Ora si aspetta che qualcosa, o per meglio dire qualcuno, cambi: “Fino alla sentenza di appello non eravamo tantissimi a sostenere Virginia Raggi, per così dire. Ma ora mi auguro che anche gli altri tornino accanto a lei e comincino a spingere, a darsi da fare per la campagna elettorale”. Quando parla degli altri Max Bugani, veterano dei 5Stelle, si riferisce a molti dei suoi colleghi del Movimento. Quelli da cui Raggi si è sentita “lasciata sola”, come ha dichiarato lei stessa. “Ma io – precisa Bugani – parlo a titolo personale. Non ho consigli da dare alla sindaca, né voglio tracciare la sua rotta. Dico semplicemente la mia opinione, come ho sempre fatto”.
Ora come si riparte?
Raggi non si è mai fermata, non deve ripartire. È qualcun altro che casomai deve ripartire: ora non ci sono più appigli per provare a giocare la partita di Roma senza di lei.
Lei come la giocherebbe? Guardando a sinistra?
In politica contano i fatti e non le parole. Se si guarda senza pregiudizi a ciò che ha fatto la sindaca di Roma in questi anni il posizionamento politico è chiaro. Tutte le persone che condividono determinate idee dovrebbero riconoscere che Virginia è la migliore candidata possibile per battere il centrodestra, che invece non ha a cuore il bene di Roma ma è interessato solo a poter gestire le sue risorse.
Però il Pd continua a fare muro mentre il tavolo cittadino del centrosinistra si è aggiornato in attesa della sentenza.
Come ho detto, non ci sono più appigli.
Per anni Raggi ha fatto saltare assessori e dirigenti a ritmo continuo, con evidenti conseguenze. Chi può garantire che ciò non accadrebbe più in un suo secondo mandato?
Chi sa come sono andate le cose dall’inizio, è consapevole del fatto che quando Virginia ha iniziato a fare di testa sua le cose sono andate nel verso giusto.
Ora il M5S e Raggi dovranno lavorare assieme, se lei vuole essere rieletta. Come?
Adesso bisogna attendere anche che il M5S rinnovi i suoi vertici. Tante persone che aspirano ad essere elette nella segreteria sostengono pubblicamente Raggi.
Se è per questo diversi 5S vorrebbero che la sindaca entrasse nell’organo collegiale. Lei?
Virginia non ha bisogno dei miei suggerimenti. Dopodiché credo che lei possa fare qualsiasi cosa e ricoprire qualsiasi ruolo. Bisognerebbe dare atto a chi fa il sindaco dell’importanza del lavoro che svolge.
Cosa intende?
Voglio dire che va cambiato quanto prima il regolamento del M5S per riabilitare a pieno sindaci come Chiara Appendino e Filippo Nogarin, condannati per vicende burocratiche. Chi governa le città deve prendere decisioni importantissime e sostenere una pressione sconosciuta a gran parte dei parlamentari.
Lei ha fatto parte dell’associazione Rousseau e lo conosce bene: Davide Casaleggio pensa a una scissione?
Non mi risulta. Io vedo lo stesso Davide di sempre, che vuole dare tutto se stesso a questo progetto e per gli strumenti di partecipazione. Piuttosto chi ha scelto di mettere all’angolo la piattaforma Rousseau sbaglia, forse mosso da screzi personali. Emarginare Rousseau è come rendere marginali le feste dell’Unità e i volontari rispetto al Pd.
Giuseppe Conte può essere il leader del M5S?
Questa divisione tra governisti e cosiddetti ribelli rispetto a Conte non esiste. Non ho condiviso molte scelte prese negli ultimi tempi dal M5S, ma ho appoggiato convintamente il 90 per cento di quanto fatto dal premier.
Conte dice di non essere del M5S.
Fa bene a ripetere di essere una figura terza, deve tutelare il suo ruolo e il suo governo. Ma il premier può essere una figura di riferimento per un Movimento che prenda decisioni chiare. Nel M5S ci sono tante anime, ma non si possono accontentare tutte o non avremo mai più un’identità forte. Chi vuol piacere a tutti finisce per non piacere a nessuno.