“Bella la festa del papà, ma io sono un errore senza genitori”
Ciao Selvaggia, bella la festa del papà. Per chi ha avuto un padre, però. Per chi ha avuto una famiglia in cui i genitori sono stati genitori, però. Non per me. Mio padre e mia madre sono stati due scellerati che mai avrebbero dovuto diventare genitori. Ma lei, già psicologicamente fragile, era troppo vecchia per la società, aveva 34 anni e iniziavano a chiamarla zitella. Lui, un giovanotto col padre alcolizzato e la madre maresciallo che non ha ricevuto una carezza in vita sua. Risultato? Tre figli, il primo disabile al cento per cento, che ha disintegrato quel poco di forza che poteva esserci in questi due esseri completamente ignari di come fare ad amare qualcuno. E di come farsi amare, da qualcuno. Io e mia sorella nonché ultima figlia siamo stati due errori: ce l’hanno sempre detto che siamo stati degli incidenti di percorso nelle rare volte in cui si sono incontrati a letto.
Lui, ad un certo punto se ne è andato, dicendo che non sopportava nostra madre e che lui, padre, non poteva imparare ad esserlo. E sono rimasta io. A 18 anni a fare da capofamiglia. A lavorare per loro, a non poter realizzare i miei sogni e a fare quello che avrebbe dovuto fare lui. Mi sono persa molte volte, ho vissuto gli anni più belli a metà. Mi sono sposata per scappare e, naturalmente, ho fallito. Però sono riuscita ad essere un genitore, un buon genitore. Ma per trovare l’equilibrio ci ho messo tanto, perché il buco nero lasciato dalla mancanza d’amore di mia madre e mio padre, mi divorava dall’interno. Se non mi amano loro, chi potrà mai amarmi? Se non mi amano loro, vuol dire che io sono davvero un errore. Così cerchi di diventare ciò che gli altri vorrebbero, e perdi ciò che sei davvero. Mi ci sono voluti quarant’anni e la sclerosi multipla per avere quella scossa elettrica così forte da svegliarmi, un lavoro introspettivo con una psicoterapeuta che mi ha devastato, per rinascere. Sto crescendo ancora, sai?
Ho ripreso gli studi e recuperato la mia strada. A volte mi dico che sono vecchia per rifare tutto, poi però penso che non è così, che siamo sempre tutti più giovani di quello che crediamo! Da tre anni sono una persona un po’ meno ammaccata. Ho capito che cercare di riempire quel vuoto avrebbe creato soltanto altro vuoto. Nulla può rimpiazzare l’amore di una madre, così sono diventata madre di me stessa. Ho preso in braccio quella bimba disperata, e stiamo crescendo insieme. Non li ho perdonati, non ci riesco. Ma ci proverò, così sarò davvero libera.
Have a nice day.
Viviana
“Diventare genitori di se stessi”, che bella espressione che hai usato, cara Viviana. Come sempre non è quel che ci succede, ma quello che ne facciamo, che fa la differenza. E mi sembra che tu ne stia facendo la cosa più giusta e più sana per te e per la tua “nuova giovinezza”: stai lasciando andare il dolore e le recriminazioni. Stai accettando che le cose non siano andate come dovevano, che i tuoi genitori siano stati imperfetti. Che non ci sia più il modo di aggiustare le cose, ma che alle cose rotte si sopravvive. Come mi disse qualcuno, “il perdono rende liberi”. Sei libera. Buona vita.
“Nel testo Biblico, omosessuali sterminati a Sodoma e Gomorra”
Ciao Selvaggia, ti scrivo piuttosto stupita della polemica di questi giorni sul rifiuto del Vaticano di benedire le unioni omosessuali. Ti scrivo a fianco della mia compagna, che ti saluta; con lei ho parlato a lungo dell’argomento. La posizione ufficiale della Chiesa non ci ha sorpreso né indignate, forse perché non siamo cattoliche, per cui del parere del Papa sul nostro peccaminoso rapporto non ce ne importa affatto. Mi sembra che la Bibbia sia abbastanza chiara a riguardo: gli omosessuali verrano sterminati da un’enorme palla di fuoco a Sodoma, quindi già il fatto che non vengano più a cercarci con le torce mi sembra piuttosto progressista. Come si fa a credere che i membri di un club (un club molto influente) che basano il proprio potere sull’esistenza di un’entità certificata da un libro, poi ne rinneghino i contenuti? A me stupisce il contrario: le aperture plateali, la comunione ai divorziati, il permesso di mangiare carne il venerdì, ad esempio. Non mi stupisce che negli articoli sull’ennesima posizione conservatrice ci sia sempre, a contraltare, l’immagine di un prete che benedice armi. Dio è pur sempre il signore degli eserciti, cosa dovrebbe benedire?
Tra l’altro, la laicità dello stato corre verso l’emancipazione da tutti i dogmi religiosi, non possiamo nemmeno lamentarci troppo. Non siamo in Arabia Saudita, qui si possono celebrare le unioni civili, fra un po’ potremo adottare figli, siamo libere di volare all’estero per metterne al mondo uno e presto (se la politica evolverà) potremo farlo anche qui. Non fraintendermi, non va tutto bene per noi. Ma dobbiamo lottare per cambiare lo Stato, non la dottrina cattolica. Non la voce di un dio e dei suoi rappresentanti terreni, e anzi appelli simili mi hanno sempre fatto ridere. Se è la volontà di dio, chi siamo noi per opporci? Se dice no è no, avrà le sue ragioni. Male che vada, bruceremo all’inferno. Finché siamo vivi, invece, cerchiamo di stare meglio su questa terra. Un caro saluto peccaminoso.
Marta
Ciao Marta, nel caso molto improbabile che tu e la tua compagna finiate all’inferno, fatemi sapere qual è il posticino migliore, perché dopo il divorzio comunque non mi sento tanto sicura nemmeno io.