Il vaccino contro il Covid potrebbe non funzionare o essere poco sicuro, mentre resta incerto chi pagherà in caso di effetti indesiderati. È quanto si apprende da una lettura del contratto firmato dall’Ue con la casa farmaceutica tedesca Curevac, reso pubblico ieri sul sito della Commissione.
Lo scorso novembre è stato pattuito l’acquisto iniziale di 225 milioni di dosi, con un’opzione per ulteriori 180 milioni. Viene così tolta la segretezza su almeno uno degli accordi per la fornitura del vaccino agli Stati membri siglati dall’esecutivo di Bruxelles con le case farmaceutiche (oltre all’azienda tedesca, AstraZeneca, Sanofi-GSK, Janssen Pharmaceutica di Johnson & Johnson, BioNtech-Pfizer e Moderna). “È un passo incoraggiante, ora chiediamo trasparenza anche sugli altri contratti”, afferma Olivier Hoedeman dell’Ong Corporate Observatory Europe.
Il testo del contratto afferma testualmente che “le parti riconoscono che le tempistiche di sviluppo accelerate per fornire la sperimentazione clinica e il programma di monitoraggio concordato con l’Agenzia europea del farmaco (Ema) significano che il contraente (ossia Curevac) in nessuna circostanza può garantire o assumersi alcuna responsabilità che il prodotto sarà finalmente disponibile o produrrà i risultati desiderati, cioè mostra un’efficacia sufficiente per prevenire un’infezione da Covid-19, o sarà privo di effetti collaterali inaccettabili e che la somministrazione del prodotto sarà pertanto condotta sotto la responsabilità esclusiva degli Stati membri partecipanti”. La condivisione di responsabilità tra l’azienda e i governi nei confronti di richieste di indennizzo da parte delle eventuali vittime di danni alla salute causati dal vaccino non è chiara, poiché diverse clausole risultano oscurate nella versione pubblica del contratto.
Il riserbo su questo cruciale aspetto era già stato denunciato la settimana scorsa dal francese Pascal Canfin, Presidente della Commissione salute dell’Europarlamento, che aveva potuto leggere il contratto a porte chiuse insieme ad altri eurodeputati. Insomma non c’è modo di capire in quali casi a risarcire dovrà essere lo Stato anziché l’azienda. Nascosto anche il prezzo, peraltro già accidentalmente twittato a dicembre dalla ministra belga del bilancio (10 euro a dose).
Il contratto non include clausole sulla trasparenza dei costi e la condivisione della proprietà intellettuale del vaccino, aspetti su cui avevano insistito le Ong visto che ricerca e sviluppo sono stati sostenuti con ingenti fondi pubblici. Nel luglio del 2020 CureVac aveva ottenuto un prestito da 75 milioni di euro dalla Banca europea per gli investimenti. Il suo vaccino, che deve ancora essere approvato dall’Agenzia europea del farmaco, è di tipo Rna come quelli di Pfizer-Biontech e Moderna già in fase di somministrazione.