Un video diffuso sui social mostra decine di incappucciati, vestiti di nero, che prendono a calci un furgoncino con la sigla sindacale CGT e agitano sbarre di ferro mandando in frantumi i finestrini. In un altro video lanciano oggetti e strattonano i militanti, coprendoli di insulti. Si vede anche un furgone del sindacato saccheggiato e imbrattato con la scritta CGT collabò, “CGT collaborazionista”, sottinteso “del governo”. Il primo maggio sono tornate le manifestazioni di piazza in Francia, dopo la parentesi del 2020 quando, nel pieno del primo lockdown per l’epidemia di Covid-19, il tradizionale corteo della festa dei lavoratori era stato annullato. Sabato più di 100.000 persone (170.000 per i sindacati) si sono riunite in tutto il paese, tra 17 mila e 25 mila a Parigi.
Gli incidenti sono avvenuti nella capitale, dove il corteo era partito alle 14 dalla Place de la République. Poco dopo, già i primi scontri tra black bloc e poliziotti, lacrimogeni e roghi accesi sul boulevard. Poi, alle 18, in Place de la Nation, punto di arrivo del corteo, sono i militanti della Confédération Générale du Travail, uno dei principali sindacati dei lavoratori, a diventare bersaglio di attacchi. La polizia ha dovuto ricorrere ai cannoni ad acqua per disperdere la folla. A fine giornata, da dati della prefettura, 46 persone sono state fermate a Parigi. Il bilancio per la Cgt è stato di 21 militanti feriti: “Insulti omofobi, sessisti, razzisti, sono stati seguiti da atti di vandalismo – ha scritto il sindacato in una nota –. L’odio si è espresso in una furia di colpi e di lanci di oggetti”. Chi sono gli incappucciati? Alcuni portavano il gilet catarifrangente simbolo dei Gilet gialli, il movimento anti-ingiustizie che scatenò una profonda crisi sociale nel 2018 e che sopravvive ancora, ma senza la forza di allora. Per Benjamin Amar, della direzione nazionale della Cgt, gli “insulti di classe” gridati dai black bloc sono “tipici dell’estrema destra”. La procura di Parigi ha aperto un’inchiesta per violenze. Scendere in piazza in Francia non era più una festa, neanche il primo maggio, già prima del Covid. E non lo è neanche ora anche se il Paese, dopo il terzo lockdown e malgrado i contagi ancora alti (circa 20.000 al giorno), si prepara, il 19, a riaprire dehors dei ristoranti, musei, teatri e cinema, dopo sei mesi di chiusura senza interruzione, oltre che di proteste, occupazioni, fronde dei professionisti del settore rimaste per lo più inascoltate.
Di fronte a un popolo stanco delle misure anti-Covid, che scalpita per tornare a vivere e a lavorare, con feste clandestine scoperte tutti i giorni (più di 300 tra gennaio e marzo), Macron cede a convivere col virus e si affida alla campagna vaccinale. A un anno dalle presidenziali, i sondaggi prevedono già un nuovo duello con Marine Le Pen al ballottaggio. La leader del Rassemblement national si afferma tra i giovani, approfitta della rabbia che agita quartieri e periferie, galoppa sui risentimenti alimentati dagli attentati islamisti e sulle delusioni che accompagnano il mandato di Macron, segnato dagli scioperi prima e dai flop nella gestione sanitaria poi. Il corteo di sabato era stato voluto dalla Cgt per rilanciare le rivendicazioni su lavoro, stipendi, protezione sociale e libertà. Perché, sostengono i sindacati, le conseguenze della crisi attuale non siano pagate dai lavoratori. Perché, ha detto il leader della Cgt, Philippe Martinez, “i mesi che verranno non siano uguali a quelli che hanno preceduto il lockdown, mesi di ristrutturazioni, con tanti soldi per chi ne ha già e ancora meno per chi non ne ha”. La riforma dei sussidi di disoccupazione che, a partire da luglio, complicherà l’accesso agli assegni, è uno dei principali motivi di malcontento. “È scandaloso. I nostri compagni sono stati vittime di un’imboscata”, ha commentato il leader Cgt dopo l’attacco ai suoi, denunciando la “cattiva gestione” della sicurezza da parte delle autorità. Le violenze sono state condannate da tutti, esponenti politici e membri del governo. “I black bloc stanno uccidendo il diritto di sciopero nel nostro Paese”, ha detto Xavier Bertrand della destra Les Républicains. “I fatti sono gravi. Dove sta andando la Francia?”, chiede l’“indomito” dell’ultra sinistra Jean-Luc Mélenchon. Già il primo maggio 2019 Philippe Martinez era stato allontanato di forza dal corteo che si trasformava in guerriglia. Ma ora i casseurs se la sono presa direttamente con i militanti. Per il ministro della Giustizia, Eric Dupond-Moretti, quello che è successo sabato è il segno “di una perdita di punti di riferimento”. Bernard Vivier, direttore dell’Istituto superiore del lavoro, fa notare come “per certe frange della contestazione l’immagine della Cgt è sempre più associata a un’organizzazione guardiana dell’ordine. Questo spiega la critica: Cgt collabò”.