Data in pasto ai maiali o fatta macinare con un trattore. È la fine che avrebbe fatto Maria Chindamo, l’imprenditrice di Laureana di Borrello. Di lei non si hanno tracce dal maggio 2016, quando è sparita mentre si trovava nella sua tenuta agricola di Limbadi, in provincia di Vibo Valentia. La donna sarebbe stata inghiottita dalla ’ndrangheta perché si era rifiutata di cedere i suoi terreni a un uomo vicino alla cosca Mancuso. A quasi cinque anni dalla sua scomparsa, è un collaboratore di giustizia di Potenza a fornire ai magistrati calabresi la speranza di fare luce sulla “lupara bianca”.
È il 7 febbraio 2020 quando il pentito Antonio Cossidente ha di fronte il pm di Catanzaro, Annamaria Frustaci. A lei racconta le confidenze ricevute dal suo compagno di cella, il collaboratore di giustizia Emanuele Mancuso, figlio del boss Pantaleone detto “l’ingegnere”. Detenuti entrambi nel carcere di Paliano, Cossidente, maggiore di età, aveva preso quest’ultimo sotto la sua ala protettrice: “Per me Emanuele Mancuso – dice ai pm – era diventato come un figlio”. Il giovane parla con Cossidente e quest’ultimo riporta ai pm, guidati dal procuratore Nicola Gratteri, i discorsi sentiti dal rampollo della ‘ndrangheta. Soprattutto il soprannome, “Pinnolaro”, con cui veniva chiamato Salvatore Ascone, l’uomo arrestato per concorso nell’omicidio di Maria Chindamo nel luglio 2019 e scarcerato poco tempo dopo dal Tribunale del Riesame. “Emanuele – fa mettere ancora a verbale Cossidente – mi disse che era scomparsa una donna a Limbadi: un’imprenditrice di Laureana di Borrello, la Chindamo”.
In sostanza, Ascone (definito dallo stesso pentito “un grosso trafficante di cocaina”) sarebbe il responsabile della scomparsa dell’imprenditrice perché “voleva acquistare i terreni della donna in quanto erano confinanti con le terre di sua proprietà”. “Emanuele Mancuso – si legge sempre nel verbale – mi disse anche che in virtù di questo rifiuto della Chindamo a cedere le proprietà, ‘Pinnolaro’ l’ha fatta scomparire, ben sapendo che se le fosse successo qualcosa la responsabilità sarebbe ricaduta sulla famiglia del marito della donna, poiché il marito, o l’ex marito dopo che si erano lasciati, si era suicidato. Quindi questo ‘Pinnolaro’ sarebbe stato lui l’artefice della vicenda per entrare in possesso dei terreni”.
Che fine ha fatto Maria Chindamo? Cossidente riporta sempre quanto sentito da Emanuele Mancuso: “Mi disse che la donna venne fatta macinare con un trattore o data in pasto ai maiali”.