Il silenzio della stampa sul “Renzi d’Arabia”
La domanda da farsi è: se fosse stato Berlusconi al posto di Renzi nella sua genuflessione ben pagata al potere autocratico saudita? Se fosse stato suo l’elogio del mercato del lavoro schiavista? E la retorica di un “nuovo Rinascimento” là dove vige la dittatura maschile contro le donne? E il silenzio sulla morte e lo smembramento di Khashoggi nell’ambasciata saudita di Istanbul? Quale sarebbe stato l’effetto? Non è difficile immaginarlo: non solo i movimenti, ma anche buona parte della stampa l’avrebbero seppellito sotto un coro di critiche. Colpisce allora il disinteresse, per fortuna non unanime, verso il comportamento di Renzi. Su cui pesano elementi aggravanti. Aveva voluto ridurre il Senato a camera dei consiglieri regionali. Prima che il referendum costituzionale del 2016 lo impedisse, si era impegnato a lasciare la politica in caso di sconfitta. Non solo non l’ha fatto ma si è fatto eleggere proprio al Senato. E da qui ha guidato la scissione del partito di cui era stato segretario e ha fatto cadere il governo retto dal suo ex partito. Poteva bastare? No, doveva disonorare il Senato e la Commissione esteri di cui è immeritevole membro. Ora il Senato può difendere la sua dignità sulla base dell’articolo 54 della Costituzione: “I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina e onore”. Lo farà?
Francesco “Pancho” Pardi
Fca multata negli Usa: cosa dice “Repubblica”?
Essendo un vecchio curioso e dovendo scrivere due righe circa il silenzio quasi totale di stampa e tv sulla multa di 30 milioni di dollari inflitta alla Fca Usa, ho cercato su Internet i commenti giornalistici: ho trovato solo quelli del Fatto che avevo già letto e poi quello su Repubblica, ma nell’inserto “Finanza’’. Malgrado ciò, vi invito a leggerlo perché quella pagina si apre con una grande icona di Stellantis e un articoletto sgrammaticato con “stati uniti” (scritti in minuscolo), senza mai ricordare che quegli “accordi’’ furono fatti da Marchionne con Obama dalla Fiat, e non come si cerca di far intendere una questione fra gli Usa e Stellantis.
Franco Novembrini
Dedico questa filastrocca al leader di Forza Italia
Berlusconi, sei malato?
Quando serve son malato
se c’è udienza in tribunale
io comincio a stare male
e telefono a Zangrillo
lui risponde al primo squillo.
Quanti gradi vuoi che metta?
Trentanove, è febbre netta
che supporta un’influenza
serve a rinviar l’udienza
e così poco per volta
con richiesta sempre accolta
non s’arriva a decisione
ma all’amata prescrizione.
So che aspiri al Quirinale
come fai? Stai sempre male.
Il mio male è intermittente
viene alternativamente
è un dolor da tribunale
passa con il Quirinale.
Se divento presidente
sarò vecchio ma efficiente
l’ho promesso anche a Salvini
a Meloni e ai lor vicini.
Si riunisca il Parlamento
per un bel rinascimento
sono colto, sano e forte
ben lontano dalla morte
il mio male è il tribunale
io sto bene in Quirinale.
Guariente Guarienti
Il rinvio alle Camere sarebbe una mossa giusta
Dopo la “spallata” di domenica dei giornali Gedi, con tanto di fake news su Draghi al Quirinale, penso che la situazione del Conte ter si complichi. Renzi alza la posta-ricatto, si sente sempre più forte, il suo gruppo “resiste” mentre le fibrillazioni all’interno della maggioranza crescono. Il problema sta nello strombazzamento amplificato di giornali e poteri industriali: “comunque sia, non si va alle elezioni. Mattarella all’ultimo cercherà di fare il governo del presidente”. Ma questo è osteggiato da tutti (destra e sinistra) e chiaramente annunciato pubblicamente. Gli unici sostenitori sono Italia Viva e una parte di Forza Italia. Allora mi chiedo: può Mattarella mandare a casa un governo che ha una nutrita maggioranza assoluta alla Camera e una maggioranza relativa (ma incrementabile) al Senato? Perché Mattarella non rinvia Conte al Parlamento col chiaro messaggio che, saltato il Conte ter, si va alle urne? Solo così vedremmo liquefarsi il gruppo di Italia Viva e il definitivo isolamento di Renzi. Dico delle pataccate?
Enzo Cecchini
Propongo la nascita degli “Amici del Fatto”
Sicuramente sono un romantico. Il Fatto mi fa sentire di appartenere a un gruppo di persone che in linea generale la pensano come me. Proporrei un associazione “Amici del Fatto” che potrebbe diventare anche una entità che crea opinioni.
S. Di Giuseppe
La grande furbata del senatore toscano
Potete spiegarmi la differenza tra chi, retribuito per fare ad esempio il vigile, abbandona il suo incarico e va a lavorare nel negozio della moglie e Matteo Renzi, retribuito come senatore, che va all’estero a fare il conferenziere a pagamento, per di più sputtanando il Paese che lo paga come senatore? Perché il vigile viene sanzionato e il senatore no? Non stava svolgendo compiti istituzionali, ma affari suoi a spese dello Stato. Vorrei sapere perché non viene additato come “furbetto”.
Tanino Armento
DIRITTO DI REPLICA
Nell’articolo di Wanda Marra pubblicato domenica dal giornale, tra le altre cose, è scritto che un mio tweet su una vicenda giornalistica sarebbe un implicito atto d’accusa nei confronti di Walter Veltroni. Le ricostruzioni di un giornalista sono assolutamente libere e legittime, ma per quanto mi riguarda nego nel modo più assoluto che abbia retropensieri di sorta. Con Veltroni, che è fondatore del Pd, ho un ottimo rapporto e anche in questi giorni un continuo scambio di opinioni.
Nicola Zingaretti Segretario Pd