L’autorizzazione è attesa per domani. Se l’Ema, l’Agenzia europea per i medicinali, darà il via libera al vaccino anti-Covid Pfizer-Biontech, allora partirà il conto alla rovescia per ottenere anche quella dell’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, che dovrebbe arrivare dopo un giorno o due.
Si parte dal 27 dicembre
Il 27 dicembre sarà il vaccine day in tutta Europa, le prime somministrazioni del vaccino, quasi 10 mila dosi in Italia. La vera campagna vaccinale scatterà però tra il 28 e il 29, nei primi 287 punti di somministrazione individuati dalle Regioni nei presidi ospedalieri.
Chi saranno i primi
La prima fase coinvolge gli operatori sanitari e sociosanitari (oltre 1,4 milioni di persone), il personale e gli ospiti delle case di riposo (più di 570 mila), gli anziani over 80 (4,4 milioni), con il primo stock del preparato Pfizer-Biontech: quasi 1,9 milioni di dosi. Mancano ancora 87 celle frigorifere per la conservazione del vaccino, che richiede il congelamento a -80˚, ma le Regioni che ne sono sprovviste le hanno acquistate. E se non fossero disponibili, provvederà la struttura del commissario all’emergenza
Chi somministrerà il vaccino
All’inizio il compito spetterà al personale messo a disposizione dalle Regioni. Tra un mese e mezzo circa entreranno invece in servizio i camici bianchi reclutati con il bando di Arcuri per la ricerca di 3 mila medici e 12mila tra infermieri e assistenti sanitari, attraverso un accordo con le agenzie per il lavoro interinale. Il bando, che prevede un contratto di nove mesi, scade martedì prossimo. Quasi in 15 mila hanno già risposto.
Come e quando tutti gli altri
Al termine della prima fase sarà vaccinato il personale delle forze dell’ordine e dei servizi pubblici essenziali. Poi si partirà con il resto della popolazione, partendo dai più anziani. Obiettivo che secondo il piano di Arcuri dovrebbe essere raggiunto già all’inizio della primavera. I vaccini saranno somministrati nei presìdi ospedalieri regionali, che a pieno regime saranno 1.500, comprese le unità mobili.
Quante dosi e quale efficacia
L’Italia, sulla base degli accordi Ue con le case farmaceutiche, avrà oltre 200 milioni di dosi, pari a circa il 13% del totale opzionato dalla Ue. Sei i prodotti in arrivo. Oltre a quello di Pfizer-Biontech, il vaccino dell’azienda americana Moderna (l’autorizzazione dell’Ema è attesa per il 7 gennaio): arriveranno 11 milioni di dosi. Ci sono poi i vaccini AstraZeneca (40,38 milioni), Johnson e Johnson (53,84 milioni), Sanofi (40,38 milioni), CureVac (30,285). Le dosi attese da Pfizer-Biontech sono 26,92 milioni. Quest’ultimo, come quello di Moderna, è basato sull’utilizzo della sequenza genetica del Covid, ossia l’acido ribonucleico, che è il messaggero molecolare (mRna) per fornire all’organismo le “istruzioni” per combattere il virus. Il primo ha un’efficacia del 95%, il secondo del 94,5 e può essere conservato per 30 giorni a una temperatura di refrigerazione che oscilla tra i due e gli otto gradi. Il vaccino di AstraZeneca ha invece una efficacia del 62%: è però in grado di dare una copertura del 90% se somministrato per la prima volta in mezza dose e successivamente in una dose intera.
La tabella di marcia del ministero
Il ministero della Salute ha elaborato una stima delle quantità di dosi che saranno disponibili nel 2021. Oltre 28 milioni nel primo trimestre, 57,2 nel secondo, quasi 54 nel terzo. Per arrivare a circa 15 milioni tra ottobre, novembre e dicembre, con una coda nei primi sei mesi del 2022, per oltre 48 milioni di dosi. Dal momento che il vaccino non è obbligatorio, si ritiene che una copertura del 60-70 % della popolazione possa essere già un ottimo risultato per raggiungere l’immunità di gregge.