“La Superlega è una nuova competizione europea tra 20 top club, composta da 15 club fondatori e 5 qualificati annualmente. Ci saranno due gironi da 10 squadre ciascuno che giocheranno partite in casa e fuori all’interno del gruppo ogni anno. Riunendo i migliori club e giocatori del mondo, la Superlega regalerà emozioni e drammi mai visti prima nel calcio”.
Detto che l’unico dramma effettivamente consumatosi è stato quello della morte del neonato nella culla prim’ancora di udire il suo primo vagito, roba che nemmeno nella scena finale di Rosemary’s baby, sono queste le parole che a distanza di 50 giorni è ancora possibile leggere nel sito thesuperleague.com comparso d’incanto nella galassia del web nella notte tra domenica 18 e lunedì 19 aprile 2021 contestualmente all’annuncio della nascita dell’Orrida Creatura messa a punto in laboratorio dai novelli dr. Frankenstein Florentino Perez, presidente del Real Madrid, e Andrea Agnelli, presidente della Juventus. Che qualcosa non fosse andato per il verso giusto era apparso subito chiaro: per dirne una, i “15 club fondatori” erano in realtà 12 (all’ultimo momento se l’erano data a gambe Bayern Monaco, Borussia Dortmund e Psg, un quinto del battaglione), un po’ come se il mostro di Frankenstein si fosse mostrato agli astanti, a fine esperimento, senza una gamba, senza un braccio e senza un occhio.
Ma come si sarebbe sviluppata questa meraviglia di nuovo torneo annunciato al via già ad agosto 2021? “Dopo la fase a gironi – si legge ancor’oggi nel sito – 8 club si qualificheranno per un torneo ad eliminazione diretta, giocando in casa e fuori fino alla finale di Superlega in partita unica, in quattro emozionanti weekend”. Di emozionante ci furono invece le 48 ore che seguirono il Grande Annuncio: due giorni che videro l’abbandono del campo di battaglia, in un esilarante effetto domino, di ben 9 dei 12 combattenti, ossia tre quarti dei superstiti di questa Armata Brancaleone 2.0.
Non un gran kolossal, a giudicare dalla sceneggiatura. Ma come Hiroo Onoda, il militare giapponese che a 30 anni dalla fine della seconda guerra mondiale ancora si aggirava nella giungla dell’isola filippina di Lubang rifiutandosi di credere che la guerra fosse finita, anche i marmittoni Perez (Real Madrid), Agnelli (Juventus) e Laporta (Barcellona), continuano ad aggirarsi torvi nella giungla del Pianeta Pallone armati fino ai denti. La loro Creatura, nata morta, sia pure senza troppi onori ha avuto la giusta sepoltura ma loro non vogliono crederci e si rifugiano in trincea, ricaricano i fucili e urlano a tutti di arrendersi. Il moto di ribrezzo che l’intero mondo ha avuto di fronte al loro Progetto non li tocca: loro vogliono la Superlega e tutti dovranno passare sui loro cadaveri. Questa è la terza guerra mondiale: Hiroo Onoda la vuole vincere.
Oggi, a quasi due mesi dall’abortito progetto, l’Uefa si è stufata e adesso vorrebbe lasciarli fuori: che sarebbe il minimo, dopo il pandemonio creato. Invece loro si ribellano. Avevano pensato a un torneo a numero chiuso, a un calcio che avrebbe chiuso le porte in faccia al resto del mondo; e adesso che qualcuno dice loro “scusate tanto, per un anno o due avremmo pensato di lasciarvi fuori dalle nostre coppe, magari per schiarirvi meglio le idee”, loro si rivoltano, urlano e strepitano. E si rimettono l’elmetto.
Diciamolo: Sturmtruppen faceva ridere, ma non così tanto.