Troppi contagi, da marzo obbligo di tampone

Se l’Europa si appresta a un graduale ritorno alla normalità, Hong Kong è alle prese con la peggior ondata dall’inizio della pandemia (circa 5 mila contagi al giorno, fino a dicembre 2021 erano stati 12.000 in due anni) che ormai da diversi giorni sta mettendo a dura prova il sistema sanitario, con pazienti costretti su letti improvvisati al di fuori dei pronto soccorso e parcheggi adibiti a sale d’attesa dei reparti.

La governatrice Carrie Lam ha così deciso che a partire da marzo tutti i 7,5 milioni di residenti della città saranno sottoposti a tre tamponi obbligatori: “Coloro che rifiutano saranno ritenuti responsabili”, ha detto la governatrice.

Sul fronte delle restrizioni, le scuole e diverse attività commerciali come palestre, bar e saloni di bellezza rimarranno chiusi fino alla fine di aprile. Mentre restano vietati fino al 20 aprile i voli provenienti da nove Paesi, tra cui Gran Bretagna e Stati Uniti. Lam ha anche confermato che Hong Kong continuerà a cercare di isolare tutti i pazienti affetti dal Covid, compresi gli asintomatici, in strutture temporanee in costruzione con l’aiuto delle autorità di Pechino. “Ribadiamo che l’isolamento è ancora il nostro obiettivo politico, ha affermato la governatrice.

L’ordine dei tre tamponi obbligatori arriva dopo l’invio dalla Cina continentale, la scorsa settimana, di epidemiologi, operatori sanitari e altre risorse mediche per aiutare a contenere l’epidemia. Hong Kong si è ampiamente allineata alla politica “zero-Covid” cinese che mira a eliminare completamente i focolai. Il lockdown è stato imposto in diverse aree della terraferma, ma Lam ha affermato che “nessuna misura del genere è attualmente prevista qui perché non è realistica”.

“Il richiamo anti-Covid ogni anno non servirà”

“Sono molto scettico sulla necessità di un richiamo vaccinale anti-Covid in autunno per tutti”. Per il professor Mario Clerici, docente di Immunologia dell’Università degli Studi di Milano, nonché direttore scientifico della Fondazione don Gnocchi, la quarta dose non serve: “Alcuni esperti sono partiti in quarta sulla necessità di fare un secondo booster, ma a livello di popolazione generale, i dati immunologici non indicano l’utilità di una quarta dose. Io non sono molto convinto: la protezione che già era indotta dalla terza dose di vaccino si è vista con Omicron: ci siamo infettati in moltissimi, sì, ma in generale i vaccinati non si sono ammalati gravemente. Sulla base di queste considerazioni, secondo me, il richiamo autunnale non servirà”.

Professor Clerici, cosa la porta a questa conclusione?

I dati epidemiologici che abbiamo. Ci suggeriscono che non serve. Gli anticorpi tendono a diminuire nel tempo, però le indagini più sofisticate effettuate, con le quali andiamo a individuare i linfociti T (che sono quelli che ci difendono dalla malattia), dimostrano come tre dosi siano sufficienti.

Quindi niente quarta dose?

Non c’è un’indicazione alla quarta dose generalizzata. Almeno, se ragioniamo dal punto di vista immunologico. Dal punto di vista del public health è un’altra storia, se vogliamo tranquillizzare la gente, va bene…

Un discorso che vale anche per i fragili?

No, i fragili sono un’altra categoria, tutto un altro discorso.

Però in molti ci hanno detto che col Covid avremmo dovuto imparare a convivere, che ci saremmo dovuti abituare a fare un vaccino ogni anno e che il virus sarebbe diventato endemico… Secondo lei, la prospettiva non è questa?

Questo è un virus talmente bizzarro che è molto difficile prevedere ciò che accadrà. Tuttavia oggi siamo già al 90% della popolazione che ha completato il ciclo vaccinale. Che venga fuori un’altra ondata è difficilissimo. È molto probabile che si debba convivere con questo virus. Però è altrettanto probabile che dovremmo convivere con un virus che avrà i sintomi del raffreddore.

Quindi ritiene improbabile l’insorgere di un’altra variante aggressiva come Omicron?

È difficile proprio perché c’è una percentuale di gente vaccinata così alta. E poi ci siamo beccati Omicron praticamente tutti, vaccinati e non. Un’altra variante “cattiva” è possibile, ma non probabile.

E i bambini? Rientrano nella categoria che dovrà comunque vaccinarsi?

Nel migliore dei mondi possibili si dovrebbero vaccinare tutti i bambini, perché se dai loro gli anticorpi, prosciughi il lago nel quale nuota il virus. C’è da dire che nei bambini spessissimo l’infezione non provoca sintomi e la stragrande maggioranza è immune, perché si è beccata Omicron in modo asintomatico… forse non ne hanno necessità del vaccino.

Restano fragili e anziani…

Il consensus generalizzato è che il booster sarà importante per i trapiantati, per i cronici. Mentre non ci dovrebbe essere una prescrizione basata sull’età. Però, ripeto, si tratta di un virus così strano che è difficile fare previsioni… Secondo gli studi sui coronavirus precedenti che hanno fatto il salto di specie, si è visto che dopo un tot di anni sono diventati endemici: ci sono, ogni tanto te li becchi, ma hai i sintomi di un raffreddore, poca cosa.

“La mafia portò voti alla lista di Musumeci”

La mafia di Barcellona Pozzo di Gotto avrebbe votato Diventerà Bellissima alle Comunali di ottobre 2020, il movimento fondato dal governatore siciliano Nello Musumeci. Nell’inchiesta dei carabinieri e della Procura di Messina sulla mafia ‘barcellonese’, che ha tratto in arresto di 81 persone (86 indagati), si fa riferimento ai “procacciatori di voti” Mariano Calderone e Fortunato Caranna, ai domiciliari con l’accusa di voto di scambio politico-mafioso, che si incontrano con Mariano Foti, arrestato per mafia, chiedendo le preferenze “per Diventerà Bellissima”. In cambio, Foti avrebbe chiesto, e ottenuto, un lavoro stabile per il figlio.

“Truffa” sui crediti Asl da 1 mld: indagato Torzi

Crediti inesigibili Crediti inesigibili nei confronti di Asl del sud Italia che venivano cartolarizzati per essere rivenduti come prodotti finanziari a investitori istituzionali. La Procura di MIlano e il nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Milano indagano su finite operazioni per bond dal valore nominale (complessivo) di 1 miliardo di euro, ceduti anche a diversi istituti bancari i cui nomi per ora restano top secret. Tra i cinque gli indagati c’è il broker internazionale Gianluigi Torzi, già imputato per l’indagine vaticana sui fondi della Segreteria di Stato e il palazzo di Londra. La procura procede a vario titolo per truffa, corruzione tra privati e associazione per delinquere.

Bimbo ferito a scuola, archiviata la sindaca

Non avevaalcuna colpa. È stato archiviato dal gip di Cremona il procedimento a carico della sindaca di Crema, Stefania Bonaldi, indagata per lesioni colpose a causa dell’incidente accaduto nell’ottobre 2020 a un alunno di uno dei due asili comunali che si era schiacciato le dita in una porta tagliafuoco, senza riportare lesioni permanenti. L’inchiesta aveva causato non poche polemiche circa le competenze dei primi cittadini. Alla sindaca era giunta la solidarietà dell’Anci e di numerosi amministratori. Il gip afferma che nei confronti della sindaca “non è stata individuata alcuna condotta omissiva in rapporto causale con le lesioni subite dal piccolo”, né è stato possibile configurare a suo carico “una colpa specifica o generica”.

“Molestò 4 bimbe tra i 5 e i 9 anni” Pm: “Fatto tenue”

La Procura di Milano ha chiesto di condannare a un anno un 25enne, a processo con rito abbreviato, con l’accusa di avere molestato quattro bambine, tra i 5 e i 9 anni, in un maneggio alle porte di Milano. Ma, come riporta l’Ansa, la pm al termine della requisitoria che si è svolta davanti al gup ha chiesto di concedere all’imputato l’attenuante della “particolare tenuità del fatto”. L’avvocata Solange Marchignoli, uno dei legali di parte civile, spiega che “una richiesta così lieve da parte della Procura è un fatto gravissimo”, così come considerare la particolare tenuità del fatto. La prossima udienza è prevista per il 21 marzo, e quel giorno dovrebbe esserci la sentenza. Gli episodi contestati sarebbero avvenuti tra febbraio 2018 e novembre 2019, tutti all’interno di un centro ippico alle porte di Milano, dove le ragazzine frequentavano un corso di equitazione. L’uomo, proprietario di uno dei cavalli, le avrebbe spinte, in più occasioni, all’interno della selleria per molestarle, e brandendo un coltello, avrebbe minacciato di ucciderle se avessero raccontato le violenze.

Milioni di Fontana in Svizzera, il Gip archivia l’inchiesta

Il gip di Milano, su richiesta dei pm, ha archiviato l’inchiesta in cui il governatore lombardo Attilio Fontana era indagato per autoriciclaggio e falso nella voluntary disclosure in relazione a 5,3 milioni di euro che erano depositati su un conto a Lugano, scudati nel 2015, e in particolare su parte del denaro, 2,5 milioni, che gli inquirenti ritenevano frutto di presunta evasione fiscale. Fontana ha sempre ribadito che la somma regolarizzata 7 anni fa era il lascito ereditario della madre. La difesa depositò documenti a partire dal 1997 relativi ai conti svizzeri. La richiesta di archiviazione era stata inoltrata dopo che la Svizzera non aveva risposto a una rogatoria inviata a marzo dell’anno scorso. “La soddisfazione è ancora più grande – ha fatto sapere l’entourage di Fontana – poiché il giudice ha voluto andare oltre la richiesta della Procura, specificando che non sussistono i presupposti del reato, alla luce delle produzioni documentali offerte”. Intanto, il 18 marzo ci sarà udienza preliminare a carico del governatore, accusato di frode in pubbliche forniture nel caso camici.

Tutte le facce di Paolo Conte

Ogni vita ha la sua colonna sonora, e a pensarci bene ogni colonna sonora ha il suo autore. Nel mio caso, l’autore è stato Paolo Conte: un gran privilegio, pensavo durante la visione del docufilm Paolo Conte, via con me (giovedì scorso su Rai3, ora Rai Play, di corsa). Doveva essere quarant’anni fa la prima volta che lo vidi in concerto, da studente, al Teatro Romano di Fiesole. Non molti conoscevano quell’autore di grandi successi altrui, che non senza ritrosia aveva cominciato a cantare in proprio i pezzi più autobiografici. Eccome se cantava, e prima di ogni pezzo parlava pure, in quelle prime uscite pubbliche. Nel tempo, l’avvocato Conte si è chiuso in sé sempre di più, cedendo la parola al vento che suona la sua armonica, e all’anima che suona il suo kazoo.

Il docufilm di Giorgio Verdelli gli ha estorto qualche confessione, ma il merito maggiore è stato mostrare tutte in un colpo, in libera successione, le facce di Paolo Conte. Non avevo mai notato quanto le sue canzoni gli assomiglino anche fisicamente, siano nate e cresciute con lui. Il narratore ombroso delle scene della vita di provincia, quel naso triste dell’astigiano che ha visto Genova; la faccia in prestito da Philip Marlowe dei capolavori della maturità, sotto le stelle del jazz, quando la vita di provincia diventa la condizione umana; la maschera rugosa, tigrata, ruvida e tenera dell’ultimo Conte al centro della sua grande orchestra, strepitoso arrangiatore di se stesso. I francesi che vorrebbero incazzarsi, ma non possono fare a meno di innamorarsi. “Noi non siamo sedotti dall’Italia per la pizza e gli spaghetti. Noi amiamo l’Italia per Marcello Mastroianni e Paolo Conte”, dice Patrice Leconte. E se un italiano è amato dai francesi, figuriamoci dal resto del mondo. Ogni volta che parte il toto Nobel per la letteratura e vedo quali sono i candidati italiani, mi stupisco che non ci sia Paolo Conte. Poi spengo il computer, mi metto le cuffie e ascolto Uomo camion.

Salvini, Sallusti e Palamara tra vino, complotti, toghe e malinconia

C’è un momento di autocoscienza nell’incontro a tre Salvini-Palamara-Sallusti per la presentazione del libro degli ultimi due, Lobby e Logge, seconda parte dell’intervista-denuncia al “pentito” del Csm sulle storture della magistratura. Mentre al Senato Matteo Renzi cannoneggia la procura di Firenze, forte anche dei voti leghisti, a qualche centinaio di metri di distanza Palamara racconta il segreto del suo idillio con il direttore di Libero: “Io e Sallusti siamo stati per 10 anni su posizioni antitetiche, ma ci siamo trovati in un caldo agosto e grazie a una bottiglia di vino buono la contrapposizione è stata superata presto”. Eccola l’autocoscienza: c’è una base di complicità alcolica nella fertile collaborazione tra i due autori, che peraltro ottiene più che discreti riscontri nelle librerie. Chiede un po’ maliziosamente la moderatrice Myrta Merlino: “Come mai, nonostante le copie vendute e i segreti rivelati, nell’opinione pubblica non è successo nulla?”. Ovviamente “è la prova che il racconto di Palamara è esatto”, dice Sallusti, perché dimostra l’ovvia connivenza tra una parte della stampa, dei partiti e delle toghe.

È una presentazione un po’ malinconica, soprattutto per colpa di Salvini. Il leghista pare già rassegnato a non raggiungere il quorum: “I referendum sulla giustizia non sono di Salvini – dice – ma sono uno strumento a disposizione di tutti gli italiani. Se vinciamo, non vince Salvini; se perdiamo, perde tutto il Paese”. Cita addirittura De André: “Anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti”. Ce l’ha con gli elettori, dà già per scontato che non andranno a votare.

Il finale è su Luca Morisi: “Ora sta bene, ma gli ho consigliato di non lavorare più per me, l’hanno massacrato per quello. Può guadagnare dieci volte di più se lo assume qualcun altro”. È sgradevole malizia, ma ad ascoltarlo pareva quasi fosse Salvini a non rivolere con sé l’amico, pizzicato in un festino privato con cocaina ed escort.

Mail box

Calenda ha un grande futuro: in televisione

Calenda, come Razzi, deve tutta la sua notorietà al comico Crozza, che lo satireggia continuamente per le sue ridicole proposte. Deve tutto ai governi Renzi e Gentiloni, che lo crearono ministro, e poi al Pd, che lo portò al Parlamento europeo di cui nessuno si accorge se presente. Ora ha creato Azione, pubblicizzata con la presenza dei dirigenti dei partiti da lui invitati. Poverino, è solo ma spera di duplicarsi grazie alle varie tv, che devono riempire i loro programmi. Un augurio per il suo sempre simpatico sorriso televisivo.

Mario De Florio

 

Iv, un partitino del 2% che però spadroneggia

Mi chiedo e vi chiedo, ma come può qualcuno con il 2% circa influire sulle scelte di governo se non avesse il benestare degli altri partiti? Prendo spunto dall’articolo odierno “il regalo alla ditta di Trieste”. È la stessa solfa dei governi tecnici dietro i quali si nascondono i partiti vigliacchi, che tirano il sasso e nascondono la mano. Ma dopo carnevale cadranno le maschere e allora ci sarà da piangere, auguri a noi poveri cristi.

Roberto

 

“Zar Vlad” mi ricorda il vecchio Breznev

Morire per il Donbass? Nel ’39 ci si pose una domanda simile a proposito di Danzica. I tempi sono cambiati, e la scintilla non dovrebbe, come allora, incendiare l’Europa. Però lo spiegamento delle divisioni russe e le annessioni non sono un buon viatico per la pace, come non lo sono le mene della Nato in funzione anti-russa. Non rassicura nemmeno la faccia inespressiva e senza emozioni di Putin che ripropone la teoria “brezneviana” della sovranità limitata, questa volta in nome del panslavismo. Nell’Est si torna a soffiare sui nazionalismi e tornano i vecchi fantasmi di cui l’Europa del XXI secolo sembrava essersi liberata.

Mario Frattarelli

 

Non vogliono reintegrare i medici non vaccinati

Il fatto che questo “governo dei migliori” non reintegri al lavoro i medici e gli infermieri sospesi perché non vaccinati ma che, essendo guariti dal Covid, hanno una copertura addirittura maggiore dei trivaccinati, dimostra che a Mario Draghi della sanità pubblica interessa poco. Al contrario, ci tiene a mantenere in vigore il ricatto volto a piegare i cittadini alla loro volontà. È noto a tutti la carenza di personale sanitario – dovuta a decenni di criminali tagli operati da governi di qualsiasi colore, volti a favorire la sanità privata, e che impedisce a dei professionisti di riprendere il lavoro – rende ancora più grave la già gravissima situazione. In pratica, per vendicarsi contro chi non ha voluto obbedire ai loro ordini, stanno aggravando le condizioni di malati e personale sanitario. Naturalmente né “politici illuminati”, né “sindacalisti da poltrona” hanno niente da ridire su questa ennesima dimostrazione di arbitrio volto a colpire i diritti dei lavoratori. Se ne fossero capaci, dovrebbero vergognarsi.

Mauro Chiostri

 

Scuola-lavoro: bisogna rileggere Steinbeck

Come al solito in questo Paese la classe politica partorisce norme non per il bene dell’Italia, ma per gli interessi di parte. L’alternanza scuola-lavoro è una vergogna se la si paragona all’apprendistato degli ultimi trent’anni. Entrambi sono serviti solamente allo scopo di arricchire i profitti dei padroni, visto che nessun organo di controllo ha mai verificato lo svolgimento corretto di tali “stage”. Negli anni 90 i 17enni che si affacciavano al mondo del lavoro approfittavano dei 24 mesi di apprendistato. Da un lato, le imprese avevano vantaggi economici nell’assumere; dall’altro, i giovani venivano accompagnati grazie all’affiancamento dei colleghi adulti. Spesso però questi giovani venivano inseriti direttamente nella catena senza alcuna garanzia di assunzione. Oggi il mercato del lavoro offre ai ragazzi un mondo precario e sottopagato: non contenti, viene abbassata l’asticella con l’alternanza scuola-lavoro, che come ha scritto Montanari “cerca di abituare i giovani a lavorare gratis”. Il rischio è quello di trovarsi come i braccianti dell’Oklahoma raccontati da Steinbeck, che immigravano in California per cercare fortuna, trovando però soltanto la competizione nell’accettare paghe al ribasso: perché c’è sempre qualcuno più disperato di te disposto a farlo.

Flavio Bondi

 

I NOSTRI ERRORI

Ieri, alle pagine 2-3, abbiamo intervistato Pietro Batacchi, non Batacchio come erroneamente scritto. Ce ne scusiamo con l’interessato e con i lettori.

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