E alla fine, anche in Italia, arrivò il Freedom Day. O almeno il suo annuncio. È stato direttamente Mario Draghi a comunicarlo ieri a Firenze al Teatro del Maggio Fiorentino: “Il governo – ha detto – è consapevole del fatto che la solidità della ripresa dipende prima di tutto dalla capacità di superare le emergenze del momento. La situazione epidemiologica è in forte miglioramento, grazie al successo della campagna vaccinale e ci offre il margini per rimuovere le restrizioni residue alla vita dei cittadini e imprese. Voglio annunciare che è intenzione del governo non prorogare lo stato di emergenza”. Una grandinata di applausi ha quindi sigillato la prima tappa dell’“operazione simpatia” che i media raccontano essere nei programmi immediati del premier.
Dunque dal 1° aprile si cambia, un passo verso la normalità pre-Covid. Lo stato di emergenza fu introdotto dal governo Conte-2 il 31 gennaio 2020, 21 giorni prima del “paziente uno” di Codogno ed è stato prorogato più volte, anche oltre i due anni previsti dalla legge sulla Protezione civile.
L’istituzione del Cts, il commissario all’emergenza, le mascherine, il distanziamento, il sistema dei colori delle Regioni, lo smart working eccetera sono tutti figli dello stato di emergenza.
Ma certo non basta annunciarne la fine per risolvere ogni cosa. Restano prima di tutto le questioni green pass e super green pass: “Metteremo gradualmente fine all’obbligo di utilizzo del certificato verde rafforzato – ha detto Draghi – a partire dalle attività all’aperto, tra cui fiere, sport, feste e spettacoli”. Un’indicazione chiara, ma limitata ad alcune attività, senza una data e, soprattutto, senza riferimento all’obbligo di super green pass al lavoro per gli over 50 e alle categorie indicate dalla legge (sanità, scuola, forze dell’ordine, militari), che dunque sembra destinato a rimanere in vigore, come previsto, fino al 15 giugno.
La fine dello stato di emergenza, sempre secondo quanto annunciato da Draghi, comporterà altre importanti novità: “Le scuole – ha detto – resteranno sempre aperte per tutti: saranno infatti eliminate le quarantene da contatto. Cesserà ovunque l’obbligo delle mascherine all’aperto e quello delle Ffp2 a scuola. Dal 31 marzo non sarà più in vigore il sistema delle zone colorate, ma continueremo – ha precisato in un giorno in cui si registrano ancora 40.040 contagi e 252 morti – a monitorare la situazione pandemica, pronti a intervenire in caso di recrudescenza”.