Succede un fatto strano. Matteo Renzi ha il 2%, se si chiede in giro cosa si pensi di lui, il Paese è diviso tra chi lo detesta e chi lo detesta, ma leggendo titoli di giornali ed editoriali sparsi, Matteo Renzi è un essere mitologico, metà Dio e metà Nirvana. Uno che se oggi si candidasse a Miss Italia, vincerebbe pure Miss Italia. Uno che Biden ha una sua foto alla Ruota della fortuna come immagine profilo di WhatsApp. Uno che se Gengis Khan fosse ancora vivo gli chiederebbe “In Manciuria che faccio, mi butto?”.
Basta dare un’occhiata a siti e stampa nazionale (e perfino internazionale) per comprendere da dove arrivi buona parte di quel 2% di Italia Viva: sono i 105mila giornalisti iscritti all’albo.
Googolando, viene fuori che la parola “capolavoro” dalla stampa italiana è associata più spesso a Renzi che a Leonardo da Vinci. Che la parola “fuoriclasse” è associata più spesso a Renzi che a Ronaldo. Non ho controllato, ma ho motivo di credere che anche gli aggettivi “sexy” e “bollente” siano associati più a lui che a Taylor Mega. Andiamo a leggere.
Sul Foglio c’è una sublime intervista al giurista Sabino Cassese, in cui l’intervistatrice Chirico afferma: “il Big Bang è frutto del machiavellismo di Matteo Renzi”. Il Big Bang. Dunque non le macerie, ma la creazione. Renzi è il Demiurgo. “La storia insegna che i corsari possono rovesciare le sorti di una guerra”, risponde lui. Demiurgo e corsaro. Uno po’ Dio e un po’ Jack Sparrow. Sono un pirata, sono un signore. Un po’ anche Julio Iglesias, insomma. Sempre sullo stesso giornale però volendo si trova di meglio: “La sublime svirgolata di Renzi”, si dice, e poi “Renzi come il Manchester United nella finale di Champions ’99”, appioppandogli pure il Pallone d’oro. Dunque Demiurgo, corsaro, Julio Iglesias e attaccante.
Ma attenzione, perché Matteo è anche imbattibile nei giochi da tavolo. Si legge su Linkiesta: “Con la mossa di Renzi, che non è da pokerista ma da scacchista, che prevede non il prossimo movimento, ma gli ulteriori dieci, la legislatura non finirà in modo anticipato,(…) se la destra dovesse vincere comunque le prossime elezioni, sarà il Partito democratico a pagare il prezzo più alto. A quel punto, Matteo Renzi sarà pronto a guidare la resistenza”. Dunque pure scacchista e partigiano.
Poi abbiamo Sansonetti, che invece sul Riformista vola più basso: “Renzi ha fatto politica e ha trovato una soluzione. Con la stessa spregiudicatezza e capacità di sogno e di avventura che aveva Bettino Craxi. (…) si è dimostrato due o tre o quattro spanne al di sopra di tutti gli altri. È uno statista? Non so. Sicuramente, se tra i leader presenti in Parlamento ci fosse uno statista, di sicuro sarebbe lui. Vi piace Renzi? A me mica tanto”. Pensa se je piaceva. Roba che dalla carta del Riformista sarebbe gocciolato sciroppo d’acero.
Dunque, Renzi per il giornalismo italiano è anche statista. Demiurgo, pirata, calciatore, Julio Iglesias, regina di scacchi, partigiano e statista. Sul Tempo leggiamo: “Lezione di politica. Chapeau Matteo Renzi, che ha osato, rischiato l’osso del collo e ha invece schiantato chi lo dava per morto”. Pure acrobata. Ma attenzione, perché è da Renato Farina su Libero che arriva la lusinga più commovente. In un articolo dal modesto titolo “Giù il cappello”, l’agente Betulla scrive: “Come Matteo tra i contemporanei solo Berlusconi, che resta insuperato, ma vedremo a 84 anni Renzi quante vite avrà avuto”.
Perciò, attenzione, Renzi non è solo Demiurgo, non è solo Dio, ma può contare sulla resurrezione. Dunque è Gesù, è il Padre e anche il Figlio. Manca solo lo Spirito Santo. Anzi no, sempre sul Riformista si legge che Renzi “sembra un leader della Prima Repubblica quando i politici erano la crema dell’intellettualità e seppero garantire il miracolo italiano” e “grazie a Renzi torna la politica”.
Renzi è perciò il passato, il presente, il futuro, è eterno, immateriale e immanente. È un concetto astratto e immateriale. È la politica. È lo Spirito Santo. Dunque pirata, calciatore, regina di scacchi, Julio Iglesias, partigiano, statista, acrobata, Padre, Figlio e Spirito Santo. Cosa manca? Il Male. Perché siccome il Bene, cioè Matteo Renzi, non esisterebbe senza il concetto di Male, la stampa gli attribuisce diligentemente anche questo ruolo. Leggiamo su Wired: “E se a Matteo Renzi fosse riuscito il colpo politico del decennio? Che Matteo Renzi sia il Joker della politica italiana è indubbio, visto che col pagliaccio di Bob Kane condivide almeno l’imprevedibilità e lo sprezzo delle regole: ma se nell’appiccare qualche fuocherello qua e là l’antieroe incidentalmente salva Gotham City, allora va benissimo così”.
Matteo è eroe e anche antieroe, Batman e anche Joker, Sassicaia e anche Tavernello. Che resta? Ah già, la gloria fuori confine. È arrivata anche quella. Ecco il New York Times: “Renzi’s Power Play Is a Masterpiece. He’ll Be the First to Tell You”. Ovvero: “Il gioco di potere di Renzi è un capolavoro. Sarà lui il primo a dirtelo”. E ancora: “L’elogio più sperticato sul signor Renzi viene dal signor Renzi: ‘È un capolavoro della politica italiana’, dice della sua mossa”. Insomma, la stampa americana lo elogia, addirittura, lasciando che si auto-elogi. Gli passa direttamente la penna e dice: “Senti, scrivi te”. E in fondo è questo che mancava: pirata, calciatore, regina di scacchi, partigiano, statista, acrobata, Padre, Figlio, Spirito Santo, Julio Iglesias e pure giornalista. Amen.