L’impressione è che Wall Street stia scrivendo una nuova sceneggiatura di un film. Gli ingredienti ci sono tutti: i cattivi speculatori, gli investitori anti-sistema, i capitalisti “da prima pagina” e un’onda, che pare inarrestabile, di piccoli trader. Cosa è successo?
Questa storia potremmo farla iniziare nell’agosto di due anni fa, quando Micheal Burry, l’investitore anti-sistema, uno dei protagonisti del blockbuster The Big Short, che nel 2008 guadagnò centinaia di milioni scommettendo sul crollo del sistema finanziario basato sui mutui subprime, comunicò di avere una posizione superiore al 3% nella società Gamestop. Gamestop è un’azienda statunitense che si occupa della vendita di videogame con 6000 punti vendita, prevalentemente negli Usa, ma presente anche in Italia. Non ha, come è facile immaginare, un business elettrizzante e le prospettive di crescita erano, e probabilmente restano, moderate. Ciò che invece aveva notato Burry, e che comunicò ufficialmente a Gamestop, è che la società pur avendo cassa in eccesso per circa 480 milioni di dollari, aveva ormai una capitalizzazione di soli 290 milioni, al minimo di sempre. Richiese pertanto a Gamestop di utilizzare questa cassa in eccesso per riacquistare sul mercato le proprie azioni, mettendosi al riparo dagli speculatori, e focalizzandosi sul rilancio dell’attività. Burry evidenziò inoltre che la società era oggetto di contratti short, cioè di contratti di vendita allo scoperto, pari circa al 70% delle sue azioni.
Un contratto di vendita allo scoperto è un contratto nel quale un investitore prende a prestito un titolo da una banca o da un altro intermediario, per venderlo sul mercato, impegnandosi dopo un determinato periodo di tempo a restituire il titolo a chi glielo ha prestato, riacquistandolo quindi sul mercato. L’operazione genera un profitto per l’investitore quando il prezzo di riacquisto è più basso di quello iniziale, perché potrà rientrare in possesso del titolo (e chiudere il prestito) con un importo più basso rispetto a quello ottenuto originariamente con la vendita. Viceversa, però, se il titolo dovesse salire, l’investitore incorrerà in una perdita, che potrebbe essere anche illimitata nel caso ipotetico in cui il prezzo del titolo salga all’infinito.
È stato l’insieme di queste informazioni che nell’agosto del 2019 ha fatto scoccare la scintilla a un utente, un certo DeepF—–gValue, del gruppo WallStreetBets presente sul sito Reddit, che ringraziò pubblicamente Burry per avergli permesso di raddoppiare il valore delle proprie opzioni call in un mese. La società avviò il riacquisto di azioni e le quotazioni iniziarono a salire e con esse, rinforzate anche dall’arrivo della pandemia, le scommesse su un prossimo crollo dell’azienda. Nel frattempo, però è montato un movimento in seno al gruppo WallStreetBets che ha elaborato una strategia di intervento intorno al titolo Gamestop e a tutti i fondi che stavano incrementando le proprie posizioni short sull’azione, una strategia che si basa sul cosiddetto short squeeze, la spremitura di chi è short.
Come detto prima, chi è short si assume il rischio di perdite potenzialmente illimitate se il titolo continua a salire all’infinito. Per mettere un freno alle perdite sarà a un certo punto costretto a ricomprare sul mercato il titolo, ma questo rinforzerà ancora di più il suo rialzo, aumentando ancora le perdite per gli altri shortisti che saranno a loro volta costretti a ricomprare titoli, facendone ancor di più salire le quotazioni.
L’idea di base era che, essendoci sul mercato pochi titoli, se il gruppo di piccoli trader di WallStreetBets fosse riuscito ad acquistarne una quantità quasi totalitaria, allora i grossi fondi ribassisti, per chiudere le perdite, avrebbero dovuto rivolgersi a loro, e potendo far loro il prezzo sarebbero riusciti a estrarre ingenti guadagni, causando perdite della stessa entità per i cattivi speculatori. Una sorta di novello Davide contro Golia, in cui i giovani singoli trader da poche migliaia di dollari ciascuno riescono ad abbattere Hedge Fund da miliardi.
Nell’agosto scorso entra in scena un grosso investitore, Ryan Cohen, co-fondatore dell’azienda di e-commerce di prodotti per animali domestici Chewy, che dichiara di aver acquistato una partecipazione di 5,8 milioni di azioni Gamestop. Il gruppo WallStreetBets, che nel frattempo aveva superato il milione di membri, si accende e nel settembre viene pubblicato un post dal titolo più che eloquente: Bankrupting institutional investors for dummies, featuring Gamestop. Da allora il titolo Gamestop ha continuato a salire per tutto l’ultimo trimestre dello scorso anno: è passato dai 6 dollari di agosto ai quasi 19 di fine anno, oltre il 200% di rialzo in quattro mesi. Si arriva così all’inizio di quest’anno, con la notizia che alcuni Hedge Fund stanno avendo difficoltà sulle loro posizioni in azioni Gamestop: prima Melvin Capital Management, poi Citron Research. Elon Musk, il fondatore di Tesla, rilancia ai suoi 44 milioni di follower l’attività del gruppo WallStreetBets con il tweet “Gamestonk!”. Le azioni Gamestop esplodono e diventano le più scambiate sul mercato americano. Dai 19 dollari di inizio anno, il 27 gennaio il titolo raggiunge i 340 dollari, +1700%. Melvin Capital Management è alle corde e deve ricevere un’infusione di capitali da parte di Citadel e Point72 Asset Management di circa 2,8 miliardi di dollari per evitare il fallimento. Il capo di Citron Research, Andrew Left, invece pubblica un video su Youtube dichiarando di aver chiuso tutta l’esposizione del suo fondo in Gamestop con una perdita del 100%. Lo stesso Left ha detto alla Reuters che può fronteggiare un ragazzo di 5 anni, ma non 1000 ragazzi di 5 anni, alludendo al fatto che oltre ad aver subito ingenti perdite, in questi giorni è stato oggetto di ripetuti scherzi da parte di questa banda di pirati dei mercati: prima gli hanno hackerato la sua diretta Youtube, poi gli hanno creato falsi account su Tinder, l’app di incontri, e infine gli hanno fatto recapitare a casa dozzine di pizze mai ordinate. Persino l’addetta stampa del nuovo Segretario al Tesoro dell’Amministrazione Biden, Janet Yellen, ha dovuto dichiarare mercoledì che la sua squadra sta monitorando attentamente la situazione.
Il pericolo è infatti che questa singola storia azionaria possa contagiare altri titoli e il mercato in generale. Ci sono 70 miliardi di dollari di posizioni al ribasso sui titoli Usa e se queste scorribande dovessero estendersi a molti altri titoli le perdite per gli Hedge fund potrebbero essere tali da contagiare l’intero mercato. I fondi infatti potrebbero esser costretti a liquidare subito i titoli azionari e obbligazionari che hanno in portafoglio per aver le risorse necessarie a ricomprare i titoli sui quali sono short, estendendo così all’intero mercato gli effetti destabilizzanti della singola posizione azionaria.
Non sappiamo ancora come finirà questa storia. Mercoledì scorso altri titoli, con le stesse caratteristiche di Gamestop – bassa capitalizzazione, business in crisi e forti posizioni short – sono stati oggetto di movimenti eccezionali. AMC Entertainment è salita del 300%. Analoghi rialzi hanno interessato altre società tra cui Nokia (+100%) e BlackBerry (+60%), ma anche Blockbuster e Koss (che produce auricolari). Ieri però una delle principali piattaforme di trading online, Robinhood, ha deciso di bloccare le transazioni sui titoli più caldi, tra cui Gamestop, raffreddando tutti i titoli interessati e scatenando la protesta di alcuni deputati americani, tra cui la dem Alexandria Ocasio-Cortez e il repubblicano Ted Cruz. Potrebbe così finire che gran parte di chi ha in portafoglio questi titoli e che ancora non è riuscito a uscire, non possa più farlo per qualche giorno, dando tempo alla bolla di sgonfiarsi e ai fondi di gestire le perdite senza essere spremuti. In quel caso buona parte dei piccoli investitori che ancora non hanno liquidato le posizioni subiranno delle perdite, soprattutto gli ultimi arrivati, come succede sempre quando si arriva tardi a una festa che sta per finire. Oppure può succedere che la vigilanza della Sec (la Consob Americana) si svegli e valuti la condotta del gruppo come una manipolazione del mercato, e allora per alcuni potrebbero esserci conseguenze perfino penali. Ma potrebbe anche capitare che l’attacco ai fondi speculativi continui con successo e i cyber-pirati che hanno ancora titoli in portafoglio riescano a farseli pagare oro dagli Hedge Fund, per permettergli di chiudere le posizioni. Realizzando così un tesoro, da utilizzare attraverso WallStreetBets per altre, più grandi, scorribande.
Non conosciamo il finale, ma il film pare bellissimo.