Cosa può legare un produttore cinematografico, un malato di SLA, un organizzatore di eventi benefici, un tecnico audio, un consulente informatico, un avvocato, un esperto in diritti d’autore e in investigazioni utilizzate per risolvere intricati casi di cronaca nera? Incredibile, ma vero: il fatto che tutte queste persone siano in realtà la stessa persona. O meglio, le sue innumerevoli identità.
Quella che sto per raccontare è una storia incredibile. Una storia che somiglia alla trama di Prova a prendermi, il film con DiCaprio sulla vita di Frank Abbagnale, il truffatore americano che riuscì a spacciarsi per medico, insegnante, avvocato e pilota di aerei. Solo che in questa vicenda il protagonista si chiama Mirko Zeppellini, 45 anni, originario di Bresso (Milano) e ora residente (pare) in Michigan.
Un anno fa i primi sospetti
Finisco sulle sue tracce per la prima volta durante una puntata di Quarto Grado. Il conduttore Gianluigi Nuzzi stava decantando le lodi di un team di ingegneri americani che, grazie a una strumentazione sofisticatissima, aveva “ripulito” un audio di casa Ciontoli. Questo favoloso team, denominato Emme Team, aveva individuato parole mai ascoltate. Il tizio – un avvocato di Napoli rappresentante della società in Italia – sembrava una specie di venditore di pentole, per cui la cosa mi puzzò. Dopo qualche verifica scoprii che non esistevano società denominate Emme Team. Scoprii, anche, che Emme Team stava pubblicizzando i suoi mirabolanti servizi di consulenza sui giornali e alle Iene, e che iniziava a inserirsi in numerosi casi di cronaca offrendo consulenze capaci di far riaprire indagini. Tutti i suicidi per Emme Team diventavano omicidi, da quello di Tiziana Cantone a quello di Mario Biondo e altri.
Vengo poi a sapere che Roberta Bruzzone, Anna Maria Bernardini De Pace e Maria Rita Parsi hanno denunciato Emme Team: la società infatti aveva promesso loro (senza successo) risarcimenti per violazioni di copyright. Chiedo a Roberta Bruzzone chi fosse il loro referente. “Tale John Peschiera, lo vedevamo solo via Skype, ma si mostrava di rado. Diceva di essere in America”. Fatto sta che alla stipula del contratto con la Bernardini De Pace la Emme Team presenta il documento di identità di tale Henry Iovine, nato a Milano. Le tre, tramite controllo anagrafico, scoprono che non esistono né Iovine né Peschiera.
La bolla-balla mediatica
Quindi tutti i programmi tv e i giornali che stanno citando Emme Team come grande società di consulenza, in realtà parlano di qualcosa che non esiste. E le Procure stanno avviando indagini sulla base di consulenze non si sa di chi. La Procura di Napoli Nord decide addirittura la riesumazione della salma di Tiziana Cantone, dopo che la madre di Tiziana si affida a Emme Team per nuove (improbabili) indagini. Bobby Solo e Mogol affidano a Emme Team il compito di recuperare diritti delle loro canzoni. Numerosi familiari di vittime si rivolgono all’inesistente “John Peschiera”. Fior di avvocati dicono di essere suoi referenti italiani.
La svolta
Brancolo nel buio finché, tramite la foto presente sul documento (falso) che Emme Team ha fornito alla Bernardini De Pace, scopro, grazie alle ricerche della Bruzzone, che il volto ritratto in foto è quello di tal Mirko Zeppellini da Bresso. E qui si apre il capitolo Prova a prendermi.
Chiamo una sua vecchia amica: “Una sera mi portò a un concerto di Renato Zero dicendomi che saremmo andati a cena con lui, che era suo amico. Finimmo per rincorrere Zero in macchina, non lo conosceva”. E fin qui.
Poi, nel 2011, Mirko Zeppellini col nome d’arte John Kaylin si spaccia per un produttore cinematografico. Annuncia il colossal Foibe alla stampa così: “152 ruoli, uno dei più grandi film corali della storia”. Convince Enzo Iacchetti a fare il regista, Nicolas Vaporidis a recitare nel film. Chiamo Vaporidis: “Ero a Los Angeles, incontro Zeppellini che diceva di essere malato di SLA, aveva le stampelle. Il contratto era ben fatto, mi faceva i nomi di Giannini, Haber… Gli diedi 25.000 euro per contribuire alla produzione. Stava con una donna polacca, che era incinta. Poi scoprii che in Italia si era spacciato per qualcun altro. Lo affrontai, tremava. Era tutta una truffa, il film non esisteva. Non ho più rivisto i miei soldi”.
Già, ma per chi si era spacciato prima della fuga in America? Contatto Livio, noto musicista, che ha conosciuto bene Zeppellini: “Lo conosco nel 2003. Diceva di aver fatto un documentario con Spielberg. Si era presentato come avvocato del prestigioso Studio Legale Triberti. Mi curò la consulenza per un contratto con Warner. Lo incontravo nello studio legale ma sempre nel tardo pomeriggio quando l’ufficio si svuotava… Fatto sta che gli affido tutti i contratti e poi un giorno scopro che non era iscritto all’Ordine degli avvocati. Lui mi dice che è laureato in Fisica. Viene fatto un esposto, lo studio legale Triberti scopre che Mirko usa la carta intestata dello studio e spiega che è il loro tecnico informatico”.
Zeppellini sparisce, ma Livio lo incontra di nuovo per caso nel 2012 a Los Angeles: “Entro nel famoso locale di Pulp Fiction e lo vedo. Era tinto di biondo, vestito elegante, con una donna bellissima. Lo chiamo, ma mi ignora. Poi mi fa cenno di seguirlo. Lì mi dice che la donna con lui lo conosce con un altro nome, ora fa cinema”. Dopo un po’ su Internet digito il suo nome e scopro che lo cerca l’Fbi: ha varie identità. “Non sono stupito di nulla, posso dirti che il suo film preferito era Prova a prendermi, aveva il mito di Frank Abbagnale”. E aggiunge: “Un giorno nel 2014 arrivo a Roma e incontro il figlio di Morricone, mi dice che ha incontrato a Seattle tal Mirko Zeppellini e che gli organizzerà un concerto, mi viene un colpo”. Il concerto non ci sarà mai. Zeppellini viene arrestato a Las Vegas nel dicembre del 2016 per truffe e riciclaggio.
L’arresto a Las Vegas
Il tribunale lo giudica incapace di comprendere le accuse, trascorre due anni tra carcere e una struttura per supporti psichiatrici, gli viene diagnosticato un disturbo delirante con manie di persecuzione e grandezza. Non è dunque condannato penalmente, ma a risarcire le persone truffate per centinaia di migliaia di dollari. Nel 2018 torna a essere una persona libera. Solo che dopo qualche mese crea “Emme Team”. E in Italia, giornalisti e Procure, abboccano come pesci. Ora speriamo solo che non si metta a pilotare aerei.