Se abbiamo capito bene leggendo i giornali e guardando i talk show, la palingenesi che sta per iniziare grazie a Mario Draghi e al Governo dei Migliori da lui guidato sta incontrando qualche attrito. Niente di preoccupante: sì, c’è Salvini che strepita per riaprire i ristoranti, il presidente dell’Emilia-Romagna Bonaccini che gli va dietro, il Pd come sempre squarciato da guerre tribali, il M5S che si spacca letteralmente in due (con gli iscritti in rivolta), ma in fondo questi sono solo i rappresentanti del popolo, e il popolo – dicono alla Tv – sta con Draghi.
Ecco, Draghi. Il sogno di tutte le redazioni, la cui letteratura agiografica ha raggiunto picchi di puro visibilio che abbiamo qui raccolto, è sicuramente la persona giusta per il progetto, voluto da Mattarella, di “un governo di alto profilo, che non debba identificarsi con alcuna formula politica”. Infatti, nel governo ci sono 15 ministri politici su 23, i più in ruoli abbastanza decorativi, mentre gli 8 super-tecnici indirizzano in modo a-politico, dunque neutro e pulito, i soldi del Recovery che una sola persona (ma forse non da sola) non voleva fosse il governo degli incompetenti a maneggiare. Il “commissariamento dei partiti” voluto da Mattarella procede spedito; certo, sarebbe meglio che i capi-partito smettessero proprio di parlare, ai loro elettori e per conto dei loro elettori, sposando il sobrio silenzio di Draghi; all’uopo, si potrebbe proprio chiudere il Parlamento, oltre alle pizzerie, se non fosse che ci hanno spiegato che Conte è caduto perché rappresentava un vulnus alla democrazia, per il suo vizio di emanare troppi Dpcm istaurando di fatto una dittatura sanitaria. Infatti il primo atto ufficiale di Draghi sarà un Dpcm per protrarre le chiusure di un mese. Gli stessi analisti che hanno flirtato per mesi con Renzi sostenendo che avesse delle buone ragioni – il Mes, le deleghe ai Servizi tenute da Conte, il blocco della prescrizione, la fallimentare campagna di vaccinazione – oggi fischiettano fingendo di non ricordare; forse perché Draghi non chiederà il Mes, sta tenendo le deleghe ai Servizi, non affronterà la riforma Bonafede e proseguirà la campagna di vaccinazione del governo Conte.
Ci viene presentato un Draghi liberal-socialista, keynesiano, allievo di Federico Caffè; tutte cose vere, come è vero che è un banchiere e che alcune sue scelte attuali, nonostante il suono della grancassa che le copre, vanno nella direzione di un netto neo-liberismo. Dispiace rovinare il tableau vivant di un governo popolare perché finalmente libero dai partiti pasticcioni, ma la scelta dello studioso bocconiano liberista Giavazzi come consigliere economico (oltre che come ghostwriter di interi passi del discorso di Draghi in Senato), non è una scelta neutra. Come sarà la riforma fiscale? Quali categorie ne beneficeranno? Ugualmente, scegliere come vicecapo ufficio legislativo del ministero della Transizione ecologica il “Responsabile ambiente” di Confindustria (un ossimoro vivente) è un chiaro messaggio che solo i sordi non comprendono.
Si conosce la natura schizofrenica della Lega, che campa da anni sulla dialettica tra il poliziotto buono, Giorgetti, e il poliziotto cattivo, Salvini; il primo europeista e draghiano, e infatti premiato; il secondo desolantemente come lo conosciamo; e però la Lega ha elettori, e tutela interessi, che esistono. Noi siamo per un governo che decide razionalmente sulla base delle indicazioni degli scienziati; ma come sbagliava Salvini a sostenere che il popolo fosse solo quello composto dai suoi elettori, così si sbaglierebbe a dire che solo il suo non è popolo. Perché se pure l’orgia attuale di establishment fosse in superficie levigata e composta, poi nel mondo reale ci sono sempre i disoccupati, gli operai, i rider, gli insegnanti, i commercianti, gli operatori sanitari etc., e questi è difficile commissariarli. La democrazia serve proprio a mediare tra gli interessi di tutti.
Per quanto sarà possibile portare avanti questa recita nella quale tutte le differenze sono spianate, i conflitti inesistenti, le divergenze di bisogni di categorie diverse sanate al solo apparire del Governo dei Migliori? La nostra storia dovrebbe insegnarci che dopo operazioni di pastorizzazione della politica di questo tipo viene a galla il caglio; che a tenere sotto pressione i conflitti, i coperchi scoppiano, e arriva il vituperato populismo, l’antipolitica, gli estremismi: dopo Ciampi, Berlusconi; dopo Monti, i 5Stelle; dopo le manovre Napolitano-Renzi, di nuovo i 5Stelle. Ora chi arriverà, dopo il rinfrescante, asettico Draghi: Giorgia Meloni, col suo partito pieno di nostalgici di Mussolini e arrestati per ’ndrangheta? O magari proprio Salvini, che mentre tutti sono impegnati a baciare il santino di Draghi si sarà messo in proprio e avrà continuato, coi suoi metodi che sono quello che sono, a fare politica?