Si definisce un reporter vecchia scuola, John Sweeney, understatement inglese per un giornalista con enorme esperienza e un’agenda piena di contatti. All’attivo 12 libri, qualche decennio di inchieste per The Observer, poi per Newsnight e Panorama, i programmi investigativi più prestigiosi della Bbc. E infine, dal 2019, la carriera da freelance, con due progetti di cui è orgogliosissimo: un libro inchiesta sull’esecuzione di Daphne Caruana Galizia, scritto con Manuel Delia e Carlo Bonini, e il suo primo podcast, Hunting Ghislaine, sul ruolo di Ghislaine Maxwell negli abusi di decine di giovanissime, condivisi secondo le vittime con il miliardario americano Jeffrey Epstein. Vicenda ampiamente riportata dalla stampa di mezzo mondo, a cui Sweeney nel podcast aggiunge una dimensione inedita e ancora più disturbante. “È una storia che mi ha ossessionato da subito, perché è una dark fairy tale, una favola oscura. La principessa che precipita dal palazzo alla prigione” ci spiega al telefono, in un pomeriggio londinese che il Covid rende spettrale. Ghislaine è la figlia prediletta dei 7 eredi di Robert Maxwell, ebreo di origine modestissima, sfuggito all’occupazione nazista della Cecoslovacchia e diventato un tycoon britannico di enorme successo, parlamentare laburista, presunto criminale di guerra, violento, truffatore, bugiardo seriale, e un sadico. “Durante la mia ricerca ho tentato invano di intervistare Eleonor Berry, che in un suo libro del 2019 descrive il sadismo di Maxwell, e racconta un episodio in cui Ghislaine, a soli 9 anni, la porta in una stanza del palazzo Maxwell e le mostra degli strumenti di tortura, dicendo che il papà le fa scegliere con quale essere picchiata. Berry è una eccentrica e di questa violenza sadica alla figlia non abbiamo certezze, ma ci sono molte altre prove di pesanti abusi emotivi di Robert verso i figli, inclusa Ghislaine, e riferimenti al Marchese de Sade… Secondo psicologi che ho consultato, Ghislaine potrebbe aver sviluppato una forma di dipendenza emotiva dal mostro”.
La dipendenza che, poche settimana dopo la morte del padre, caduto dal suo yacht in circostanze non chiarite, l’avrebbe fatta finire nelle braccia di Jeffrey Epstein a New York?
Ci sono molte somiglianze fra Maxwell ed Epstein: l’origine oscura, la fortuna immensa e ottenuta con metodi opachi, il sadismo, la necessità di controllo degli altri. Quello che emerge dalla testimonianza delle ragazze abusate mi fa pensare alle caratteristiche tipiche di un culto, come quello di Scientology che conosco bene. Il reclutamento, lo sfruttamento a fini di denaro, influenza e potere, ma anche il piacere sadico. Epstein era un fanatico del trans-umanismo, folle dottrina che sostiene la superiorità di alcuni individui su altri. Era un incredibile manipolatore, capace di soggiogare perfino egocentrici come Donald Trump che in alcuni episodi appare intimidito da Epstein. Il mio sospetto è che di quel ‘culto’ Epstein fosse il Messia e Ghislaine la Grande Sacerdotessa. E poi, come il padre, Epstein le offre il tenore di vita a cui era abituata fin da piccola. In cambio lei lo introduce nel giro esclusivo dei suoi amici.
Fino alla Corona britannica, tramite il principe Andrew.
Esatto. Andrew ha sempre dichiarato di non aver abusato delle ragazze. Ma la sua amicizia con Epstein era decennale e tramite il principe i due sono stati ospiti di esclusivi compleanni di membri della famiglia reale. Un sigillo globale di esclusività e rispettabilità.
Nella tua caccia a Ghislaine hai incontrato particolari reticenze?
Ho chiamato quasi tutti i numeri del Black Book, l’agenda di Ghislaine, e con pochissime eccezioni nessuno mi ha richiamato. Per l’imbarazzo di essere associati a tanto orrore ma anche, e credo siano sinceri, perché la Ghislaine che hanno conosciuto sembrava incapace di quei livelli di abuso. E io stesso, sapendo come è cresciuta, pur continuando a volere giustizia per le vittime, provo umana compassione anche per lei.
Ma perché dopo la morte di Epstein in carcere è scomparsa?
Domanda che mi sono fatto anch’io. Sarebbe stato più semplice indire una conferenza stampa, dissociarsi, dichiararsi manipolata, chiedere scusa. Invece, sparendo, è diventata il nemico numero uno. E anche qui c’è una incongruenza, il suo legale dice che si è solo sottratta all’attenzione del media, ma è sempre rimasta disponibile per gli investigatori. Se è così, perché organizzare un arresto da caccia all’uomo? Non lo so, perché l’Fbi non ha mai risposto alle mie richieste di chiarimento. Ma mi chiedo se il canale con l’Fbi non fosse aperto e lei abbia potuto scomparire in cambio di informazioni.
Come finisce secondo te?
Dovremo aspettare il processo, a luglio. Ghislaine è molto provata dal carcere e dal rifiuto della libertà su cauzione, ma è una Maxwell, sono dei sopravvissuti. E ricordiamoci che le accuse arrivano solo al 1997, quindi restano fuori le denunce di Virginia Giuffre e il ruolo del principe Andrea. Resta in piedi solo un caso: è la parola di Ghislaine contro quella di una presunta vittima, visto che Jeffrey è morto. A meno che l’accusa non abbia l’arma segreta, il tesoretto di video e foto compromettenti che Epstein collezionava, Ghislaine ne uscirà innocente.