Potrebbe non sembrare una notizia, ma in un’arena politica fatta non più di piazze e comizi ma di tweet e dirette su Facebook, lo è eccome: Mario Draghi è l’unico leader “politico” italiano a non avere profili sui social network. Eppure la sua esposizione pubblica – sebbene senza ruoli politici veri e propri – avrebbe potuto favorire anche una regolare comunicazione sul web, tant’è che il suo successore alla Bce Christine Lagarde ha un profilo Facebook con 209 mila follower e uno su Twitter con oltre 680mila. Draghi no, è sempre rimasto lontano da bacheche, storie su Instagram e post su Facebook. Le sue comunicazioni si basavano unicamente su conferenze stampa molto formali a Francoforte. È probabile che da presidente del Consiglio (per ora solo incaricato) sarà obbligato a scendere nell’arena virtuale per poter raggiungere milioni di cittadini, ma nell’attesa ieri è stato il giorno delle citazioni.
Nelle ultime ore il banchiere che potrebbe sostituire Giuseppe Conte a Palazzo Chigi, è stato il leader più presente sui social: secondo la società Reputation Science, solo nell’ultima settimana Draghi è stato menzionato ben 200 mila volte e nelle ultime 24 ore il nome del banchiere abbinato a quello di Sergio Mattarella è comparso in oltre 35mila contenuti sul web. Inoltre gli hashtag #Draghi e #Draghipremier sono stati per tutta la giornata di ieri tra i più usati su Twitter con, rispettivamente, 72mila e 7mila risultati. Oltre alle citazioni, sono in molti in rete a voler capire qualcosa di più sul nuovo Presidente del Consiglio incaricato: su Wikipedia martedì la pagina “Mario Draghi” ha totalizzato circa 400 mila visite (prima della chiamata al Colle erano mediamente 7 mila) e sui motori di ricerca le domande più in voga sono: “Draghi quanto guadagna?” e soprattutto “Draghi è di destra o di sinistra?”. Ai posteri l’ardua sentenza.
In assenza di un profilo ufficiale, però, sui social sono nate pagine in sostegno dell’ex presidente della Bce come “Movimento spontaneo cittadini per Draghi Presidente” con 7200 follower, alcuni dei quali ieri hanno manifestato al Quirinale, ma anche la pagina satirica “Il golpe Mario Draghi” (2.000 follower) e l’account-parodia su Twitter “Plaid Mario Draghi” che ha superato i 7.500 seguaci.
Se la crisi di governo vista dai social può far esultare i leader dell’opposizione Matteo Salvini e Giorgia Meloni con il record di “mi piace” e condivisioni, sulla bacheca Facebook del segretario del Pd Nicola Zingaretti fioccano i commenti degli elettori dem che gli chiedono di non appoggiare il nuovo governo tecnico per non rompere l’alleanza con il M5S e soprattutto per non lasciare solo Giuseppe Conte.
Ai post di martedì sera in cui Zingaretti annunciava la rottura con Matteo Renzi e a quello di ieri per “rinforzare” l’alleanza giallorosa con M5S e Leu, la maggioranza degli utenti ha risposto con toni molto critici. “Segretario non faccia lo stesso errore che fece Bersani con Monti” consiglia Raffaele, mentre Massimo non vuole che il Pd “butti il cuore oltre l’ostacolo e faccia il donatore di sangue” per il governo Draghi. La richiesta pressante è quella di tenere uniti i giallorosa con Conte: “Dovete mantenere salda l’alleanza con Leu e il M5S e mi auguro che gli amici di Renzi che sono ancora nel Pd a spargere veleno salutino la compagnia” scrive Elisabetta. Daniela implora Zingaretti di non “dividersi” per non “buttare a mare il lavoro svolto finora dal presidente Conte”, mentre Luca invita il segretario ad andare alle elezioni “con Leu e M5S, con Conte candidato premier e vediamo”. E poi c’è anche chi, in caso di sostegno dem a Mario Draghi, minaccia di strappare la tessera del Pd: “Segretario – gli scrive Marco – purtroppo e a malincuore se il Pd facesse una scelta di questo tipo io lo abbandonerei seduta stante”.