Mi hanno sempre detto che ci si accorge del valore di ciò che si ha solamente quando lo si perde. Io non credo sia così tanto vero: penso che questo succeda piuttosto nel momento in cui si ha l’occasione di sperimentare di nuovo ciò che non si è potuto vivere per tanto tempo.
Uscire e trascorrere un pomeriggio con gli amici è sempre stato ritenuto parte della routine e quindi niente di speciale, per lo meno fino a pochi mesi fa. Quando a noi giovani è venuta meno la possibilità di fare questo, le due cose si sono invertite e normale è diventato lo stare a casa, dalla mattina alla sera. Arriva anche a non cambiarti più di tanto, ti ci abitui e vivi passivamente.
Allora succede più o meno questo quando intravedi la luce alla fine del tunnel e, anche se non allo stesso modo di prima, sei libero di oltrepassare il confine in cui sei stato costretto a restare per determinato tempo: ti rendi conto che una semplice uscita il pomeriggio è capace di fornirti una sensazione di spensieratezza totalmente inaspettata.
Non ne avevi sentito la mancanza fino a quel momento; ma poi quando la sera ritorni a casa con la consapevolezza che ne passerà del tempo prima di aver la possibilità di rifarlo di nuovo, ti accorgi di come sia fondamentale per noi, a questa età, vivere con un certo diritto alla libertà. Non hai più certezze, non sai mai cosa potrà accadere domani e questo non è per niente confortante.
Tutto quello che è sempre stato scontato sembra dissolversi e mutare; allora credo che questa situazione, se mai sia riuscita a insegnarci qualcosa di positivo, sicuramente è riuscita ad aprirci gli occhi. Ci ha aiutati a capire che è importante godersi ogni minuto e che questa resti la nostra unica via d’uscita, perché noi tutti, un anno fa, non ce lo aspettavamo mica che potesse irrompere nelle nostre vite una pandemia globale e privarci persino della possibilità di alzarci la mattina e chiudere il portone di casa per frequentare le lezioni ai banchi della scuola.
Gaia Patrizietti, studentessa del V liceo Scientifico “G. Leopardi” di Recanati