“L’importante è che Conte abbia detto che il M5S ci sarà”. Scherza Enrico Letta, quando il collegamento con Giuseppe Conte salta per la seconda volta. Ma sorridendo il segretario del Pd riassume il senso della diretta pomeridiana su Zoom voluta da Goffredo Bettini, “Verso le Agorà”, e introdotta da Massimiliano Smeriglio, che mette insieme Letta, Conte e Elly Schlein. Prove tecniche di “campo largo progressista” come lo definiscono i partecipanti. Con l’avvocato che per la prima volta colloca chiaramente il M5S a sinistra. E pazienza se in serata con l’Adnkronos aggiusterà parzialmente il tiro: “Il M5S manterrà la sua vocazione trasversale, e ha una chiara determinazione ad allargare il campo anche a temi dell’elettorato moderato”. Letta tira comunque un sospiro di sollievo.
Però sarà un percorso a medio termine, per un’alleanza che deve compattarsi per le Politiche. “Le Amministrative saranno solo un passaggio” teorizza il segretario dem, consapevole come l’avvocato che per le Comunali non ci potrà essere un’intesa compiuta. Lo stesso Conte lo aveva detto in mattinata: “I tempi non sono maturi per una alleanza a tutto tondo”. Troppi gli ostacoli in troppe città, a cominciare da Roma, dove dem e grillini correranno divisi. E poi Conte non è ancora è il capo dei 5Stelle. Serve altro tempo, e si evince anche dal tentativo di Bettini di pungolare gli altri, sia spingendo sulla sua idea di amalgama, sia invitando a cominciare a pensare al dopo Draghi. Letta è su una linea diversa: per un campo più largo e per un sostegno convinto al governo. Sarà un caso, ma per buona parte del dibattito il padrone di casa si fa cogliere con le mani nei capelli.
Di sicuro Conte neanche nomina le Comunali. Promette di stare per chiudere il sospiratissimo piano di rifondazione del M5S: “Ancora qualche giorno per il processo ricostituente”. Il tempo di aspettare la sentenza di oggi della Corte d’appello di Cagliari, presso cui il reggente Vito Crimi ha presentato ricorso contro la nomina di un curatore speciale per il Movimento. Se venisse accolto Crimi verrebbe riconosciuto come rappresentante legale del M5S, e Davide Casaleggio dovrebbe consegnare i dati degli iscritti, necessari per votare vertici e il Statuto dei 5Stelle, insomma per far partire l’era Conte.
Ma con una piattaforma diversa da quella di Casaleggio, conferma l’avvocato nella diretta web, “perché bisogna chiarire che la responsabilità politica deve essere distinta dalla gestione tecnica”. E d’altronde ieri Rousseau si è ufficialmente offerta a “liste civiche” che vogliano utilizzarla. Ma Conte pensa già ad altro. Al nuovo M5S dove “competenza e capacità” saranno fondamentali, “perché uno non vale l’altro”. Soprattutto, colloca i 5Stelle nel centrosinistra. Certo, “sinistra e destra sono categorie che hanno perso un po’ delle originali connotazioni” sostiene. Però il Movimento, assicura si può rivelare “senz’altro di sinistra”, perché “ha espresso una carica progressista, forse la più efficace, rispetto allo status quo”. Per rafforzare la sua tesi l’ex premier arriva ad assolversi per le scelte sui migranti ai tempi del governo gialloverde: “Non è mai successo con un mio governo che un porto rimanesse chiuso, alla fine sono sbarcati comunque”. Rivendica il no al Mes, pungendo ovviamente Matteo Renzi: “Qualcuno ora si nasconde, ma era una soluzione inadeguata”. Ma tutto il suo discorso promette una linea politica antitetica “al neo-liberismo arrogante”. Una piattaforma per “questo campo con Pd e Leu, alternativo al sovranismo delle destre”. Chiude qui, il premier del governo “che è morto di freddo” sibila Bettini, sarcastico con chi lo accusava di gridare al complotto.
Un fantasma, come quello di Beppe Grillo, che nessuno nomina. Letta invece arrotonda gli angoli. “Io immagino tutti e tre, io, Giuseppe ed Elly, in una piazza grande, davanti a tanti elettori”, dice. Però subito precisa: “Cito Elly e Giuseppe, ma credo che si dovrebbe allargare il campo ad altri soggetti”. La strada è solo all’inizio.