“Fossi stato ricoverato una settimana dopo, forse non sarei qui a raccontarlo”. Prithvi Salian, 29 anni, impiegato nell’industria navale a Mumbai, si considera un miracolato. Ieri in India per il terzo giorno consecutivo, i nuovi casi di Covid sono stati 346.786 mila, un record mondiale che travolge in particolare il Maharashtra, dove si trova Mumbai (7.221 nuovi casi venerdì). Salian è stato dimesso una decina di giorni fa: “Quando sono risultato positivo credevo che la mia età mi avrebbe protetto”. Invece i danni polmonari hanno portato al ricovero, e pochi giorni dopo è toccato anche a sua madre e sua sorella: “A quel punto, era già diventato impossibile trovate un posto letto in un ospedale privato – a Mumbai molti hanno una assicurazione privata che copre le spese, e nessuno si fida delle strutture pubbliche. Dopo tre giorni, e solo grazie a conoscenze, sono state ricoverate. Mia sorella, che ha 25 anni, in terapia intensiva”.
E non è tutta colpa della famosa variante a “doppia mutazione”, che si pensa si sia originata in India spiega il dottor Akshay Yadav, vicepresidente del Network giovani medici indiani: “Con il lancio delle vaccinazioni, la gente ha iniziato a sentirsi sicura, sono sparite le mascherine, il distanziamento. Così i più giovani si sono ammalati in modo serio, portando il virus a casa” spiega il medico, che lavora nell’ospedale pubblico Sion. “Ricoveriamo ventenni senza comorbità che presentano danni polmonari importanti. Non è diminuito il tasso di infezione tra i più anziani, è aumentato drasticamente quello tra i più giovani”.
Una situazione spaventosa dal punto di vista medico e personale: “Ho 25 anni, mi sono già infettato a ottobre e all’epoca mi dicevo pazienza, non rischio la vita. Ora non è così, e il pensiero genera ulteriore stress”. Al tempo stesso, smentisce la carenza di posti letto: “Nella mia struttura siamo al limite ma posti letto e ossigeno ci sono. La classe media cerca strutture private, non si fida degli ospedali pubblici e sbaglia: da noi il triage è eccellente”. Estremi tipici della cosiddetta Maximum City spiega Sameer Mehta, giornalista freelance: “All’opposto di un anno fa, uno dei distretti più colpiti è l’esclusiva Malabar Hill, quartiere tra i più ricchi d’Asia”. Stando a una analisi del quotidiano Indian Express, il 90% dei casi è concentrato nelle aree più ricche della città e solo il 10% nelle baraccopoli o slum. Secondo Mehta, l’errore delle autorità cittadine, che ora hanno imposto un lockdown più duro, è stato non prevedere che la nuova variante, diffondendosi a tassi senza precedenti, avrebbe investito la metropoli in poche settimane: “Se il governo centrale è stato criticato per aver portato avanti manifestazioni politiche e aver consentito un festival hinduista che ha radunato milioni di persone, a livello locale la stalla è stata chiusa quando i buoi erano scappati. Mumbai è il cuore economico della nazione, è comprensibile il timore di chiudere tutto ma, se da un lato non puoi prevedere una variante, dall’altro la mancanza di ossigeno non è scusabile”. Concorda il dottor Vitthal Salve, di Chhattisgarh, che da tempo studia la situazione di Mumbai: “Dall’amministrazione locale ai privati, tutti cercano forniture di ossigeno e le autorità non erano preparate”. “Il governo si è concentrato troppo sulle vaccinazioni, mentre la popolazione è stata negligente. Il risultato è stata la catastrofe”. Secondo Pratik Jain, 32 anni, la richiesta di ossigeno e posti letto privati su Whatsapp è incessante: “Il mio cellulare non smette di suonare. A differenza della prima ondata, ora a essere colpiti non sono conoscenti ma familiari, amici, colleghi. La mia vicina di casa è stata ricoverata a soli 35 anni. Tanti si curano a casa, e cercano ossigeno” racconta. “Il mercato nero di bombole, ma anche di alcuni medicinali come il Remdesivir, è un problema”, ammette il dottor Dnyaneshwar Dhobale Patil, dell’ospedale pubblico JJ Hospital Mumbai. “La mutazione è più virulenta e con i numeri di Mumbai (circa 20 milioni di abitanti, ndr) è arduo assicurare posti letto e ossigeno. Al momento la mia struttura regge, è stato chiesto di posporre interventi non urgenti, per risparmiare ossigeno”.
Piuttosto, secondo Patil, si sarebbe dovuto lavorare su altri fronti: “Sono stati aumentati i posti letto, ma mancano medici e infermieri. Servono incentivi e retribuzioni in linea con il rischio che si corre”. Sull’altro fronte, i cittadini sono spaventati. E sfiduciati: “Questa è l’ondata dei colletti bianchi” spiega Jaya Shaikh, impiegata 45enne. “Nei mesi scorsi gli uffici sono stati riaperti al 50%, bisognava andare al lavoro ma i treni erano contingentati, così abbiamo condiviso i servizi di car sharing” ricorda. “Inoltre, è iniziata la stagione calda e umida, il meteo ha superato i 35°: indossare la mascherina tutto il giorno è faticoso, qualcuno ha smesso”. Un quadro complesso: “C’è stata generale disattenzione. Gli anziani che per paura non si sono vaccinati, ora lo pagano. Si dice che i dati ufficiali siano sottostimati. Parlando di carenze di ossigeno, i media hanno innescato il panico e il raddoppio dei prezzi. Insomma: una lezione che spero altre nazioni imparino”.