La trattativa con l’avversario quasi di tutti, cioè con Davide Casaleggio, c’è ancora. “Ma è lenta” sussurra un 5Stelle di primo piano: un esercizio di stile, portato avanti più che altro per compiacere Beppe Grillo, l’ultimo rimasto a volere un accordo che tenga ancora dentro il figlio di Gianroberto, almeno come prestatore di servizi.
Ma già si fa largo il probabile futuro, già si parla di una nuova piattaforma web al posto di Rousseau. “È grossomodo pronta, bisogna solo aspettare che la situazione con Casaleggio si chiarisca definitivamente” spiegano un paio di grillini di peso. Ossia che si arrivi all’obiettivo della stragrande maggioranza dei 5Stelle, a un conguaglio economico per “liquidare” il manager milanese, e poi ognuno per la sua strada. Tanto che si sussurra anche di un nuovo conto dove depositare le restituzioni. Difficile ormai che possa succedere qualcosa d’altro. Non più, con la socia di Rousseau, Enrica Sabatini, che lo ripete da giorni: “Siamo pronti a offrire la piattaforma ad altre forze politiche”.
Sentirlo non deve aver fatto piacere al Garante, cioè a Grillo. Tanto preoccupato che è arrivato a chiedere ai suoi ciò che non chiedeva da tanti anni, ovvero di non andare in tv per due o tre giorni, “così evitiamo di dover rispondere su Rousseau e non facciamo polemiche, mentre dobbiamo occuparci di temi e della transizione ecologica”. Nel frattempo l’accordo tra Pd e M5S nel Lazio, con le grilline Roberta Lombardi e Valentina Corrado ufficialmente entrate nella giunta del dem Nicola Zingaretti, è stato approvato proprio dal Garante (e da Conte, debitamente consultato). Mentre gli iscritti voteranno sull’intesa “non appena possibile”. Quando, e soprattutto dove, non è ancora dato sapere. Ma la questione Rousseau va risolta, e in fretta. Lo ha detto dritto anche Giuseppe Conte in alcuni colloqui, nelle ultime ore: non prenderà le redini del Movimento, se prima non si sarà arrivati all’epilogo di una guerra che si trascina ormai da un anno. Nell’attesa, l’avvocato lavora al nuovo M5S. Con una struttura, ramificata anche sui territori. E con lui, il rifondatore, al vertice, certo. Ma non da solo. “Ho bisogno di alcune persone che mi affianchino per reggere, non voglio essere un capo che decide in solitudine” è il ragionamento dell’avvocato. Quindi un organo collegiale arriverà. Ma non con un voto sulla base di candidature.
A scegliere sarà comunque Conte, che vuole una segreteria non inzeppata di big. Un organo che dovrebbe essere ratificato dagli iscritti, nel quale, contrariamente ad alcune indiscrezioni, non è prevista la sindaca di Roma, Virginia Raggi. Ma molto va ancora chiarito. L’ex presidente del Consiglio ha confermato di volersi prendere altro tempo, forse fino alla fine del mese, per definire il suo progetto. Però la direzione politica quella resta, verso il centrosinistra. Enrico Letta politicamente va benissimo a Conte, anche per il suo essere un anti-renziano doc. E gode di simpatie diffuse dentro i 5Stelle. Pochi però sanno di un giudizio espresso su di lui dall’altro Casaleggio, Gianroberto, parecchi anni fa: “Letta è l’unica persona che stimo nel Pd”. Altri tempi.