“Si tratta di uno dei disastri civili più duri che Israele abbia mai conosciuto”. Le vittime sono 45, i feriti centinaia; polizia e forze di sicurezza sono sotto assistenza psicologica così come i sopravvissuti. Le foto e i video in Rete sono angoscianti: “Vi prego di non pubblicarne più, le famiglie delle vittime stanno già soffrendo abbastanza”, ha chiesto il premier Benjamin Netanyahu dal Monte Meron, dove cadaveri coperti dai teli sono allineati poco distanti dal cumulo di oggetti rimasti a terra, occhiali e capelli schiacciati sotto il peso della calca. “Stavo andando a vedere l’accensione del falò, improvvisamente sono stato travolto da un’onda. I nostri corpi venivano trascinati via, le persone sono state sbalzate in aria, altre schiacciate a terra. Un bambino che si aggrappava alla mia gamba per salvarsi. È stato terribile”. David è uno delle centinaia di testimoni della scena infernale avvenuta giovedì alla ricorrenza di Lag B’Omer della comunità Haredi, annuale festa religiosa in onore del rabbino Shimon Bar Yochai, saggio del II secolo ritenuto autore dello Zohar, testo fondamentale del misticismo ebraico. A quanto ricostruito dalla polizia, i partecipanti della setta di Tolodot Aharon sarebbero scivolati sulla rampa che porta al piazzale sottostante. “C’erano dalle 7 alle 10 mila persone”, assicurano testimoni. “Urla, caos. Abbiamo pensato che ci fosse un allarme bomba”, ha raccontato un pellegrino a Channel 12 Tv.
Da altre ricostruzioni pare che a bloccare il cancello d’uscita a fine rampa fosse la polizia. “In quella fretta ci siamo buttati gli uni sugli altri. Ho visto persone morte accanto a me”, ha raccontato Maariv. All’incredulità generale e al dolore della comunità ortodossa e di Israele tutto – che domenica osserverà un giorno di lutto nazionale –, si aggiunge la domanda: come è stato possibile? Netanyahu ha promesso un’inchiesta. Polemiche e rimpalli di responsabilità non mancano. Ma c’è anche chi fa autocritica. Yossi Elituv, giornalista ortodosso direttore del settimanale Mishpacha e conduttore di Israel Radio, attacca la sua comunità per l’insofferenza mostrata alle misure anti-Covid. Già l’anno scorso le celebrazioni erano state ridotte causa virus e quest’anno il ministero della Sanità aveva sconsigliato – invano – di partecipare al pellegrinaggio e al festival che raccoglie la folla sul Monte Meron con canti, balli e falò fino all’alba, per evitare un nuovo dilagare di contagi. Alle celebrazioni si stima fossero presenti 100 mila persone. “La nostra comunità ha il dovere di imparare la lezione”, twitta Elituv che attacca l’organizzazione caotica del pellegrinaggio divisa tra sette chassidiche in competizione tra loro. “Il nostro primo e immediato compito è liberare il Monte dal controllo delle sette”, ha esortato il giornalista. “Lo Stato deve istituire un’autorità per gestire il sito”. Il riferimento è alla setta Tolodot Aharon, il gruppo con sede a Gerusalemme meglio organizzato e coeso della comunità ultraortodossa. Hanno eretto barriere sociali e culturali e ogni tipo di intervento negli affari interni è visto come un’usurpazione del loro sistema di credenze. Le tensioni erano iniziate giovedì pomeriggio, quando due persone erano state arrestate negli scontri con la polizia apostrofata come “nazista” mentre cercavano di far rispettare le regole anti-assembramento. Tuttavia, nonostante i 5 mila agenti, il governo non è riuscito a raggiungere un accordo su come gestire le celebrazioni, con il premier Netanyahu, secondo fonti a lui vicine, reticente nel far arrabbiare i politici Haredi con le restrizioni. Secondo l’editorialista di Haaretz, Anshel Pfeffer, la causa di ciò che è avvenuto è da ricercare nell’autonomia lasciata da “tutti i governi alla comunità Haredi non solo sulla tomba di Rabbi Shimon ma anche sui quartieri ultraortodossi di Gerusalemme e Bnei Berak”. Secondo il giornalista, “che le strutture traballanti intorno al complesso fossero inadeguate era emerso in due rapporti del controllore statale”. Ma il governo non ha agito “in un luogo in cui le leggi dello Stato semplicemente non si applicano”.