L’ennesima trasferta esotica di Matteo Renzi è finita ieri sera. Meno di 48 ore a Dakar per incontrare il presidente senegalese Macky Sall, “vecchio amico” dell’ex premier dai tempi del vertice europeo sui migranti di La Valletta (correva l’anno 2015, pare una vita fa).
Niente conferenze, cachet e gaffe internazionali stavolta – a differenza dell’incontro di Riyad con Bin Salman dello scorso gennaio –, ma un altro viaggio in cui la dimensione pubblica del senatore si intreccia ad amicizie e interessi privati. Come ha scoperto La Verità, Renzi è stato portato in Senegal lunedì dal volo di una compagnia privata – l’Italfly aviation di Trento – organizzato da un gruppo di industriali bresciani. Renzi è stato prelevato dalla Spagna (l’attività turistica dell’ex premier è frenetica) e ha fatto una parte del viaggio di andata in compagnia degli imprenditori lombardi (asserendo di aver pagato personalmente il biglietto). Il punto rilevante però è un altro: la spedizione bresciana ha seguito Renzi anche nella cerimonia in ambasciata di lunedì sera. L’ex premier aveva informalmente smentito al Fatto l’ipotesi di essere ricevuto dalle autorità locali insieme a imprenditori che potessero avere interessi commerciali in Senegal. Invece, all’aperitivo, il senatore Renzi è andato insieme ai privati.
Lo stesso ex presidente del Consiglio ha raccontato il viaggio sui suoi profili social lunedì sera, pubblicando solo una foto in compagnia di alcune suore impegnate nella cooperazione (fatalità, anche loro bresciane): forse gli industriali non entravano nell’inquadratura. All’aperitivo hanno partecipato una cinquantina di persone di mondi diversi: diplomazia, cooperazione, cultura e appunto impresa privata. Prima della cerimonia Renzi ha incontrato l’ex premier laburista Tony Blair, suo punto di riferimento non solo ideale, ma pure manageriale: il senatore toscano sta ripetendo la parabola blairiana prima in politica, nel bene e nel male, poi nel ricco mondo delle consulenze internazionali.
Non in Senegal: non c’erano soldi in ballo stavolta, ma una relazione da coltivare. L’incontro di ieri con Renzi è stato un balsamo anche per Sall, sotto pressione in patria per una serie di manifestazioni che contestano la sua gestione autoritaria del potere e l’arresto – con l’accusa di stupro – di uno dei suoi principali oppositori, Ousmane Sonko. Un altro amico dall’immagine non proprio specchiata per Renzi, ma siamo distanti dai livelli sauditi.
Oggi il leader di Italia Viva sarà regolarmente in Senato e interverrà dopo il premier Mario Draghi. Ci ha tenuto a farlo sapere lui stesso sui social, come a sottolineare che per questo viaggio non ha saltato nessuna seduta (le sue percentuali di presenze sono già zoppicanti, molto inferiori al 50%). Può lasciare forse perplessi che subito dopo un viaggio all’estero riprenda il suo posto senza osservare nessuna forma di isolamento o di altra precauzione. Le norme parlamentari lo consentono, l’opportunità forse no, ma non è contemplata.