Aver proposto una legge per obbligare alla vaccinazione il personale sanitario che opera all’interno di strutture pubbliche e private e delle residenze per anziani sta costando alla senatrice di Forza Italia, Licia Ronzulli, una valanga di insulti sul web.
Una misura eccezionale, ma indispensabile, la cui adozione, a lume di buon senso, avrebbe dovuto precedere la nuova ondata pandemica. Infatti, desta meraviglia che il governo Draghi (e prima ancora il governo Conte) non abbia inserito il provvedimento nell’elenco delle priorità, poiché le campagne di vaccinazione vanno benissimo, ma se poi non si provvede a tutelare i soggetti cosiddetti fragili nei luoghi dove maggiore è il rischio di contagio restiamo fermi all’enunciazione dei massimi sistemi.
Una legge regionale analoga è stata proposta dal presidente della Liguria, Giovanni Toti, dopo il caso di focolaio di variante inglese scoppiato all’ospedale San Martino di Genova, dove è stata trovata positiva anche un’infermiera che non aveva accettato di sottoporsi alla vaccinazione. Toti deve rispondere di un bilancio disastroso nella battaglia anti-Covid (la Liguria è al secondo posto in Italia per letalità del virus, cioè per rapporto tra persone malate e persone decedute, senza contare l’allarme rosso sull’alto numero di malati rispetto alla popolazione), ma come dargli torto quando dice che “chi rifiuta di proteggere se stesso con il vaccino non protegge i pazienti di cui dovrebbe prendersi cura”?
Anche se a livello regionale qualcosa si è mosso sull’obbligo vaccinale per gli operatori sanitari (Emilia-Romagna e Puglia), a livello nazionale un segnale concreto potrebbe venire dal Pd a guida Enrico Letta. Augurandoci che una certa cautela riscontrata a sinistra sull’argomento non sia dettata dal timore di inimicarsi un importante serbatoio di consensi come il comparto sanitario. La pressione dell’intera maggioranza sul governo perché proceda nella direzione giusta sarebbe il segno più tangibile di solidarietà per la violenta aggressione social subita dalla senatrice forzista. Oltreché una dimostrazione di unità nazionale sulle cose giuste da fare.