L’Innominabile querela, ma non chiarisce su MbS
Il senatore Renzi, dopo la sua partecipazione al convegno in Arabia Saudita e la dichiarata ammirazione per il regime di cui invidia il costo del lavoro, aveva temporeggiato e promesso una conferenza stampa, ma solo dopo la conclusione della crisi di governo. Cosa che non è avvenuta. Anzi, ora minaccia querele a chi fa notare che intrattiene inopportunamente, come parlamentare, rapporti privati e non istituzionali con un Paese totalitario in cui ci sono centinaia di oppositori in galera e che si è macchiato dell’uccisione barbara del giornalista Khashoggi denunciata anche dal rapporto della Cia. Chiediamo un intervento del presidente Mattarella e dell’Ordine dei giornalisti: una presa di posizione contro queste intimidazioni tese a chiudere la bocca a chi informa.
Tanino Armento
Egr. direttore, le scrivo per esternare la mia indignazione per l’ennesima causa che l’Insopportabile ha mosso a lei e al mio giornale. Mi sorge un dubbio: non è che tutte queste azioni legali servano, in qualche modo, a pagare il mutuo della villa di colui in oggetto? Quando Andreotti diceva che a pensar male si fa peccato, ma quasi sempre… Qualora fosse necessario un contributo dei lettori per le spese giudiziarie, io sono disponibile.
Giorgio Zambelli
Caro Giorgio, per avere i nostri soldi dovrebbe vincere almeno una causa.
M. Trav.
Csm, l’“uomo del Colle” si affretti a riformarlo
Se non c’è nessun giurista che chiede, allora faccia il Fatto, a nome dei suoi lettori, una domanda “all’uomo del colle”: ci dice perché ha sostituito Conte con questo governo dei “migliori” (che fa tutto quello che faceva Conte) e perché continua a mantenere in piedi un Csm “marcio”?
Raffaele Fabbrocino
Alla Cultura Borgonzoni è ancora inappropriata
Ci si ricorda della senatrice Lucia Borgonzoni non per le sue qualità (a tutt’oggi non pervenute) ma per gaffe tipo “non leggo un libro da più di tre anni” quando nel 2018 fu nominata (sic) sottosegretario alla Cultura. Giorni fa è stata di nuovo scelta (ri-sic) sottosegretario sempre alla Cultura! Aspettiamo con ansia che aggiorni lo stato delle sue letture: “è più di sei anni che non leggo un libro”.
Luciano Cherchi
Sanremo, il festival si fa: la nostra psiche è salva
Meno male che il Festival di Sanremo si farà. Il più felice di tutti è Amadeus, che rammenta come l’annullamento della kermesse sarebbe stato “un danno psicologico e morale”. Per fortuna, con le performance alla Città dei fiori, l’equilibrio psichico degli italiani è salvo.
Marcello Buttazzo
DIRITTO DI REPLICA
Terna, in merito a quanto riportato nell’articolo pubblicato sabato dal suo giornale dal titolo “Mascherine, il fornitore già segnalato all’Uif. Questa è stata un’annata straordinaria”, smentisce categoricamente che l’azienda abbia mai affidato alcun tipo di incarico alla dottoressa Antonella Appulo.
Ufficio Stampa Terna Spa
Prendiamo atto della smentita. Di seguito riportiamo integralmente l’annotazione della Guardia di Finanza da cui abbiamo tratto il passaggio: “La mediazione illecita svolta costantemente dal Benotti Mario nei confronti della Pubblica Amministrazione e delle società a partecipazione statale è risultata chiara e tangibile anche nel tentativo di quest’ultimo – poi andato a buon fine (segnato in grassetto, ndr) – di far assegnare alla Appulo un incarico all’interno di Terna Spa – società a partecipazione pubblica – grazie alla conoscenza vantata nei confronti di Agostino Scornajenchi (frase segnata in grassetto, ndr), attuale Chief Financial Officer del Gruppo Terna”.
Vin. Bis.
Sono la sorella di Beppe Fenoglio e vi scrivo da Marburg, in Germania, dove abito da molti anni. Ho letto con grande sorpresa l’articolo a firma di Massimo Novelli apparso il 22 febbraio sul vostro giornale, che riporta ampi stralci di un’intervista a mia madre registrata, così si legge, nel 1980, e ora pubblicata nel volume Voci dalle Langhe. Già il titolo, Beppe Fenoglio e quella mamma cattiva, mi ha non poco sconvolta. Credo che offra un’immagine fuorviante, riduttiva e superficiale del pur tormentato rapporto tra madre e figlio. Forte del mio osservatorio privilegiato di sorella minore posso dire che nessuno in famiglia ha mai pensato o rivolto a mia madre, la parola “cattiva”. Fu lei che negli anni 30, in piena era fascista, mandò i due figli del macellaio al ginnasio, poi al liceo e all’università. Ciò valse anche per me, che arrivai qualche anno dopo. Da quella svolta coraggiosa si aspettava l’inserimento dei figli nel ceto borghese, con una carriera all’università o in un’industria. Mio fratello Walter l’accontentò. In Beppe, invece, trovò un ostacolo imprevisto: voleva scrivere! Era un creativo, aveva un talento letterario fuori dal comune. Nacque così il suo dramma: quel sentirsi impreparata, inadeguata al confronto col figlio. Vederlo imboccare una strada sconosciuta, l’esser messa di fronte al più inquietante risultato dei suoi sforzi: scrivere libri. Eppure anche nell’intervista citata nel vostro articolo trovo parole autentiche pronunciate da mia mamma: “Io mamma cattiva? Volevo soltanto che Beppe dormisse di notte, che andasse all’università”. Che smettesse di fumare, aggiungo io.
Marisa Fenoglio