Quella di Bellingcat è una storia di demistificazioni. La prima: il sito di giornalismo investigativo, che ha portato a casa gli scoop più importanti degli ultimi anni, influenzato strategie politiche, incastrato regimi, imbarazzato presidenti autoritari e surclassato servizi di intelligence di mezzo mondo, non ha giornalisti nel suo staff. Lo guida Eliot Higgins, 42 anni, di Leicester che, fino al 2011, era un impiegato amministrativo in un ufficio qualunque, non era riuscito a finire gli studi, non aveva competenze specifiche, soffriva di attacchi di panico e non sapeva che direzione dare alla sua vita. Però aveva tempo, un’attenzione ossessiva ai dettagli, una vasta esperienza dell’ambiente dei videogame di gruppo, da giocatore compulsivo, una radicata aspirazione alla verifica dei fatti. E una buona connessione Internet.
Allo scoppio della guerra in Siria, nelle pause di lavoro, comincia a navigare per social e video YouTube che la documentano, mentre segue ogni possibile resoconto giornalistico e account Twitter e Facebook degli inviati dei grandi media. La tesi tradizionale è che per raccontare una guerra sia necessario un professionista sul campo. Ma presto diventa impossibile o troppo pericoloso, per i corrispondenti, accedere alle aree martoriate dalla guerra civile. Dal suo ufficio di Leicester, usando solo fonti e strumenti accessibili, database pubblici, post sui social, mappe satellitari da Google Maps o strumenti di geolocalizzazione come Google Earth o comincia a colmare i vuoti di quel racconto, rettificare le incongruenze, completare il quadro. Con l’aiuto di altri ricercatori online, nessuno con una formazione giornalistica classica, crea un nuovo approccio investigativo basato su tre parole d’ordine: indagare una storia da una prospettiva trascurata dai media di massa; verificare ogni dettaglio, per ricostruirne il contesto; amplificare i risultati grazie alla collaborazione collettiva. Metodo descritto accuratamente nel volumetto We are Bellingcat, appena pubblicato nel Regno Unito. È la seconda demistificazione: la scoperta che si possono trovare notizie anche da remoto, senza essere sul campo, se si ha la tenacia di passare al setaccio ore di contenuti online. I media tradizionali non lo fanno: piuttosto si affidano a fonti personali. Ma, dice Higgins, è una modalità antiquata, elitaria, non trasparente e inefficace. Presto lascia il lavoro di ufficio e apre un blog dedicato alla ricerca: è ormai al centro di un network di esperti che lo considerano un consulente attendibile.
Bellingcat nasce poco dopo, quando è chiaro che quell’approccio è vincente: grazie al suo network, Higgins prova che il regime siriano di Bashar al Assad ha usato armi chimiche contro gli oppositori civili: che a far esplodere il volo Malaysia Airline MH17 nei cieli ucraini, nel 2014, è stato un missile russo; e, con un’inchiesta frutto di una straordinaria collaborazione fra ricercatori non professionisti che beffa anche l’MI6, identifica i due ufficiali dei servizi di sicurezza russi che, nel marzo 2018, avvelenano il colonnello Skripal e la figlia Yulia con gas nervino a Salisbury, territorio inglese, aprendo uno scontro diplomatico internazionale. Il tutto con una ventina di dipendenti e una rete ampia di volontari, finanziati da donazioni e corsi di formazione. Per questa inchiesta entra in collisione con il Cremlino, e finisce al centro dell’accusa, infondata, di essere al soldo di Cia e MI6. Controbatte con la trasparenza, pubblicando ogni passaggio di quella caccia all’oro: il risultato imbarazza i servizi russi e gli errori da dilettanti dei suoi colonnelli. Terza demistificazione: lnternet non è il male, e ha ancora in sé le risorse per combattere la disinformazione online, con mezzi e finalità democratiche. “Per molti anni Internet è stato descritto come un’utopia. Ora come l’opposto: l’era digitale viene raccontata come nemica del giornalismo, dell’attivismo e della politica. A Bellingcat siamo contrari a questa cyber-commiserazione. Le meraviglie di Internet possono ancora fare del bene. Solo, vigilare sulla società e cercare la verità non è più appannaggio delle istituzioni. Non richiede licenze top secret o accessi per iniziati. Bellingcat è quello che non c’è mai stato prima: un’agenzia di intelligence per la gente comune”. Il nome? Una storiella popolare inglese. I topi discutono di come difendersi dal gatto che li attacca senza farsi sentire. Il più sveglio ha un’idea. Bisogna mettergli una campanella (bell) al collo. Belling the Cat.