quel “ragionato” come criterio motivante sottintendeva l’accettazione potenziale di rallentare la curva pandemica decrescente, si dovrebbe dedurre che siano stati messi in conto contagi e vittime in nome dell’economia e contro la Costituzione. Penso che il governo Conte avrebbe sicuramente tenuto maggiormente in considerazione la salute dei cittadini come diritto primario, catalizzatore di tutto il resto. Economia compresa.
Giovanni Marini
Brugnaro leader come B. ascolti la lezione di Totò
L’imprenditore Luigi Brugnaro, sindaco di Venezia, si propone come il nuovo demiurgo della politica. Con Giovanni Toti di “Cambiamo!”, ha appena fondato “Coraggio Italia”, un agglomerato di transfughi che cercavano disperatamente di accasarsi. Brugnaro si sente il vero successore di Berlusconi, parla già da leader nazionale: “Datemi due anni e vedrete. So costruire perché ho fatto architettura”. Insomma, più o meno, come direbbe Totò, “uno studente che studia, che deve tenere la testa al solito posto, cioè sul collo”.
Marcello Buttazzo
Dedico “Non c’è” al M5S: in tv si vede solo la destra
Nel condividere in toto l’articolo di Andrea Scanzi del 2 giugno sul Fatto, aggiungo: ascoltate l’ultimo brano di Edoardo Bennato, ponendo attenzione alle parole, dal titolo Non c’è. Si addice perfettamente ai 5 Stelle di oggi! Il loro “non c’è” si articola in 3 parti: 1) La mancanza di un leader; 2) La circostanza prevedibile già nel 2018 che molti eletti fossero opportunisti e voltagabbana; 3) Non aver compreso, e non solo Di Maio e gli altri leader, che se non appari continuamente e con dialettica efficace nelle TV nazionali e locali a rivendicare ciò che si è fatto, la gente non sa. Ad esempio, qui a Messina la Gelmini e la Carfagna appaiono tutti i giorni nelle due emittenti locali per prendersi il merito dello sbaraccamento, quando il Movimento è riuscito a mantenere l’importantissima autorità portuale a Messina. E la maggior parte delle persone che si informano solo dai faziosi giornali e Tv locali non ne hanno saputo nulla.
Giacomo Calzavara
“Matheo Renzi” e l’arte del “lodevole inganno”
“…si tratta a volte di autentiche repliche…”. Ho iniziato con una specie di rebus ma – tormentato da dubbi, incertezze sulla figura, il valore e la forza morale anzitutto di Matteo Renzi – mi sono imbattuto in una sua “incarnazione” precedente. Nel XVII secolo, al tempo di Baltasar Gracian, gesuita illustre e teorico celebrato del cosiddetto “concettismo barocco”. Non vado oltre quanto ho appena accennato per dir subito che in un trattato tuttora inedito di Baltasar de Zúñiga dal titolo El privado perfecto, un “dottor Don Matheo Renzi” discetta sul tema della dissimulazione e afferma che il principe può servirsi del “lodevole inganno” per garantire la conservazione e la difesa dei regni. Sostituendo l’espressione “dei regni” con “del potere”, l’analogia tra il Matteo Renzi del Seicento e l’attuale sembra perfetta.
Rosario Moscheo
Semplicemente stupefacente!
M. trav.