Meghan. “Quello che Meghan vuole, Meghan ottiene” (il principe Harry).
Corgi. I cagnolini corgi della regina, che abbaiano quando arriva Harry, s’accucciano quando vedono Meghan.
Nozze. Harry e Meghan, dopo essersi sposati nella cappella aromatizzata, per ordine di Meghan, da centinaia di candele francesi Dyptique, escono a braccetto dopo la cerimonia, passano davanti alla regina e non si inchinano.
Rolls. I vetri delle Rolls-Royce di Elisabetta sono più ampi perché “una regina deve essere vista per essere creduta”.
Cowboy. Nell’Accademia militare di Sandhurst nessuno aveva riservato a Harry un trattamento di favore. Veniva punito come tutti per un letto fatto male o per un paio di calzoni non perfettamente stirati. “Il corso di Sandhurst è molto duro e già nelle prime settimane si registra ogni anno più del 10 per cento di abbandoni. Si lavora dall’alba al tramonto, bisogna essere sempre pronti a fare qualcosa, sempre in ordine, continuamente giudicati da sottufficiali che non te ne perdonano una. Era esattamente quello che Harry voleva: ‘A me piaceva correre nel fango sparando proiettili: io sono così, lo adoro’”. Poi, dopo Eton, Harry fece esperienza in Australia, presso la Tooloombilla Station, un ranch del Queensland lontano 540 chilometri dalla città più vicina, Brisbane. Si proponeva di diventare uno jackaroo, il cowboy australiano che governa le mandrie di mucche o di pecore e deve cavalcare per decine di miglia solo per andare ad aggiustare un recinto.
Guerra. Harry partì per Kandahar il 14 dicembre 2007 e raggiunse la 52ª Brigata nella provincia di Helmand. Aveva a disposizione un letto, una coperta, un armadietto e una bottiglia d’acqua al giorno. Non c’erano docce o acqua corrente: “È davvero bizzarro: sono qui, non faccio la doccia da quattro giorni, non lavo i vestiti da una settimana, e tutto sembra assolutamente normale”.
Diaz. Cameron Diaz chiese al principe Harry il numero di telefono. Lui non glielo diede.
Meghan. Meghan, attrice il cui telefono, prima della serie Suits, non squillava mai. Fece l’hostess in un ristorante, poi andò a confezionare pacchi in un negozio, infine, grazie alla bella calligrafia, venne assunta per vergare cartoncini di invito ai matrimoni e alle feste di Hollywood.
Suits. Ingaggiata in Suits soprattutto perché non abbastanza bella da rubare la scena alle protagoniste.
Marijuana. Le bomboniere del primo matrimonio di Meghan con Trevor Engelsson erano pacchettini su cui era scritto “Shh…” e che contenevano spliff di marijuana.
Addio. Modo in cui Meghan lasciò Trevor dopo il successo di Suits: fede infilata in una busta e spedita per posta in California.
Vino. Vino preferito di Meghan: il Tignanello, creato nel 1970 da Piero Antinori nella tenuta di San Casciano.
Cory. A Toronto, Meghan aveva avuto una storia col grande cuoco Cory Vitiello. Finì tutto quando lei si mise a dire che i piatti li preparava lei.
Pipì. Harry, dopo aver conosciuto Meghan, colpito dal fatto che Meghan non aveva paura di andare a fare pipì nei boschi.
Sì. Lei, che in cucina sta arrostendo un pollo. Lui che si inginocchia con l’idea di chiederla in moglie. Lei che non lo fa neanche cominciare e domanda: “Posso dire subito di sì?”. (2. Fine)
Notizie tratte da: Vittorio Sabadin “La guerra dei Windsor”, Utet, 286 pagine, euro 26