Milano La sentenza: non c’è nessun obbligo di scrivere la verità nelle autocertificazioni
Splendide notizie per chi se ne fotte allegramente della pandemia, dei divieti e delle zone colorate. Un giudice ha stabilito un principio importante: quando si compila un’autocertificazione non è mica necessario scrivere la verità. Un 24enne milanese era finito a processo perché durante un controllo in pieno lockdown, un anno fa, aveva dichiarato il falso (e cioè che stava tornando a casa dal lavoro). Il giudice l’ha assolto – il fatto non sussiste – con queste argomentazioni: perché “un simile obbligo di riferire la verità non è previsto da alcuna norma di legge” e, se pure ci fosse, sarebbe “in palese contrasto con il diritto di difesa del singolo”, previsto dalla Costituzione. Insomma, come spiegano le motivazioni della sentenza, “non sussiste alcun obbligo giuridico, per il privato che si trovi sottoposto a controllo nelle circostanze indicate, di ‘dire la verità’ sui fatti oggetto dell’autodichiarazione sottoscritta”. Una copertura giurisprudenziale per fregare lo Stato: se ne sentiva il bisogno.
Pescara. Il gatto Grisù viene cacciato per sbaglio dal treno, la deputata grillina presenta un’interrogazione parlamentare
Grande apprensione anche in Parlamento per le sorti del gatto Grisù. Il micio di 14 anni era scappato dalla sua portantina durante il viaggio in treno tra Lecce e Torino. Il controllore del convoglio, vedendolo vagare in libertà tra gli scompartimenti, aveva pensato fosse un randagio e l’aveva fatto a scendere all’altezza di Pescara. La notizia aveva gettato nel panico non solo i proprietari, ma pure i sempre solerti animalisti italiani. Le ricerche del gatto avevano coinvolto anche gli agenti della Polfer, ma per ritrovarlo non bisognava andare lontano: Grisù, con una pigrizia giustificata dalla veneranda età, non era mai uscito dalla stazione di Pescara. Caso chiuso? Giammai: le sorti dell’animale hanno talmente appassionato alcuni sensibili settori dell’opinione pubblica, che l’affaire Grisù sarà portato alla Camera dei deputati. L’onorevole abruzzese del M5S Daniela Torto ha depositato un’interrogazione parlamentare per “far luce” sulla terribile onta subita dal felino. Sono priorità.
Francia. Entusiasmo incontenibile allo zoo di Beauval: due panda si accoppiano per 8 volte in un giorno solo
È fatto noto che i panda abbiano una proverbiale ritrosia all’accoppiamento: preferiscono rischiare di estinguersi alla faticaccia di fare l’amore. Ogni volta che due di questi grossi orsi finalmente si mettono le zampe addosso, in qualche modo è una notizia. Il Guardian di recente ha pubblicato la fondamentale cronaca delle gesta di Huan Huan e Yuan Zi, panda giganti dello zoo di Beauval, in Francia. Di fronte agli sguardi indiscreti ma entusiasti dei gestori della struttura, i due si sono dati da fare, e ripetutamente, ben otto volte in un giorno solo, sabato 20 marzo. L’esultanza degli scienziati è comprensibile: le femmine di panda sono fertili solo uno o due giorni all’anno e in genere riescono ad restare incinte una volta ogni 48 mesi. Per questo c’era molta pressione sulla performance di Yuan Zi, che si è dimostrato “molto più a suo agio nell’approccio rispetto all’anno precedente”. Ora non resta che aspettare e sperare che questo sforzo eroico diventi anche fecondo.
Casi medici. Ha febbre alta e tosse, le diagnosticano la tubercolosi, ma aveva un preservativo nei polmoni
L’immagine non sarà delle migliori, ma sono notizie che lasciano l’amaro in gola. L’apprendiamo da Fanpage: “Una donna di 27 anni si è presentata in ospedale con tosse, febbre e muco denso persistente da sei mesi. Quattro mesi prima le erano stati prescritti antibiotici e trattamenti anti-tubercolosi, che sembravano non avere alcun impatto sui suoi sintomi, come scrivono i medici in un caso clinico pubblicato nella National Library of Medicine. Poi invece si è scoperta la verità: la ragazza aveva ingerito o inalato un profilattico e, forse per vergogna o per ingenuità, non ha detto nulla ai medici”. Imbarazzo comprensibile, ma non è meglio dire la verità che rischiare di lasciarci le penne? Decisiva la radiografia al torace: “I medici hanno viso una lesione nel lobo superiore destro dei polmoni. Una struttura simile, secondo i dottori, a una ‘borsa rovesciata’. La donna è stata operata: l’oggetto è stato rimosso e poi analizzato”. Sembrava tubercolosi, era un preservativo.
Cesena. L’omelia del parroco don Paolo: “I vaccini anti Covid sono fatti con i feti vivi di donne pagate per farsi ingravidare”
Cosa c’è di peggio di un imbecille che blatera teorie assurde sui vaccini e l’aborto? Un imbecille che blatera teorie assurde sui vaccini e l’aborto in Chiesa, da dietro l’altare. Il prete illuminato don Paolo Pasolini è riuscito a diventare famoso, in terra, grazie all’allucinante omelia che ha pronunciato di fronte ai fedeli della parrocchia di San Rocco, a Cesena. “Gli ingredienti non solo del vaccino anti-Covid, ma anche di altri vaccini, sono tirati fuori da parti organiche di feti vivi abortiti”, ha detto il padre, arricchendo il racconto di dettagli aberranti come questo: “Delle aziende pagano delle donne povere per lasciarsi ingravidare, al quarto mese viene asportato il feto che dev’essere vivo. Gli organi, fegato, cuore e polmoni devono essere vivi, perché non si può utilizzare un corpo morto per fare delle cose vive”. Questi organi, secondo il prete, verrebbero venduti “a un’azienda che produce vaccini, tra cui anche l’AstraZeneca”. Crediamo che Don Paolo sia pronto per lasciare il pulpito ed esporre le sue teorie in un convegno della Lega in Senato.
Repubblica Ceca. Due gruppi di scimpanzé intristiti dal lockdown hanno iniziato a frequentarsi su Zoom
Anche le scimmie si incontrano su Zoom. Succede in Repubblica Ceca, tra gli zoo di Dvur Králové e di Brno. Lo scrive il Washington Post: “Due gruppi di scimpanzé angosciati dalla solitudine e dalla noia della pandemia hanno trovato un nuovo modo per divertirsi grazie a un’idea del personale dello zoo: le chiamate quotidiane su Zoom”. Gli scimpanzé – secondo l’articolo – avevano sofferto il lockdown per l’assenza di visitatori. Sono animali sociali: la stimolazione e l’interazione sono componenti fondamentali per la loro salute e felicità. Così i responsabili dei due zoo cechi hanno provato la strada della connessione attraverso la tecnologia: “All’inizio si avvicinavano allo schermo con atteggiamento guardingo o minaccioso”, ha spiegato la direttrice di Dvur Králové Gabriela Linhartova, ma dopo essersi abituati hanno cambiato comportamento. “Ora sembrano godersi le loro videochiamate quotidiane”. Prima di connettersi, proprio come gli umani, si prendono una manciata di snack e si mettono comodi davanti al video.
Calcio. L’allenatore dell’Ascoli multato per blasfemia: ha bestemmiato 12 volte. Ma dice: “Non è mia abitudine”
L’allenatore dell’Ascoli Andrea Sottil è stato sanzionato per blasfemia. A giudicare dal referto dell’arbitro, il tecnico si sarebbe lasciato andare a una lunga serie di bestemmie. Dodici, per la precisione. Non è stato squalificato ma dovrà pagare una multa di 1.250 euro. Quella delle bestemmie è un’annosa questione del calcio italiano. Non sempre le orecchie del giudice sportivo sono attente, quando si nomina Dio invano: alcuni giocatori vengono squalificati, altri in genere vengono graziati (per non fare nomi: Gigi Buffon) nonostante un’attitudine straordinaria per l’imprecazione sacramentale. L’allenatore del Crotone Serse Cosmi, appena rientrato in serie A dopo un lungo esilio e subito squalificato per le bestemmie, l’ha resa una questione di principio: “Pensavo vivessimo in uno Stato laico”. Forse le 12 bestemmie di Sottil sono un manifesto per la libertà d’espressione. Lui ha detto: “Sono un padre di famiglia, non è mia abitudine bestemmiare”. Pensa se fosse stata sua abitudine…