Che Italia Viva potesse far cadere il governo era chiaro da settimane. Si pensava, però, che se 5Stelle e Pd avessero fatto quadrato attorno a Giuseppe Conte, chiudendo una volta per tutte i ponti con Matteo Renzi, la maggioranza ne sarebbe potuta persino uscire rafforzata, sostituendo i pasdaran renziani con qualche decina di centristi e col ritorno alla base dei dem passati a suo tempo in Italia Viva. Così non è andata. Le quinte colonne di Renzi nel Pd hanno continuato per giorni a tenere aperta la porta a Iv, spronando Conte a riaprire il dialogo. Persino qualche 5Stelle è andato dietro a questa idea, col risultato di compattare Italia Viva che ha iniziato a sperare di rientrare in maggioranza dalla porta principale, magari (bingo!) con un premier diverso.
18 gennaio, Stefano Bonaccini (Pd): “Una crisi improvvida, Matteo ha sbagliato ma no a veti su di lui”.
19 gennaio, Gianni Pittella (Pd): “Conte deve riaprire il dialogo con Renzi. Il premier non può porre il veto su Italia Viva”. Gregorio De Falco (Misto): “Con questa maggioranza si può andare avanti e allargarla anche a Italia Viva”.
21 gennaio, Anna Macina (M5S): “Il dialogo con Italia Viva sarebbe un’opzione sul tavolo se l’operazione costruttori fosse completamente chiusa”. Giorgio Gori (Pd): “Non si può allargare la coalizione con una campagna acquisti. Bisogna ricucire con Renzi e aprire a +Europa, Azione e Forza Italia”.
22 gennaio, Giorgio Trizzino (M5S): “Parlare di ricucitura probabilmente è inappropriato, ma si possono creare le condizioni ideali per una riflessione sui reciproci errori. Potrebbe essere valutabile anche una riapertura al dialogo coi renziani”.
23 gennaio, Marianna Madia (Pd): “A me pare che l’unica maggioranza possibile sia ancora quella entrata in crisi per una scelta palesemente sbagliata di Italia Viva”. Graziano Delrio (Pd): “Non è l’ora di vendette e rancori. La frattura è stata procurata da Iv, la ferita ancora sanguina, ma io per natura e per la mia storia culturale non sono mai per veti definitivi”.
24 gennaio, Emilio Carelli (M5S): “È arrivata l’ora di valutare se sia corretto tenere la porta chiusa a Italia Viva. Ritengo logico e saggio sedersi intorno a un tavolo per cercare un accordo”. Francesco Boccia (Pd): “Noi ci siamo sempre stati, Renzi lo sa. Possiamo confrontarci in qualsiasi momento”. Pier Ferdinando Casini (Centristi per l’Europa): “È molto più semplice passare dal Conte-2 al Conte-3, recuperando il dialogo con Renzi e mettendo nel dimenticatoio i personalismi”.
25 gennaio, Giancarlo Cancelleri (M5S):“Il ‘mai più’ credo non esista nemmeno nella vita di tutti i giorni, figuriamoci in politica. Certe posizioni rigide non giovano a nessuno. Il dialogo, invece, fa sempre crescere”. Andrea Marcucci (Pd), che ieri ha detto pure “No a Conte ad ogni costo”: “Un dialogo con Italia Viva è essenziale. Conte se ne faccia carico”. Goffredo Bettini (Pd): “Renzi dimostri di avere senso del salto nel buio che ha procurato e inizi a dare qualche segnale”. Tommaso Nannicini (Pd): “Conte deve dimettersi e poi riprendere il dialogo con Italia Viva”. Sandra Zampa (Pd): “Iv ammetta l’errore, pronti al confronto”.
26 gennaio, Francesco Verducci (Pd): “Italia Viva ha commesso l’errore di drammatizzare la crisi, ma è chiaro che l’appello agli europeisti deve essere rivolto a tutti e non ci possono essere preclusioni”. Dario Nardella (Pd): “Ripartiamo da una maggioranza più larga e solida con tutte le forze riformiste e europeiste, comprese Forza Italia e Italia Viva”. Lorenzo Guerini (Pd): “Si abbia il coraggio di uno scatto per affrontare la questione, che interpella tutte le forze, Italia Viva inclusa, che condividendo la prospettiva europeista saranno disponibili a misurarsi con questa sfida”. Debora Serracchiani (Pd): “Abbiamo il dovere e il compito di parlare con tutti: se Renzi non mette veti su nessuno, noi non mettiamo veti su nessuno”.