È giusto vergognarsi di questa classe politica
Siamo schiacciati sotto i viadotti autostradali in nome dei dividendi azionari da spartire, ammansiti dai media che distorcono quasi all’unisono i fatti che contano, anche “spalmati” da morti dagli assessori ansiosi di non perdere consensi elettorali, infine sbeffeggiati dalle ultime schegge impazzite di una politica che ora è sfacciatamente a stipendio da certi dittatori misogini. È pure vero che si è responsabili della classe politica che si legittima, ma agli italiani a questo punto non rimarrebbe che vergognarsi di essere tali.
Gianfranco
Sul nuovo San Siro serve un dibattito aperto
Il dibattito pubblico è un sistema ormai diffuso in tutta Europa: l’amministrazione pubblica rende noto un progetto di interesse pubblico per informare i cittadini, discutere i pro e contro e decidere eventuali proposte. A Milano purtroppo i cittadini vengono a sapere dei progetti a cose fatte, tutto a favore di imprese private. L’Italia ha aderito a questa procedura ma nessuno lo sa, e chi lo sa viene ignorato, come nel caso di San Siro. A fatica, siamo riusciti a scoprire un bel po’ di irregolarità nel progetto e nei fondi, tuttora non chiari. Lo stadio era ed è un pretesto per una operazione finanziaria di notevole misura (lo stravolgimento di un intero quartiere!), di cui il Fatto ha parlato.
Giuliana Filippazzi
DIRITTO DI REPLICA
Gentile direttore, le scrivo in merito all’articolo uscito in data 25 aprile sul suo giornale a firma Stefano Vergine nel quale, al di là di nuove fantasiose ricostruzioni, si torna su un vostro vecchio cavallo di battaglia: la Wadi Venture che in passato voi ed altri giornali avete descritto come “la cassaforte di Carrai” o “il tesoro di Carrai” o “la montagna di soldi di Carrai all’estero” creando un clima di odio e di sospetti nei miei confronti. Mi preme ricordare al riguardo che già una recente sentenza della Cassazione si è dichiarata assolutamente stupita su questa attenzione per questa legittima società arrivando a dire di non capire quale possa essere l’illecito di Carrai nel detenere una legittima partecipazione societaria ancorché all’estero. In ogni caso nell’articolo viene scritto a proposito di Wadi ventures Management Company che il sottoscritto “compare o almeno compariva tra gli azionisti”. Il giornalista scrive inoltre che “il 24 marzo scorso, ha ceduto tutte le sue quote all’israeliano Jonathan Pacifici, presidente del Jewish economic forum”. Devo ringraziare il giornalista di questo presunto scoop per due motivi. Il primo perché, benchè il giornalista abbia omesso l’informazione senza dubbio in suo possesso del valore della mia partecipazione in Wadi Venture, posso dichiarare e far emergere, ora che la notizia della vendita è pubblica e non per mia volontà, che il famoso tesoro di carrai in Lussemburgo di cui il suo giornale e non solo hanno riempito pagine e pagine ammonta a 2500 euro. Sì, direttore, ha capito bene: la mia unica partecipazione estera esistente, come si può anche evincere dalla sezione “partecipazioni estere” della mia denunzia dei redditi, ammontava al valore di 2500 euro. Peraltro detto valore è pari a quello che io versai all’atto di costituzione, non essendosi nel tempo modificato il valore patrimoniale. Questo era il famoso tesoro detenuto nella famosa cassaforte. Io ho provato a dirlo e ridirlo in passato, ma non sono mai stato creduto. Oggi il suo giornalista, pur omettendo la cifra perché forse voleva continuare ad alimentare il complotto pluto giudaico mondiale, mi permette di dichiararlo e accettarlo in modo non confutabile. Il secondo perché essendo questa informazione di vendita acquisibile solo dal Bonifico bancario di appunto 2500 euro che dal legittimo conto della società che ha sede in Israele del dott. Pacifici è stato fatto in data 24 marzo al legittimo conto italiano (non ho conti esteri) del Sottoscritto, qualcuno, come già fatto in passato in mio danno, ha violato l’art. 7 del Testo unico bancario in materia di segreto bancario e su questo i miei legali domani faranno un esposto alla Procura della Repubblica di Firenze. Mi preme rassicurare che detto reato presuppongo non sia stato compiuto dal suo giornalista e che tale notizia non sia pervenuta dell’autorità giudiziaria, avendo messo la Cassazione una parola definitiva in base alla legittimità della mia allora partecipazione che abbiamo oggi scoperto valesse 2500 euro. La liquidazione di questa partecipazione, che oggi tutti gli italiani possono capire non fosse un tesoro, mi darà l’occasione probabilmente di individuare chi ha voluto costruire su di me un’immagine che non mi appartiene utilizzando false informazioni.
Marco Carrai
Ci tengo a rassicurare il dottor Carrai: l’informazione sulla vendita della sua quota di partecipazione nella Wadi Ventures Management Company Sarl non è stata ottenuta violando alcun articolo del Testo unico bancario ma, semplicemente, consultando il registro societario del Granducato del Lussemburgo. Il controvalore della quota (2.500 euro) non è stato riportato perché, come scritto sull’atto di fondazione della Wadi Ventures Management Company Sarl, questa società, che ha in effetti un capitale sociale molto basso, ne controlla un’altra, la Wadi Venture Sca, il cui capitale sottoscritto non è altrettanto esiguo: al 31 dicembre del 2019, è riportato nel bilancio, ammontava infatti a 2,1 milioni di euro. Anche questa cifra non è menzionata nell’articolo, ma nella sua precisazione il dottor Carrai dev’essersi dimenticato di citarla. Per il resto, l’articolo non fa riferimento ad alcun illecito commesso attraverso queste società lussemburghesi.
Ste. Ve.