Immagini, video, musica, testi. Tweet, meme, rendering architettonici, personaggi ed elementi per giochi online o mondi virtuali. Nomi di dominio, finanza decentralizzata (DeFi), oggetti da collezione fisici. C’è ben poco che non possa trovare la propria rappresentazione digitale, cristallizzata in un token digitale non fungibile o Nft.
Nei giorni scorsi Morgan, il cantante Marco Castoldi ex anima dei Bluvertigo, ha venduto all’asta la sua canzone “Premessa della premessa” attraverso un Nft registrato sulla blockchain di Ethereum. Per 10 ethereum, circa 21mila dollari, l’acquirente ha conquistato il token che garantisce la titolarità esclusiva dell’opera. Un altro gruppo, i Belladonna, il 27 marzo ha ricavato mille dollari da un Nft sulla canzone “New Future Travelogue”. La rock band americana Kings of Leon ha emesso Nft che consentono agli acquirenti di ottenere vinili in edizione limitata o posti a sedere nei concerti. In Italia Hackatao, il duo di artisti formato da Sergio Scalet e Nadia Squarci, ha tokenizzato le proprie opere come Nft.
Cosa sono gli Nft? Il concetto risale al 2012 ma la loro invezione è del 2017. Secondo Pietro Grassano, responsabile Business solutions per l’Europa di Algorand, l’impresa fondata nel 2017 dal crittografo italiano Silvio Micali che sviluppa una propria blockchain agile e meno energivora, “sono un sottoinsieme dei token digitali la cui rappresentazione digitale non può essere ‘copincollata’. Mentre esistono token che sono fungibili e indistinguibili tra loro, come le criptovalute, ciascun Nft è invece diverso dall’altro. La tokenizzazione è la rappresentazione su blockchain di un ‘asset’ digitale che non può essere speso due volte. Una rappresentazione del valore efficiente, sicura e, potenzialmente, poco costosa”.
Gli Nft assomigliano dunque a certificati digitali di proprietà unici, iscritti e scambiati su una blockchain, non emessi o “estratti” in serie come le criptovalute. La blockchain è un registro pubblico delle transazioni e consente a chiunque di verificare l’autenticità e la proprietà di ciascun token, ma solo il proprietario ne è titolare. Gli Nft sono acquistati sia con criptovalute che con valute “fiat” e depositati su dei portafogli, i wallet, e scambiati su listini, i marketplace, tra i quali Nifty, OpenSea, SuperRare. Non sono strumenti inutili: gli Nft hanno implementazioni in molti settori. Si va dalle aziende che li usano per gestire la compliance dei disciplinari agroalimentari alla gestione delle catene di approvvigionamento manifatturiere, alla moda, alla distribuzione, ai controlli di gestione aziendali, alla registrazione dell’identità digitale, fino alla raccolta di dati ambientali. Altre applicazioni riguardano la finanza decentralizzata, il gaming, la produzione dei contenuti. Il problema è identificare situazioni a valore aggiunto rispetto a quelle inutili. Gucci e Nike usano gli Nft per garantire l’originalità dei loro prodotti, sia fisici (come le sneakers) che digitali, come le skin per i giochi online. Il primo caso di Nft realizzato su Algorand risale ad aprile 2020 quando Blockchain Italia srl, il sindacato Flp e l’associazione Italia4Blokchain hanno lanciato il progetto “Italian Wonders” per raccogliere fondi per aiutare i Comuni in difficoltà e i luoghi d’arte colpiti dalla pandemia. Il sito italianwonders.io ospitava un marketplace di oggetti da collezione virtuali, ricreati sulle blockchain Algorand ed Ethereum e raffiguranti le principali opere d’arte italiane. I francobolli digitali “Italian Wonders” venivano assegnati a fronte di un contributo devoluto ai territori. Nel 2020 Blockchain Italia e Auditel hanno portato i dati digitali e analogici televisivi raccolti dal campione statistico per quantificare lo share notarizzandoli sopra la blockchain di Ethereum e Algorand, per dimostrare che nessuno li alteri.
Una delle ultime applicazioni è del 24 marzo, quando Siae e Algorand hanno creato più di 4 milioni di Nft che rappresenteranno digitalmente i diritti dei 95mila autori associati Siae, riversandoli su una blockchain pubblica e trasparente. La scelta di Algorand, dopo la partnership siglata nel 2019, è basata sull’efficienza: secondo la Siae, il costo totale per generare 4 milioni di Nft è stato dell’ordine di qualche decina di migliaia di euro, mentre sull’attuale blockchain di Ethereum sarebbe costato circa 400 milioni di dollari.
Matteo Fedeli, direttore della divisione musica di Siae, è convinto che “questa tecnologia possa divenire interessante e realizzare effetti positivi per i nostri associati. Gli asset digitali non rappresentano le opere o le loro esecuzioni ma i diritti, cioé le anagrafiche degli associati. Il dato rappresentato da queste informazioni è onchain e diviene la base per costruire un nuovo ecosistema. Ogni giorno nasce una startup che assicura che modificherà il settore dell’intermediazione dei diritti d’autore e dei contenuti. Ma è difficile verificare la fiducia data a qualcuno o qualcosa che è offchain. L’inserimento dei metadati degli associati nell’ecosistema della blockchain degli Nft consente di andare verso questa nuova realtà”.
L’operazione della Siae ha sollevato interesse in molti soggetti del settore. “Intendiamo diffondere gratuitamente questa tecnologia per liberare il vero potenziale verso un universo decentralizzato. Non solo spieghiamo come funziona, ma siamo anche disposti a distribuire il pacchetto software da installare per interagire con la blockchain e lavorare in maniera decentralizzata. Le società di collecting oggi gestiscono questi dati ma nei prossimi dieci anni ci sarà probabilmente una forte spinta degli autori più evoluti a riprendersi i dati e il reddito che generano”, conclude Fedeli.
A fronte di applicazioni concrete, gli Nft hanno già catalizzato speculazioni multimilionarie. A marzo l’asta benefica per accaparrarsi la titolarità del primo tweet di Jack Dorsey, il fondatore di Twitter (“Ho appena impostato il mio twttr”), datato 21 marzo 2006, si è chiusa a 2,5 milioni di dollari. Il record attuale è dell’11 marzo, quando la casa d’aste Christie’s ha venduto per 58,2 milioni un collage di 5mila immagini digitali riunite in un file jpeg (che vedete a sinistra) dal grafico americano Mike Winkelmann, noto come Beeple, intitolato “Everydays: The First 5000 Days”. Solo quest’anno i volumi di scambio totali di Nft sulla blockchain di Ethereum ammontano a oltre 700 milioni, cifra ancora minima rispetto alle criptovalute ma in enorme crescita. Secondo molti, la speculazione è dovuta all’eccesso di liquidità immesso nei mercati finanziari dalle banche centrali che va in cerca di qualsiasi forma di investimento. Ma non è detto che chi compra oggi un Nft a cifre folli possa rivenderlo domani e guadagnarci. La bolla potrebbe esplodere in ogni momento, lasciando con il cerino in mano troppi sprovveduti investitori.