Mentre si è ufficialmente aperta la Pagliacciata n. II del “Calcio-Covid” made in Italy (dopo la partita Juventus-Napoli non giocata, col 3-0 assegnato alla Juve, il punto di penalizzazione inflitto al Napoli e la cancellazione finale di ogni provvedimento preso, è ora la volta del match Lazio-Torino, non disputato e che seguirà presumibilmente lo stesso iter), col mondo intero che ci guarda e ci sbertuccia visto che solo da noi avvengono baracconate simili, divampa il caso tamponi-Lazio, col presidente Lotito e il medico Pulcini deferiti per il “mancato rispetto delle norme in materia di controlli sanitari”.
Il sospetto della Procura è che in avvio di stagione le positività di alcuni giocatori non siano state segnalate e che un calciatore, Immobile, sia stato mandato in campo positivo nel match Torino-Lazio (guarda un po’ il caso). Tutto bene, anzi tutto male, ma la domanda è: con che credibilità il calcio italiano sta facendo tutto questo? Anche se a molti sarà sfuggito, il protocollo Figc, messo a punto la primavera scorsa quando la Serie A venne sospesa per cento giorni da marzo a giugno, venne gravemente infranto già allora, alla ripresa del campionato avvenuta il 20 giugno, per le inadempienze di due club di primo piano e in lotta per lo scudetto: la Juventus e la Lazio. Nonostante le sanzioni minacciate fossero pesanti (in base alla gravità della violazione si andava, e ancor’oggi si va, dell’ammenda ai punti di penalizzazione fino alla retrocessione e all’esclusione dal campionato) successe che in 3 occasioni la Juventus e in 2 la Lazio non rispettarono l’obbligo, osservato invece dagli altri 18 club, di sottoporre i giocatori al tampone ogni 4 giorni. Juventus e Lazio fecero a modo loro; per 3 volte la Juve allungò l’intervallo tra i tamponi a 5 giorni e per 2 volte la Lazio lo dilatò a 6. Una scorrettezza grave: se commessa da tutti i 20 club avrebbe trasformato la Serie A in una giungla moltiplicando a dismisura i rischi di contagio per i giocatori.
Ebbene, non solo il torneo si concluse con lo scudetto della Juventus e la qualificazione-Champions della Lazio ratificati senza alcun tentennamento, non solo la notizia delle gravi infrazioni commesse venne tenuta nascosta, ma a distanza di quattro mesi, il 23 novembre 2020, nel più totale silenzio il presidente Figc Gravina firmò un comunicato con cui avallava il patteggiamento intercorso tra Juventus, Lazio e Procura Federale, accordo che prevedeva le seguenti risibili sanzioni: per quanto riguarda la Juventus, “per responsabilità diretta e oggettiva”, un’ammenda di 4 mila euro al club e una multa di 1500 euro al medico sociale Tzouroudis e al responsabile sanitario Stefanini; per quanto riguarda la Lazio, un’ammenda di 2500 euro al club, di 1875 al presidente Lotito e di 937,5 al medico sociale Pulcini e al responsabile sanitario Rodia. Il tutto all’insaputa del mondo, che solo due mesi dopo, il 22 gennaio 2021, venne informato dell’avvenuta farsa.
Ora, per un secondo caso-tamponi, la Procura ha deferito Lotito e il dr. Pulcini della Lazio. Detto che non si capisce perché i deferimenti non siano scattati anche a fine campionato scorso, magari con l’adozione dei seri provvedimenti previsti, la curiosità è vedere come finirà stavolta. C’è chi dice che la multa a Lotito potrebbe essere raddoppiata, da 1875 a 3750, e lo stesso per il dottor Pulcini, da 937,5 a 1875. Mamma mia che paura, si salvi chi può!