Anche al piano nobile del ministero della Salute si rendono conto che forse è necessario cambiare. Per il momento però, spiegano, per i medici (e gli infermieri e le altre professioni sanitarie) la legge prevede l’obbligo vaccinale: chi non si vaccina viene sospeso (a zero stipendio) e se contrae il virus e poi guarisce resta sospeso. Anche se ha gli anticorpi, la memoria cellulare e quello che chiamiamo immunità naturale. Anche se per almeno tre mesi dall’infezione non può vaccinarsi perché è sconsigliato.
“La guarigione non è, in base alla normativa vigente, circostanza idonea a legittimare la revoca della sospensione”, ha scritto il ministero della Salute il 17 febbraio nel parere richiesto dalla Federazione degli Ordini dei medici (Fnomceo), che il 27 gennaio aveva invitato gli Ordini provinciali a “valorizzare l’immunizzazione a seguito del contagio” ma poi si è adeguata. “Questa situazione riguarda medici che hanno evitato di vaccinarsi eludendo l’obbligo introdotto ad aprile – ha detto ieri Filippo Anelli, presidente Fnomeceo –. E se uno di loro deve aspettare 3 mesi per vaccinarsi, perché ‘pentito’ ma nel frattempo si è infettato, non mi sembra uno scandalo. Non penso che sia etico sostenere chi oggi prova a non aderire alle norme”. Sono circa 3.200 i medici sospesi, lo 0,7%. Lo stesso dovrebbe valere per gli infermieri (meno di 2.000 sospesi, lo 0,4%) e per le altre professioni sanitarie: a breve il confronto con il tecnici della Salute.
La nota carenza di medici e infermieri sembra contare meno dell’intento premiale/punitivo nei confronti di chi si è vaccinato e di chi non l’ha fatto. Senza contare che “la letteratura internazionale conferma che l’immunità naturale è migliore e più duratura rispetto all’immunità indotta dal vaccino”, come ha detto ieri Nino Mazzone, capo del Dipartimento di Area medica, Cronicità e Continuità assistenziale dell’Asst Ovest Milanese, mettendo in guardia dal rischio di overtreatment legato alla vaccinazione di chi è già immune. “Gli operatori sanitari guariti dovrebbero essere esentati dall’obbligo di vaccinazione”, ha scritto sulla rivista The Lancet Rheumatology. Dennis G. McGonagle, dell’Università di Leeds. A seconda degli studi l’immunità naturale dura fino a 9 o 15 mesi.
In Italia prevale invece la logica del green pass rafforzato: rendere la vita impossibile a chi non si vaccina per aumentare le somministrazioni e limitare, così, la pressione sui servizi sanitari, più fragili rispetto ad altri Paesi che non hanno sistemi simili. Però ogni ministero va per conto suo: la Difesa riammette i militari inadempienti all’obbligo vaccinale (10 mila circa i sospesi) ma guariti. Anche al ministero dell’Istruzione, che ha sospeso qualche migliaio di lavoratori non vaccinati, sembrano sulla linea morbida a giudicare da una circolare che riammette chi ha il green pass rafforzato, quindi anche i guariti (per 6 mesi). È la regola che vale per gli over 50, ora obbligati, nei settori dove ai più giovani basta il tampone: rischiano la multa di 100 euro, ma possono lavorare.