Oggi il monitoraggio dell’Istituto Superiore della Sanità certificherà – di fatto – l’inizio della terza ondata. Stanno per cambiare nuovamente colore molte Regioni. Sulla base dei parametri indicati dall’Iss, il ministro della Salute Speranza emanerà le ordinanze che coloreranno di arancione le Regioni in cui l’indice di trasmissione del contagio Rt sarà pari o superiore a 1 o il rischio complessivo sarà considerato “alto”, un automatismo che fin qui non c’era; di rosso con Rt a 1,25. Sulla base degli ultimi dati disponibili sono a rischio arancione almeno 10 Regioni (Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Piemonte, Trentino Alto Adige, Puglia, Umbria e Veneto), due (Lombardia e Sicilia) a rischio zona rossa. La bozza del del Dpcm, tuttavia, istituisce le zone “bianche” in caso di incidenza del contagio sotto i 50 mila casi per 100 mila abitanti e Rt inferiore a 1 per tre settimane. Uno scenario confermato dal presidente della Regione Liguria Toti (“da domenica sarà arancione praticamente mezza Italia”) che ieri con gli altri governatori ha partecipato al vertice con i ministri Speranza e Boccia e con il commissario all’emergenza Arcuri per fare il punto sulle nuove norme e sul piano vaccini: “I dati europei sono in significativo peggioramento – ha detto Speranza –. La situazione non può essere sottovalutata. Lavoriamo ad anticipare le restrizioni per evitare una nuova forte ondata”. Le nuove misure, oltre alle questioni cromatiche di cui sopra, non dovrebbero contenere sorprese. Il decreto approvato mercoledì notte e il prossimo Dpcm saranno in vigore dal 16 gennaio al 5 marzo, prorogano lo stato d’emergenza al 30 aprile, vietano gli spostamenti interregionali (salvo motivi di lavoro e necessità) fino al 15 febbraio anche per chi vive in zona gialla, introducono il divieto di asporto per i bar dalle 18, vietano lo sci fino al 15 febbraio e chiudono le palestre fino al 5 marzo. Ma riaprono i musei dal lunedì al venerdì in zona gialla.
Il contagio, intanto, non accenna a frenare. Secondo il report settimanale della fondazione Gimbe, la settimana 6-12 gennaio 2021 ha fatto segnare, rispetto alla precedente, un incremento del 5,8% dei decessi, del 2,6% delle terapie intensive, del 3,4% dei ricoverati, del 6,6% dei nuovi casi ma solo dello 0,2% del tasso di positività sul totale dei casi testati, molto alto durante le feste perché erano diminuiti i test.
Ieri i nuovi casi di contagio comunicati sono stati 17.246 a fronte di 160.585 tamponi, pari a un tasso di positività (in lieve aumento rispetto a mercoledì) del 10,7%. Ancora 522 morti, ma tornano a diminuire le degenze in ospedale (-415) e i ricoveri in terapia intensiva (-22), anche se il livello medio di saturazione nazionale è ancora al 30%, la soglia critica.
Continua a correre la campagna vaccinale. Ieri sera risultavano somministrate oltre 910 mila dosi, pari al 64% dell’attuale disponibilità: “Uno sforzo straordinario delle regioni”, ha detto il Commissario all’emergenza Arcuri, che ha anche annunciato l’intenzione di “opzionare ulteriori dosi di vaccino, perché immunizzare 30 milioni di persone in un anno non sarà sufficiente. Iniziamo tra poco con le persone che hanno più di 80 anni e andremo poi avanti con le altre categorie previste”. Sul punto, il decreto legge ha istituito una piattaforma nazionale per la distribuzione dei vaccini con l’intenzione di gestire anche prenotazioni, registrazioni delle somministrazioni e successivo tracciamento. Accadrà quando ci saranno vaccini per tutti. Molto dipende dal via libera al vaccino AstraZeneca, che può arrivare il 29 gennaio.