Liberare il Pd dallo strapotere delle correnti e “mescolare” tutto: la speranza di Enrico Letta di riuscire nella mission impossible di non farsi schiacciare dalle dinamiche interne del suo partito (e dalla complessa dialettica con il governo Draghi) passa da qui. E dunque, appena eletto il segretario, ha lanciato una consultazione nei circoli per definire l’agenda del “suo” Pd. A partecipare sono stati 39.742 iscritti, che hanno prodotto circa 1972 vademecum, in un totale di 2949 circoli. Sono stati sottoposti 21 punti e ogni circolo aveva 100 parole a disposizione per illustrare proposte e criticità. Rispetto alle anticipazioni del Nazareno, qualche tendenza si può già evidenziare: in cima alle priorità restano i diritti dei lavoratori (per il 18,1%), nella tradizione di una formazione di sinistra. Seguono il Next Generation Eu (17,4%), che però in buona parte si sta definendo lontano dalle stanze non solo dei circoli, ma pure dei partiti e la partecipazione (17,3%).
Al punto “L’economia della condivisione”, il 33% sostiene che il Pd debba essere il partito del lavoro e il 12% chiede la partecipazione dei lavoratori agli utili. Per stare nel dibattito di questi tempi, il 37% chiede una riforma del Titolo V. Lo ius soli e i diritti civili degli esclusi sono importanti per il 49%, il voto ai 16enni interessa il 25%. Su come dovrà allearsi il Pd, opinioni diverse: per il 21% serve un centrosinistra unito, sul modello Ulivo, per il 20% il dialogo con M5S, per il 16% riaffermare l’identità del Pd.
Sulla questione, però c’è anche un’altra rilevazione, questa volta torinese: il sondaggio Ipsos commissionato da Francesco Boccia, che dice non solo che il centrosinistra alleato con Guido Saracco vincerebbe al primo turno (con il 50, 8% dei voti), ma anche che il giudizio sull’amministrazione uscente (e dunque sull’Appendino) è positivo per il 45% degli interpellati. Mentre invece il Pd da solo è destinato a perdere: il candidato della destra, Damilano è comunque sopra (con il 42,5% dei voti) a quello del centrosinistra senza M5s (41,5%). Tra i possibili candidati del Pd, il gradimento dell’unitario Saracco rimane il più alto, seguono Mauro Berruto e Stefano Lo Russo (voluto da Chiamparino). Tutto è ancora da decidere, mentre a Roma è ormai certo che si andrà alle primarie, probabilmente a metà giugno.
Tornando ai Circoli. Sul governo Draghi, mentre il 40% si esprime per “il sostegno, ma difendendo la nostra identità”, il 25% crede che sarebbe meglio prepararsi alle elezioni. E il 24% vorrebbe il Pd protagonista del Recovery. Ancora, il 15% dice no alle liste bloccate, per il 4% il taglio dei parlamentari è un problema. Identità in movimento. Le slide complessive sono 50. L’operazione, spiega Michele Bellini, capostaff di Letta, che l’ha coordinata, si è avvalsa di una metodologia mista tra digitale e umano. Anche questo, un tentativo di rivoluzione.