“In Polonia il 94% del personale sanitario e l’80% degli ospiti delle case di riposo sono stati vaccinati. In Danimarca per le case di riposo siamo al 93%, in Italia oltre il 4% della popolazione è stato vaccinato. Questi tre esempi mostrano che la campagna di vaccinazione in Europa ha preso velocità”. Il nostro Paese, dunque, è un esempio virtuoso in Europa, almeno secondo la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, intervenuta ieri alla riunione plenaria del Parlamento europeo. Un riconoscimento per il nostro Paese, nonostante ancora ieri su alcuni quotidiani si leggesse di “campagna vaccinale che stenta a partire. E non solo per i ritardi di Big Pharma”. Eppure, anche prima delle parole di Ursula von der Leyen, bastava dare un’occhiata ai numeri (consultabili sul sito dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari Agenas e altrove) per capire che una simile affermazione fosse quantomeno ingenerosa”
Il nostro Paese, con 2.881.800 dosi di vaccino somministrate, è al momento secondo solo alla Germania (3.369.433), che però ha 20 milioni di abitanti in più. L’Italia, finora, ha vaccinato (con almeno una dose di Pfizer, Moderna o Astrazeneca) il 4,47% della popolazione (a fronte di una mediana Ue del 4,04%), mentre per quanto riguarda il numero di persone completamente immunizzate con la somministrazione della doppia dose di Pfizer Biontech o Moderna, siamo primi per distacco: 1.219.034 persone vaccinate contro le 1.024.631 della Germania e le 294.120 della Francia.
Certo, per tutti i Paesi, la velocità della campagna vaccinale non è quella che in un primo momento ci si aspettava. I ritardi nelle consegne da parte delle grandi case farmaceutiche sono noti. E anche su questo è intervenuta la presidente della Commissione: “Forse – ha detto – siamo stati troppo fiduciosi sulla consegna delle dosi di vaccini anti-Covid che avevamo ordinato. Siamo tutti concentrati sullo sviluppo dei vaccini, ma globalmente abbiamo sottovalutato le difficoltà legate alla produzione di massa, normalmente ci vogliono 5-10 anni per produrre un nuovo vaccino, lo abbiamo fatto in 10 mesi”.
L’obiettivo attuale, secondo von der Leyen, è vaccinare entro l’estate “il 70% degli europei” (in Italia, in base al piano vaccinale appena rimodulato, si conta di immunizzare entro agosto 26 milioni di italiani circa, poco meno del 45% della popolazione).
Contestualmente all’autocritica della sua presidente, dalla Commissione Ue arriva anche il divieto per gli Stati membri (dunque anche alle regioni, come il Veneto, che hanno annunciato di avere “trattative in corso per due vaccini”) di rivolgersi autonomamente al mercato: “Tutti gli Stati membri – precisano dalla Commissione – fanno parte di tutti i contratti negoziati, dunque non c’è alcuna possibilità legale di negoziare contratti bilaterali con le compagnie farmaceutiche”.
Gli esperti dell’Organizzazione mondiale della sanità, intanto, hanno ieri raccomandato l’uso del vaccino Oxford-Astrazeneca anche per gli over 65 e contro le varianti del virus Sars-Cov-2.
Una presa di posizione che dovrebbe – si spera – mettere un minimo di ordine nella querelle sull’efficacia ridotta del siero anglo-svedese nella fascia di popolazione più anziana, il tutto mentre in Italia l’epidemia Covid-19 si mantiene su livelli stabili. Ieri 12.956 casi a fronte di 310.994 tamponi molecolari e antigenici effettuati, pari a un tasso di positività del 4,16% (13,1% sul totale effettivo dei casi testati). 366 le vittime. Diminuiscono ancora le degenze: -232 ricoverati nei reparti ordinari, -15 (e zero ingressi) in terapia intensiva.