La Banca Sparkasse di Bolzano ha concesso un fido da un milione di euro all’ex avvocato della Lega Domenico Aiello, mentre quest’ultimo presiedeva l’organismo di vigilanza della banca stessa. Un mutuo fondiario ventennale per l’acquisto di “un immobile a La Villa (località montana della Valbadia, sulle Dolomiti, ndr)”, “con un piano di ammortamento” che prevedeva “il rimborso solo a scadenza della metà dell’importo erogato”. A scriverlo è il perito della Procura di Bolzano Maurizio Silvi, alto funzionario della Banca d’Italia, incaricato dai pm di rilevare anomalie nella gestione della cassa di risparmio altoatesina. L’esperto fa notare che la pratica non è stata indicata come erogazione a “soggetto collegato”, dunque con potenziali conflitti d’interesse, “nonostante Aiello ricoprisse il ruolo di capo dell’Organismo di vigilanza”, e nonostante fino a pochi mesi prima fosse stato “socio dello studio legale di Gerhard Brandstätter, presidente di Sparkasse”. Più nel dettaglio, quest’ultimo ha lasciato la società con Aiello nel marzo del 2014, mentre la pratica del mutuo concesso al suo ex socio è stata avviata a novembre e conclusa a dicembre dello stesso anno.
Il passaggio fa parte delle informazioni che la Procura altoatesina ha scambiato con i colleghi di Genova, impegnati a cercare le tracce dei 49 milioni di euro spariti dalle casse del partito. La cifra, come noto, è il provento della maxi-truffa operata durante la gestione dell’ex tesoriere Francesco Belsito. Quando, infatti, la Guardia di Finanza si presenta per acquisire le somme nei depositi del Carroccio trova solo pochi spiccioli. Secondo gli investigatori, coordinati dal procuratore aggiunto Francesco Pinto, parte del tesoro leghista potrebbe essere stato convogliato in un investimento da 10 milioni di euro, partito da un conto deposito Sparkasse, e destinato ad alcune società in Lussemburgo. Da qui, nel 2018, in prossimità delle elezioni politiche, 3 milioni di euro sarebbero rientrati in Italia. Una concomitanza temporale che ha portato uno degli operatori coinvolti a segnalare il movimento come sospetto all’ufficio antiriciclaggio di Bankitalia. La Lega, nel 2013, aveva depositato in Sparkasse una decina di milioni di euro, un conto esaurito in pochi mesi: anche questa è un’ulteriore coincidenza che ha acceso i riflettori sull’operazione. L’ipotesi degli inquirenti è di riciclaggio. Quell’investimento, replica l’istituto di credito, “è stato effettuato con fondi propri della banca e non ha nulla a che vedere con la Lega”.
A Genova sono state trasmesse anche alcune intercettazioni di Bolzano, riguardanti alcuni ex manager Sparkasse, Sergio Lovecchio e Dario Bogni. Quest’ultimo ha avuto un ruolo diretto nell’operazione finanziaria nel Granducato. È il 18 settembre 2018, sono in corso alcune perquisizioni in Lussemburgo legate proprio all’investimento da 10 milioni e i due commentano con preoccupazione le indagini liguri: “Il problema – dice Bogni – è questo… è uno… il collegamento… il collegamento è questo Brandstätter”. Il riferimento ancora una volta è al sodalizio professionale del presidente della banca con l’ex socio Aiello. Tra il 2012 e il 2014, proprio quando la Lega apriva il conto corrente presso Sparkasse, lo studio legale Aiello-Brandstätter era stato incaricato della difesa del partito dall’allora segretario federale Roberto Maroni. Il nome di Aiello era emerso in un’altra indagine, condotta dalla Procura di Reggio Calabria, i cui atti, anche in questo caso, sono confluiti nel fascicolo di Genova. In quelle intercettazioni, è il 2013, Aiello sembra fare riferimento, per la prima volta, a un “trust” per mettere al riparo le finanze della Lega da “azioni esecutive”.
Sulla vicenda Banca Sparkasse comunica: “Il mutuo è stato concesso e, come accade in questi casi, è stato scrupolosamente seguito l’iter previsto dalla normativa sulle parti correlate. Come specifica tale normativa, il mutuo è stato concesso alle condizioni di mercato allora vigenti”. Aiello, contattato dal Fatto, ha preferito non specificare le condizioni: “Queste notizie ledono la mia privacy, per il resto non me ne importa niente della Lega né di altre circostanze delle finanze investite all’estero dal partito”.