Premessa da cronista dalle suole consumate: sì, il Regno Unito partecipa in spirito al dolore della famiglia reale per la morte del principe Filippo, e le bandiere sono tutte a mezz’asta e fioccano le commosse commemorazioni e le premure per Elisabetta sola e vedova dopo 73 anni di amore coniugale. Però i corpi non appaiono afflitti, sciamano a gruppetti per le strade di nuovo affollate dopo le riaperture dei negozi lunedì scorso, chiacchierano ai tavolini all’aperto dei ristoranti, recuperano il tempo perduto con epiche sbronze nei pub.
C’è dell’ironia nel fatto che i giorni di lutto nazionale abbiano coinciso con questa primaverile uscita da mesi di lockdown; l’aria è fredda ma leggera, i sopravvissuti al secondo inverno del Covid mangiano, bevono, comprano e ci si assolve pensando che a lui, gran viveur in incognito, dispensatore di battute anche atroci per alleggerire il peso del dovere, ligio ma pragmatico e allergico a orpelli e formalità, questa svolta da commedia popolare sarebbe molto piaciuta.
Lo seppelliscono oggi pomeriggio, alla St. George’s Chapel del castello di Windsor, in una cerimonia che lui voleva sobria, poco più di un saluto con gli onori militari, e il Covid ha ristretto anche di più, solo 30 invitati scelti dalla Regina fra gli inevitabili, cioè i 4 figli Charles, Anna, Andrew ed Edward, un po’ di nipoti, rispettivi consorti se presentabili. È quindi esclusa Fergie la Rossa, moglie divorziata dell’orco Andrew ma che Filippo detestava, mentre la rogna Meghan si è risolta con una provvidenziale giustificazione del medico americano per gravidanza avanzata. Harry invece è arrivato, il Paese si chiede se almeno sulla tomba del nonno farà pace con William, la Regina non sembra contarci tanto e durante la processione dietro il feretro li tiene socialmente distanziati grazie al robusto cugino Peter Phillips, stazza solida da rugbista. Pare che tutti volessero sfilare in uniforme militare, come di prammatica e come avrebbe voluto Filippo, ufficiale di marina; solo che, dopo la fuga dalla Firm, Harry è stato spogliato dai patronati militari, far seguire il feretro in borghese solo a lui sarebbe stato vagamente incendiario, la Regina non vuole liti in famiglia proprio ora e ha imposto a tutti il lutto in borghese.
Ci sarà anche Lady Penelope Bradbourne, 67 anni, nota come Countess Mountbatten di Burma e con il soprannome di “e anche”, visto che la invitano ovunque come appendice di qualcun altro da quando, a metà degli anni Novanta, Filippo le insegnò a guidare il calesse. La grande attrazione pop sarà la Land Rover Defender 130 ‘gun bus’, ibrida-elettrica, usata per battute di caccia, patriotticamente prodotta nella fabbrica inglese di Solilhull e modificata secondo le indicazioni del principe. Riferisce Car and Driver che anni fa, parlando del proprio funerale, lui dichiarò: “Oh, non fatela tanto lunga: caricatemi su una Land Rover e portatemi a Windsor”.
Il tocco di Philip, che in effetti ha avuto anni per pensarci, è anche nella scelta delle medaglie sull’altare vicino al feretro, cucite su nove cuscini con filo da pesca trasparente, su cui saranno poste le ali simbolo della Raf e il suo bastone da Feldmaresciallo; i simboli di Grecia e Danimarca, di cui era principe alla nascita; l’Ordine danese dell’Elefante; quello del Redentore; l’Ordine della giarrettiera, che essendo invece britannica al valore simbolico affianca il collare di oro a 22 carati. Il Paese è così, mica va capito. C’è di buono che il tutto ai contribuenti costerà molto meno del previsto e dei funerali precedenti. C’è sempre la tv, con i grandi network che prevedendo ascolti record hanno pagato una postazione fino a 1.200 sterline l’ora. La Bbc non farà copertura a tappeto, dopo gli oltre 100mila messaggi di protesta. C’è la finale di Masterchef.