Discrezione, tradizione, ossequiosità sono alcune parole chiave che descrivono la più antica monarchia ancora in carica sul pianeta: la Famiglia imperiale del Giappone. Peculiarità che mantengono un alone di mistero e fascino intorno alla dinastia nipponica, creando però sempre più problemi ai suoi membri. Nessuno di loro ha infatti il potere di decidere della propria vita, né tantomeno di optare per un qualche cambiamento. A cominciare dal discendente della Dea del Sole, l’Imperatore Naruhito (i testi classici della mitologia Kojiki e Nihon Shoki, narrano che il primo imperatore così come i successivi, derivino dalla dea Amatersau Omikami) al suo secondo anno di regno, che vive relegato a Palazzo con moglie e figlia.
Il suo nucleo familiare è circondato da un’esigua corte di parenti, per lo più impossibilitati a muovere un passo senza chiedere il permesso. Ma a chi? Perché il sovrano del Crisantemo, simbolo della millenaria storia giapponese, capo dello Shint, persona amata dal popolo che lo preferisce di gran lunga ai politici del momento, si ritrova prigioniero nella sua residenza di Chiyoda? La risposta sta nuovamente in tre parole, Agenzia imperiale giapponese, nella lingua del posto ne basta una: Kunaicho. “Un’organizzazione del tutto conservatrice, composta per la maggior parte da burocrati di mediocre abilità, ma dotati di sviluppata arroganza” così la presenta l’editorialista del Times, Richard Lloyd Parry, opinione peraltro condivisa dalla stampa giapponese ed estera che raramente riescono a fare domande dirette e scrivere la verità sui reali, né fotografarli se non per una manciata di secondi e sempre in posa.
Legata all’Ufficio del primo ministro, Kunaicho è tuttavia un’istituzione indipendente guidata dal Grande Steward e dalla sua Segreteria a cui rispondono circa 1.200 dipendenti che si occupano di tutto: incontri, viaggi, documenti, salute, spese, compleanni, donazioni, fino a pranzi e cerimonia del tè. Ne fanno parte ciambellani e dame di corte, ma anche giardinieri, guardie, un’intera orchestra, gli autisti, un’enorme folla di personale il cui compito è proteggere il 126° imperatore del Giappone e famiglia. Come? Isolandoli dal resto del mondo, avvolti da un velo impenetrabile. Al confronto, la vita dei reali inglesi e la loro libertà è pura utopia. Secondo Sayaka Miyamoto, giornalista del Toyo Keizai e di un blog su News Week Japan: “Assurdo privarli della loro personalità. L’imperatore che compirà 61 anni il 23 febbraio e l’imperatrice Masako, hanno studiato anche all’estero, lui è laureato a Oxford mentre sua moglie è una ex di Harvard dalla brillante, seppur breve carriera diplomatica”. Fra l’altro, Naruhito e consorte, la figlia diciannovenne Aiko, il fratello dell’imperatore e primo in linea di successione principe Akishino, non hanno documenti né cognome. “A Masako – prosegue Miyamoto – è impedito discutere con le amiche in un locale, andare a sciare alla guida della sua auto, pare non abbia un indirizzo email. Mi auguro davvero che riesca a cambiare la condizione femminile in Giappone, dove ancora troppi uomini ritengono che dovremmo stare un passo dietro loro”. L’Agenzia imperiale giapponese ha messo il naso anche nella storia d’amore di una delle nipoti dell’Imperatore, uno scandalo che riempie da mesi le pagine dei settimanali nipponici. La principessa Mako (di Akishino) e il compagno di università, Kei Komuro, avrebbero dovuto convolare a nozze nel 2018, ma il matrimonio è stato rimandato a data da destinarsi, per un prestito di denaro fatto alla madre del ragazzo da un suo ex convivente. “Non è la persona giusta per una donna della famiglia reale – afferma Megumi Akanuma, docente di lingua giapponese e soprano – Kunaicho cerca solo di proteggerla, impedendole di fare un grosso sbaglio.”
I pareri divergono, la realtà è però che le donne reali giapponesi sono ora in maggioranza, e la successione che la legge del 1947 permette ai discendenti uomini, è messa a rischio. Rimangono solo tre rappresentanti del genere, il fratello 54enne principe ereditario Akishino, il figlio 14enne Hisahito e l’84enne principe Hitachi. È arrivato il momento di cambiare. I conservatori al governo e Kunaicho stanno mollando la presa e hanno concesso il titolo kojo alle donne, grazie al quale mantenere lo status pur sposando uomini comuni. La strada per condurre Aiko al ruolo di futura imperatrice diventa percorribile, e la divinità solare potrebbe tornare a sorridere.