BOCCIATO
Chi ve l’ha chiesto? La commedia degli equivoci prosegue. Che rapporti intercorrono tra Italia Viva e il resto dei giallorosa? Dimostrare che si possa essere allo stesso tempo “maggioranza di” e “opposizione a” uno stesso governo è stata la missione dei renziani durante l’esperienza del Conte 2. Quale fosse esattamente lo scopo è rimasto poco chiaro, ma un risultato involontario c’è stato lo stesso: la messa in fuga degli alleati. Stupisce dunque vedere come molti esponenti d’Italia Viva si siano sentiti in dovere di commentare immediatamente l’ipotesi della candidatura di Giuseppe Conte alle suppletive di Siena per un seggio alla Camera. Uno tra i vari è stato Stefano Scaramelli, vicepresidente del Consiglio regionale della Toscana, che in un tweet ha chiosato così: “Conte pensa di candidarsi in un collegio sicuro, alle #suppletive di #siena, per rientrare là dove è uscito da poco? Io glielo sconsiglio. Quel collegio noi di @ItaliaViva lo conosciamo bene. Poi faccia lui. Una cosa è fare l’avvocato del popolo, altra farsi eleggere dal popolo”. Quanto il parere di Scaramelli fosse poco necessario e per nulla richiesto lo ha chiarito bene Chiara Geloni commentando lo stesso tweet: “Ma, a parte il tono vagamente mafioso, @ItaliaViva pensa veramente di far parte di una coalizione?”. In realtà il loro ideale sarebbe giorni pari in coalizione e giorni dispari fuori.
VOTO 2
NON CLASSIFICATO
Oltre il danno la beffa. Della fulminante metamorfosi di Matteo Salvini, che “svegliatosi una mattina da sogni agitati, si trovò trasformato, nel suo letto, in un fervente europeista”, si è detto moltissimo negli ultimi giorni. Ma c’è un aspetto della conversione del segretario della Lega che non è stato preso a sufficienza in considerazione dagli osservatori: il sarcasmo. Dopo aver messo in crisi con la sua presenza nel governo quasi tutti gli altri partiti che hanno scelto di sostenere Draghi, il Capitano guastatore ha scelto di rincarare la dose unendo al danno una punta di beffa. Le affermazioni dal tono tanto parossistico quanto canzonatorio sono diverse, ma due spiccano su tutte: “La ruspa? In questo momento la usiamo per costruire, ci sono i cantieri da far ripartire, far ripartire l’edilizia vuol dire creare un milione di posti di lavoro”. La conversione politica sarà pure artefatta, ma la derisione invece è ruspante davvero. Ciliegina sulla torta, la nota con cui la Lega ha commentato l’esito del voto su Rousseau: “Preoccupazione per la spaccatura nel Movimento 5 Stelle dopo il voto degli iscritti a proposito del governo Draghi. Nonostante i sì di Grillo, Conte, Di Maio e Crimi, il Movimento si è diviso. In questa situazione è ancora più importante il ruolo della Lega e di Forza Italia”. Sembra di sentire il rumore di fondo delle pernacchie: “Volevate farci fuori, volevate farci passare per irresponsabili, e guarda invece chi sono quelli meno affidabili adesso…”. Insomma, coerenza nessuna, sovranismo addio, ma risate parecchie.